capitolo 2

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Il bussare alla porta trasmette tutto il nervosismo e l'impazienza di chi sta dall'altra parte. Lo scrosciare dell'acqua va avanti da 20 minuti buoni. Probabilmente la doccia più lunga che abbia mai fatto, se togliamo quelle dove i suoi pensieri sono finiti a pensare al suo migliore amico, terminando in un piacere cercato con la propria mano che aveva il sapore di un altro. Della sua costante. Non è però questo il caso, più una vaga speranza di prendere tempo e far cambiare idea a quell'idiota al di là della porta chiusa a chiave.

<Esci da là. Ora. O chiamiamo l'allenatore. Non prendermi per il culo Fiat> il tono della voce è leggermente scocciata, avendo quasi perso del tutto quello morbido e sporco del ricatto dai modi dolci, per fargli capire che non ha intenzione di rinunciare al suo premio e nemmeno lasciar cadere quella spada di Damocle che pende sulla testa della squadra di basket. 

La doccia viene chiusa <Arrivo cazzo!> incredibile quanto un bel faccino come il suo, nasconda un animo da scaricatore di porto. Eppure le parolacce affiorano molto spesso sulle sue labbra, a lasciar capire che si cela molto di più che un bel faccino dietro le apparenze. Anzi. In realtà non ama farsi mettere i piedi in testa ed è disposto a combattere con le unghie e con i denti per ottenere un rispetto che troppo spesso sente non essere suo. Esce bagnato da là, lanciando uno sguardo ai vestiti che si è tolto e buttato in un angolo. Prendendo il grande asciugamano a disposizione per avvolgersi, più coperto sotto le ascelle e scoprendosi poco sopra le ginocchia. Umido anche lui apre la porta. 

King si taglia nel medesimo modo di prima davanti a lui. Non si è mosso di un millimetro da quando ha bussato. La gentilezza finta si scioglie e crepa, mostrando una crudele mente e un desiderio di piegare e umiliare che va di pari passo a quello più carnale. Ormai la pelle è asciutta. La stanza è sempre uguale, se non fosse per un paio di preservativi e del lubrificante apparsi magicamente sul comodo accanto al letto. Un piccolo particolare che però nota eccome.  

<Togliti. Fammi uscire> così avanza spavaldo, lanciandogli un'occhiata sprezzante e provando a dargli un'ennesima spallata per passare, tirandosi dietro la porta del bagno. Un gesto che viene questa volta però intercettato. La tensione che si dirama dall'avambraccio che viene afferrato, fa scricchiolare quasi le vertebre del collo mentre si gira, spalancando la bocca per la sorpresa e un immediato tentativo di cacciarlo. Tace però mentre viene spinto con forza contro la porta, bloccato fisicamente dalla stazza del suo riattatore che però lo lascia. Basta la posizione per farlo sentire in svantaggio. Il cuore che batte così forte che potrebbe schizzare fuori dalla bocca, socchiusa.

<Ti ho detto che faremo sesso. Non che sarà una cosa forzata. Non scopo i bambolotti, per quanto siano belli> la mano che prima aveva mostrato crudeltà, ora risale verso il mento, a sfiorare delicatamente l'osso della mandibola per farsi guardare. Il tono basso, caldo ma al contempo che trasmette brividi lungo la spina dorsale. 

Lo capisce. Chiaro come il sole si arrende, leccandosi le labbra in un gesto che forse all'altro potrà sembrare languido, ma la realtà è ben diversa. Sconfitto. Calpestato. Umiliato. Sente gli angoli dell'occhio che pungono, inumidendosi ma almeno quello decide di non dargliela vinta. Una sicurezza che improvvisa si dipinge su quei lineamenti che sono capaci a far perdere la testa a chiunque <Chi lo ha detto che ho intenzione di fare il bambolotto?> glielo soffia quasi come una sfida, o un insulto, ma al contempo modula la voce esattamente come vuole lui. Se deve fare la puttana, allora sarà lui a far girare la testa a quello stronzo, così da soddisfarlo così tanto bene da non ricordarsi nemmeno più il suo nome. Uno scatto in avanti e sono le labbra di Fiat a cercare quelle di King. Non un bacio dolce o timido, ma una vera e propria aggressione, quasi facendo sentire i denti che tirano l'inferiore per succhiarlo. Un bacio sporco, come sporco è lui, come si sente ora. La sente la sua sorpresa che sitramuta in una specie di ringhio basso <Bravo Fiat> un ultimo ansimo prima che quel bacio diventi profondo, urgente, rabbioso e pieno dei desideri opposti di entrambi, che però creano quella chimica necessaria per fare ciò che sono venuti a fare là.

Il peso di ogni sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora