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Senti la sveglia e mi alzai senza difficoltà, avevo dormito bene. Misi una una t-shirt attillata con la scollatura a V, dei pantaloni neri a vita alta e larghi alla fine, alcuni gioielli e infine le solite scarpe bianche.
Dopo essermi preparata scesi nel piano inferiore e vidi un biglietto sul frigo in cui c'era scritto: 'la merenda è sul tavolo insieme ai soldi. Ada mi ha chiamata, è un'ottima amica quindi ti do il permesso di andare da lei stasera. Comportati bene. - Mamma.'
Feci colazione e infilai nello zaino la merenda. Uscì e vidi una macchina davanti casa. Ada tutta contenta uscì dalla macchina e corse ad abbracciarmi. «Buongiorno Faelynn! Ci accompagna mio padre, ha detto che non aveva impegni oggi. Dobbiamo sentirci fortunate non trova mai il tempo per nulla.» disse sorridendo. «Che bello!» dissi cercando di sembrare felice. Ci voleva anche questo! Salii e con la voce roca disse: «Buongiorno Faelynn.» I brividi invasero tutto il mio corpo e dallo specchietto vidi il mare nei suoi occhi. «Buongiorno...» dissi piano per poi distogliere lo sguardo. Per tutto il tragitto mi sentii bruciare dal suo sguardo. Ada mi stava raccontato la serie che aveva visto ieri sera ma persi gran parte di quello che stava dicendo. «Quanti anni hai Faelynn?» chiese di punto in bianco.
Alzai lo sguardo e dissi: «Ehm...i-io ho diciassette anni.»
Annuì e poi chiese: «E quando ne compi diciotto?» Lo guardai confusa ma decisi di rispondere comunque. «Li compio tra-»
«Li compie tra quindici giorni... oh no! Tra... otto giorni invece!» disse Ada entusiasta. Mi sa che era un vizio di famiglia interrompere le persone. «Dobbiamo fare una bella festa!» aggiunse la mia amica contenta. La guardai male e dissi: «No.»
«Si invece.» disse ridendo.
«Sai che non mi piace quando festeggio il mio compleanno quindi, no. Cancellalo dalla testa.» dissi guardando dalla finestra.
«Ti convincerò. Ho otto giorni a disposizione... e ho già in mente qualcosa per il regalo» disse entusiasta.
«Mi basta la tua amicizia Ada. È più di quello che mi meriti.» dissi senza distogliere lo sguardo dal paesaggio che mi trovavo davanti. «Perché dici così?» disse il signor Halston curioso. Non volevo rispondere ma fortunatamente parlò Ada. «Ma vero papà? Questa ragazza si sottovaluta troppo. Si sente una persona senza cuore, invece è la persona più bella e incredibile che io abbia mai conosciuto.» disse fiera. Sospirai e lei continuò: «oh ma dai Faelynn sei un brava persona. E poi papà, non fa avvicinare nessun ragazzo perché ha paura di ferire, ti rendi conto non ha mai avuto una relazione per colpa della sua testardaggine.» Mi girai di scatto e la guardai malissimo: «Ada! Sai che sei l'unica persona che sa queste cose! Dio!» dissi sbuffando. «Scusa... a volte parlo troppo.» disse dispiaciuta. La guardai e poi sbuffai: «Tranquilla tanto c'è solo tuo padre e non penso che a lui freghi qualcosa della mia vita.» dissi mettendo le mani nella tasca della giubbotto e appoggiando la schiena al sedile. Per sbaglio il mio sguardo passò sullo specchietto e vidi che mi stava fissando dopodiché si mise a guardare la strada e lo vidi fare un sorriso divertito.

Facemmo quattro ore di lezione poi Ada andò a chiamare casa perché stava poco bene. Le chiesi se c'era bisogno di andare con lei ma disse che non serviva, che sarebbe stata bene e che sarei andata a casa sua dopo scuola.

Bussarono e il professore disse di entrare. «Buongiorno, il signor Halston sta aspettando sua figlia fuori» disse per poi uscire.
«Ciao Faelynn, ci vediamo a casa.» disse stanca.
«Va bene, riposati.»

Le due ore finirono e quando uscii vidi il padre di Ada appoggiato alla portiera della macchina. Mi guardò e mi fece segno con la testa di salire in macchina.
Una volta salita lo salutai e chiesi: «Come sta Ada?»
Mise in moto e partì, poi rispose: «Sta meglio, aveva solo una leggera febbre.» Lo guardai e annuii poi mi voltai verso la finestra. «Com'è andata a scuola?» chiese senza distogliere lo sguardo dalla strada. «Bene. Il progetto che abbiamo fatto io e Ada è stato il migliore della classe.» dissi tranquilla. «Brave. Vedo che ti impegni a scuola.»
«Ci tengo, ma a volte dalla troppa preoccupazione vado in panico e danneggio la mia media. Comunque sia è l'ultimo anno quindi devo impegnarmi.» Annuì e poi si fermò davanti ad un negozio. «Vado a comprare una cosa. Aspettami qui.» disse uscendo dalla macchina. Aspettai per diversi minuti nel mentre guardai il vuoto.
Quando sentii la porta della macchina aprirsi sobbalzai. Lo vidi entrare con un gelato in mano. «Per te.» disse porgendomelo. Lo presi e lo guardai confusa. «Oggi sembri giù di morale. Ada mia ha detto che quando sei triste mangi il gelato e preferisci quello in coppetta. Mi ha anche detto che il tuo gusto preferito è fiordi latte alla nutella.» disse allacciandosi la cintura. Lo guardai sorpresa e restammo in silenzio a guardarci, dopo un po' dissi piano: «Grazie» poi cominciai a gustarmelo. Mise in moto la macchina e fece una piccola risata. Mi girai e incurvai le sopracciglia per la confusione. «Hai il gelato ovunque sulle labbra» disse divertito. Passai la lingua sulle labbra più e più volte. Mi girai e dissi: «Ora sono pulite?»
«Per niente.» disse guardandomele. «Hai un fazzoletto allora?» chiesi guardando intorno per trovarne uno. «Non serve» disse. Mi girai per capire il significato di quello che aveva detto. Appoggiò la sua mano sulla mia guancia e avvicinò il suo viso al mio. Mi paralizzai. Respiravo velocemente. Si avvicinò ancora e le sue labbra toccarono le mie. Leccò il gelato che avevo intorno ad esse poi si allontanò di qualche centimetro. «Vedi non c'è bisogno di un fazzoletto.» disse con voce roca. Sbarrai gli occhi e dissi quasi senza voce: «Ma che...» lo fissai sbalordita e aggiunsi: «Cosa diavolo fa! Ma lei è impazzito!» dissi allontanandolo. «Calmati angioletto» disse con un ghigno sulle labbra. «Come dice? Calmarmi? Mi ha appena baciata! Uno, questo era il mio primo bacio e due, lei è il padre della mia migliore amica!» dissi infuriata. «E questo sarebbe un problema?» disse ridendo. Lo guardai scioccata per un secondo e urlai: «Scherzi vero? Non puoi averlo detto veram-» mi prese il viso con entrambe le mani e mi baciò con passione. Avrei voluto respingerlo ma non ci riuscì, mi tolsi la cintura e mi sistemai a cavalcioni su di lui, poi gli misi le mani dietro al collo. Sentii la sua erezione premere contro le mie parti intime. Si staccò dalle mie labbra, cominciò a lasciarmi delle scie di baci sul collo e con le mani strinse il mio seno. Gemetti dal piacere, inarcai la schiena e mandai all'indietro la testa.
«Amo queste tette. Amo tutto di te.» disse tra un bacio e l'altro.
Ci fermammo e appoggiai la fronte contro la sua. Respiravamo entrambi con fatica. Mi sorrise e feci lo stesso poi mise le mani sul mio culo. «E amo anche questo culo...» aggiunse.
«Come puoi amare qualcosa che non hai mai visto?»
«Sai quanto Ada non sappia mantenere i segreti. Mi ha raccontato molto di te. E mi ha anche fatto vedere le foto di quando siete andate in piscina.» disse stringendomi di più a se. «O mio dio che imbarazzo.» dissi mettendomi le mani sul viso. Poi lo guardai in silenzio e accarezzai i suoi capelli. Mi baciò le labbra ancora una volta e disse: «E da mesi che ti osservo Faelynn e mi fai impazzire.»
«Da mesi? Mio dio sei uno stalcker.» dissi ridendo. Lo fissai e mentre studiavo il suo viso mi morsi il labbro. Sentii qualcosa muoversi là dove ero seduta. Sospirò e disse: «Non farlo.» gli rivolsi uno sguardo confuso e disse ancora: «Non farlo. Non morderti le labbra altrimenti non riuscirei a controllarmi.»
«Anche il tuo amichetto la sotto.» dissi muovendo lentamente il bacino. Sentii le sue mani stringere ancora di più i miei glutei e sopirò. «Faelynn...» disse avvisandomi.
«Va bene, va bene, la smetto.» dissi ridendo, poi mi misi al mio posto e aggiunsi: «Il gelato dov'è finito?»

Il padre della mia amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora