capitolo 8

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La passione mischiata alla disperazionedi quelle ammissioni fa da miccia per accendere quel fuoco che brucia entrambi. La porta della camera da letto viene spalancata con una spallata da parte di Leo, che nemmeno guarda davvero dove sta andando. Troppo impegnato a baciare quelle labbra, a mordere il collo e provare a darsi un contegno. Un controllo che è sul labile punto di spezzarsi allo strusciarsi continuo del ragazzo che tiene tra le braccia. Lo sente quel corpo bollente ed eccitato, con le loro erezioni che premono per trovare uno sfogo. La parte più profonda di se viene obbligata a fare capolino fuori dal suo bozzolo di sicurezza che si è creato in tutti quegli anni. Un bozzolo per digerire il fatto che il ragazzo che amava finiva a letto con troppi ragazzi e che a ognuno di loro avrebbe solo voluto spaccare la faccia. Lo sa, ogni volta che lo guarda dormire beato accanto a se, che non è quella brava persona che tutti credono. Almeno lui ne è al corrente,ma tenerlo nascosto in certi momenti è dura. Come ora. Impossibile.

Lo butta letteralmente sul letto, salendoci sopra senza nemmeno dagli il tempo di prendere fiato. Le mani si staccano dai glutei solo per salire ai fianchi e aprire quella camicia. Preme il tessuto contro il materasso, risalendo fino alle spalle e poi tirando in basso, così che l'indumento scivoli lungo le braccia e insieme le blocchi. Lo fa. Quando se ne rende conto è ormai troppo tardi. Lo stringe ai polsi e si solleva appena a guardarlo. Fiat sotto di lui è totalmente partito. Lo conosce troppo bene per non rendersi conto di averlo fatto arrivare a un punto di non ritorno, dove è solo capace a sottostare a ogni richiesta che gli verrà fatta. Ansima anche senza essere toccato, con la bocca socchiusa e gonfia di baci. I primi segni sul collo che arrossando la pelle chiarissima, insieme alle gote in vista. Il viso bagnato di lacrime ma ormai quegli occhi sono velati di desiderio e di una preghiera viziosa. I capezzoli sono bottoncini turgidi che richiamano l'attenzione e infatti, con un basso ringhio, si avventa su di loro. La lingua dà qualche lappata e poi i denti mordono. Il gemito del ragazzo sotto di se diviene un mezzo urletto e il desiderio si mescola alla rabbia, al ricordo delle parole di King sul campo da basket <Ti ha fatto questo? Ti ha baciato come ti bacio io?> quando parla lo fa con un tono baso e cupo, mentre prende a succhiare una porzione di pelle sul costato, ben sapendo quanto sia sensibile là. 

Fiat si inarca sotto di lui. Apre le gambe, prendendo a strusciarsi con più forza contro il suo inguine, emettendo dei versetti osceni. Non può nemmeno pensare che qualcuno lo abbia davvero visto in quello stato. Non qualcuno: King <No> una parola sensata tra quei gemiti <N-non mi ha fatto nulla...nulla di simile> il capo del ragazzo viene sollevato, percercare il viso di Leo decisamente più in basso, dopo aver lasciato un altro succhiotto su di lui <Non mi ha quasi toccato. Non lo avrei tollerato....Leo....ti prego credimi...io...io ho fatto tutto.Ho fatto tutto io e pensato a te ogni secondo> il tono è quasi disperato, mentre si morde il labbro. Lo osserva, ingoiando a faticala la saliva. Gli occhi ancora lucidi. Se nel maggiore vi è la rabbia,in quello sguardo si legge invece la disperazione e un senso di bisogno quasi doloroso < Fammi quello che vuoi. Fammi.....> si blocca mordendo con più forza. Anche solo quella vista si trasmette in una scossa di piacere verso il basso ventre di Leo, che lo fissa e resta fermo, aspettando le sue parole <Fammi vedere il peggio di te. Fammi urlare come solo tu puoi. Sono tuo. Solamente tuo> una dichiarazione di amore mischiata della sensualità tipica che Fiat si porta dentro: un peso quello che ha, perchè induce molti a perdere la testa per lui, facendolo ingelosire oltre ogni dire.

Si solleva, lasciandogli andare i polsi. La camicia viene slacciata con velocità, anche qui facendo saltare alcuni bottoni tra le coperte. Si sfila la cravatta con un gesto veloce, che attira lo sguardo del ragazzo eccitato sotto di lui, che si gode quello spettacolo come un affamato di fronte a un banchetto <I polsi. Dammeli> un vero e proprio ordine, che viene eseguito con un mugugno di attesa. Li lega, stretto abbastanza da avere la coscienza che verrà lasciato un pallido segno alla fine di tutto. Non si toglie la camicia ancora, lasciandola solo aperta. Invece quello che fa è andare ad aprire i pantaloni altrui, afferrarli e tirarli letteralmente via insieme all'intimo.

Fiat nudo e legato è qualcosa da far perdere la testa persino a un sant'uomo. Quel corpo pallido, teso dall'eccitazione e che appena timidamente si copre, chiudendo le gambe di lato, ma senza davvero celare l'eccitazione. I primi segni della passione a renderlo ancora più bello, con quei muscoli leggeri che delineano una figura longilinea. Suo. Non c'è bisogno di parlare per capirsi. Lo legge nello sguardo altrui, mentre si posa i polsi legati all'altezza del cuore, in una muta resa. Si vergogna e lo sabenissimo, perchè è il medesimo sguardo colpevole che aveva quando lo ha trovato sul proprio letto a masturbarsi. Colpevole ma voglioso. Abbastanza da aprire le gambe e mettere in mostra tutto, combattendo contro la voglia invece di non mostrarsi così lascivo <Tu sei mio> glielo dice con tono basso, salendo tra quelle ginocchia aperta <Ogni cosa di te, è mia> si china appena, lappando l'anca sporgente e sentendolo tremare <Tenevi gli occhi chiusi e immaginavi come fosse sentirmi gemere per te? Allora guardami, tutto il tempo. Fammi sentire come diventi per me Fiat> un dolce e caldo ordine prima di chiudere le labbra sul membro altrui.

Non poteva saperlo che la scena di un anno fa è stata simile. Non poteva saperlo che era stato proprio il suo ragazzo a dare piacere a quello stronzo con la bocca, pensando fosse lui. Non poteva sapere che in quel modo, in quel donare piacere solo a lui, invece stava cancellando ogni singolo attimo di quel giorno. Sente lo sguardo del ragazzo su di se. Sente i suoi gemiti divenire urletti e infine singhiozzi di piacere. Trema ad ogni affondo in quella gola, pigolando a volte il suo nome e inarcandosi. Cerca aria per non perdere del tutto il controllo, finendo a succhiare le dita di Leo che gli vengono date, quasi come sfogo. Lo sguardo invece del maggiore a volte va proprio in su, a fissare le espressioni del proprio ragazzo e sapere con certezza, che quello spettacolo lo ha davvero visto solamente lui. Lo prepara con delicatezza senza fargli male, usando la loro saliva come inizio. Lo porta vicino all'orgasmo e poi si interrompe, baciando quel meraviglioso neo nell'interno coscia che lo ha fatto impazzire, purificando anche lui dalla vista di King.

Entrambi succubi della passione e dei sentimenti che quella discussone di prima ha messo alla luce. Non sa nemmeno come ci sia arrivato, ma alla fine eccolo ad affondare in lui. Ogni singolo centimetro alla volta in quel calore è una tortura per doversi trattenere, ma anche una benedizione. Non stacca gli occhi dal viso di Fiat sotto di se e altrettanto viene fatto da lui. Lo prende in quel modo, ancora legato e totalmente sconvolto da quello che ha subito <T-ti supplico...slegami...Oh cazzo Leo ti prego> glielo pigola con la prima lacrima che cade a perdersi nei capelli scompigliati. Un affondo unico che porta entrambi a gemere nuovamente e alla fine la cravatta cade sul materasso, insieme a un sospiro quasi di sollievo. Nemmeno un attimo di pausa che le loro bocche si cercano, mentre finalmente gli affondi iniziano. 

Il peso di ogni sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora