2

11.8K 131 15
                                    

Eravamo lì da un'ora e mezza, avevamo concluso il progetto di biologia e fatto i compiti per il giorno successivo. Ada stava preparando lo zaino per domani e io stavo guardando fuori dalla finestra. C'era il sole, il cielo era di un blu intenso e le persone stavano nei giardini con le loro famiglie. «È bello qui» dissi. Lei annuì e mi passò i popcorn poi disse: «Si, è un posto piuttosto tranquillo.»
Passammo alcuni minuti tra chiacchiere e risate poi sentimmo la porta aprirsi. Suo padre entrò e guardò prima me, poi rivolse lo sguardo a sua figlia dicendo: «Vieni nel mio ufficio»
Ada deglutì e mi guardò agitata mentre si alzava. «Buona fortuna» le dissi sottovoce, poi uscì seguendo suo padre.

Diversi minuti dopo Ada entrò sorridendo. «Ho buone notizie!» disse correndo per poi abbracciarmi. Mi prese le mani e aggiunse: «Mio padre ha detto che puoi venire quando vorrai ma lui dovrà saperlo»
«Che bello! Finalmente dopo sei anni posso ufficialmente venire a casa tua. Accidenti amica ce l'abbiamo fatta.» dissi ridendo.
«Mi diresti dov'è il bagno, è da un ora che vorrei andarci ma avevo paura di incontrare tuo padre» dissi facendo un sorriso isterico. «Accidenti mio padre è già riuscito a terrorizzarti.» disse ridendo. La guardai male e cercò di trattenere le risate poi disse: «gira a desta, la porta con la maniglia nera è il bagno»
La ringraziai e uscì dalla stanza. Girai a desta e vidi la maniglia nera. Mentre guardavo il telefono per controllare se i miei mi avessero scritto aprì la porta e senza distogliere lo sguardo dai messaggi di mia madre la chiusi. Feci alcuni passi avanti e mi fermai. Mia madre aveva chiesto quando sarei tornata a casa e risposi dicendole che quando sarei partita le avrei scritto.
«C'è qualcosa che vorresti?»
Sobbalzai dallo spavento e il telefono cadde a terra. Mi guardai intorno e vidi che ero nel suo studio. Lui si alzò dalla sua postazione e si avvicinò. «Allora?» disse con le mani in tasca.
«Ehm... i-io credo di a-aver sbagliato stanza.» dissi agitata poi aggiunsi: «Ada mi ha detto di girare a desta e che avrei trovato il bagno con la maniglia nera e-»
Prima che finissi la frase disse: «Ada... come può una ragazza della sua età sbagliare la desta dalla sinistra» disse muovendo il capo annoiato. «Scusi se l'ho disturbata, ora me ne vado» dissi facendo alcuni passi all'indietro per poi girarmi. Cercai di aprire la porta... era chiusa... ma come cavolo... cercai di aprirla più di una volta, magari ero io quella che non sapeva aprire una porta? Ma che cavolo di pensieri mi facevo pure una bambina sapeva aprire una porta. Mi girai e vidi il suo viso a pochi centimetri dal mio. Sbarrai gli occhi e cercai di andarmene via alla sua destra. D'improvviso mise la mano al muro e mi bloccò. Mi appiccicai il più possibile alla porta per restare lontana. Sentivo il cuore battere all'impazzata e il mio petto alzarsi e abbassarsi velocemente. Alzò una mano e lentamente mi mise la ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi guardò per diversi secondi negli occhi ma io non riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Poi il suo sguardo passò alle mie labbra. Con il pollice mi toccò il labbro inferiore e sentii una strana sensazione nel basso ventre. «i-io d-devo andare...» dissi senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Lo vidi sorridere divertito. Tolse la mano dalle mie labbra poi dalla sua tasca prese il mio telefono. «Hai dimenticato questo» disse infilandomelo nella tasca posteriore dei miei jeans. Il suo respiro accarezzò le mie labbra e per un momento smisi di respirare. Mi guardò per un ultima volta negli occhi e si allontanò dirigendosi verso la scrivania. Ripresi a respirare e mi girai di scatto per aprire la porta ma quest'ultima era ancora chiusa. «Ehm... p-può aprirla. I-io n-non ci riesco» dissi balbettando. Premette un tasto sotto il suo tavolo e sentii la serratura della porta aprirsi. Alla velocità della luce uscì fuori e andai verso il bagno. Entrai e chiusi la porta a chiave. Mi sciacquai la faccia e feci un sospiro profondo. Cosa diavolo era successo? Mio dio! Dovevo togliermi dalla testa quello che era accaduto.
Che poi cos'era accaduto, nulla assolutamente nulla. Semplicemente suo padre mi... ah!
Sentii bussare alla porta. «Faelynn, sei viva?» disse Ada urlando. «Si ora esco» dissi aprendo la porta. Mi guardò confusa e chiese: «Perché hai le guance tutte rosse?» dietro di lei vidi suo padre. Poi guardai la mia amica e dissi: «Non hai detto anche tu che in questa casa è praticamente estate?» dissi sorridendo agitata. Vidi suo padre fare un piccolo sorriso divertito per poi andarsene.
«Hai ragione, devo dire al signor Nigel Halston di abbassare leggermente il riscaldamento.» disse ridendo.
Sollevai e ravvicinai le sopracciglia dalla confusione. «Mio padre... Nigel Halston è mio padre.» disse mentre andavamo in camera sua. Quindi era così che si chiamava. «Ora devo andare a casa, Ada. È tardi, mia madre sarà preoccupata.» dissi prendendo lo zaino e mettendomi le scarpe. «Va bene... visto che mio padre ha detto che va bene che tu venga a casa mia... ti va se domani vieni a dormire da me?» disse sorridendo. «P-per me va bene, ma devo chiedere a mia madre.»
«Quindi è un sì, tua madre una volta mi ha detto che ti avrebbe lasciata dormire da me. Ah che bello!» disse entusiasta. Uscii dalla sua stanza e andai alla porta principale. La abbracciai e feci per uscire quando sentii la sua voce. «Te ne stai già andando?» mi girai e annuii. «Beh è abbastanza buio. Il mio autista ti sta aspettando fuori, dagli il tuo indirizzo e ti porterà lui a casa.» disse con voce tranquilla. Feci una risata nervosa e dissi: «Oh non si preoccupi il pullman passa ogni cinque minuti poss-» non mi lasciava mai finire la frase. «Io non vorrei mai che mia figlia uscisse tutta sola a quest'ora. Quindi non darmi un no come risposta. Ci vediamo Faelynn» disse salendo le scale.
«Se mio padre dice di fare una cosa la fai e basta. È molto testardo.» disse grattandosi la testa dal disagio. Le rivolsi un sorriso e la salutai. Uscii dal cancello e salii in macchina. Diedi io mio indirizzo all'autista e avvisai mia madre che stavo tornando a casa. Uscì dalla chat di whatsapp e vidi un nuovo messaggio. "È stato bello conoscerti Faelynn, Ada mi ha detto che domani dormirai qui"
Riuscivo già a vedere il suo ghigno dall'altra parte dello schermo. Ma poi come diavolo ha avuto il mio numero? Ignorai il suo messaggio e gli scrissi "Grazie del passaggio signore."
Salvai il contatto e lo memorizzai come 'signor Halston'.
"Figurati angioletto" aprì la chat ma non risposi.
Ringraziai l'autista del passaggio e cercai di non pensare a quella giornata.

Il padre della mia amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora