Advice for the young at heart

Jealous guy

"[...] È che ho un po' paura... cioè più che altro penso sia doloroso, ma sono anche abbastanza sicuro di volerlo fare..."
"T'ho detto che non devi preoccuparti! Non è terribile come credi, anzi! E-"
"E?"
"E me so scordato che dovevo dì... c'è uno che ce guarda male da come semo arrivati in palestra..."
Mi volto prima da un lato, poi dall'altro.
Ci sono solo i nostri compagni che corrono "ma dove?"
Una mano mi stringe il mento e direziona il viso verso le spalliere appese al muro.
Gli occhi che incontro sono familiari, ma lo sguardo che mi rivolgono è inedito. Dura solo qualche secondo, per poi orientarsi di nuovo sulla persona con cui sta parlottando fittamente.

"'O vedi come fa? O vedi come serra 'a mandibola? Questo secondo me ce vole menà!"
Ridacchio un po' "ma sarai cretino Giulio?"
"Secondo me è geloso..." una spinta leggera ad accompagnare l'illazione.
"Macché... lui mica ci pensa a me..."
"Guarda che io dicevo geloso perché noi ce semo defilati dall'allenamento con Battaglia, mentre lui è costretto a farlo..."
Ah.

"Non- io infatti- proprio quello-"
"Sto a giocà ao! Non ti incartare! E poi è palese che sta sotto un treno per te!"
Sento le guance andare a fuoco.
"Non è come pensi..." sospiro "E' solo che da quando mi sono sfracellato in moto è molto premuroso..."
"Simò, premuroso" fa due virgolette immaginarie con le dita "posso esserlo diventato io, Chicca, Laura, t'o dico forse persino Matteo!" alzo gli occhi al cielo "no credime! Pure Matteo a modo suo, ce tiene a te... però Manuel... dai guardalo!" me lo indica di nuovo con un cenno della testa.

"Si comporta sempre come se non gliene fregasse di nessuno, ma con te è diverso..."
Stiro la bocca in una linea per cercare di trattenere la risata isterica che in parte sbuffa lo stesso dalle labbra.
Se solo sapessi Giulio.

"Oh non ridere, sono serissimo!" mi scuote un po' con una mano "dai che manca poco e si spacca i denti a furia di digrignarli! A questo veramente non je frega un cazzo di nessuno, però poi vede te e si rincoglionisce! Già il fatto che ogni mattina te viene a prende a casa e dopo a ricreazione te compra sempre quella schifezza di caffe con 4 zuccheri che tanto ti piace..."
Gli lancio un'occhiataccia.
"È disgustosa e lo sai pure tu!" ribatte "...ma comunque il fatto è questo: per te fa cose che non fa per nessun altro e in classe ce ne siamo accorti tutti... E' come se lui vedesse solo te."

Il lieve «crack» della bottiglietta d'acqua che stringo tra le mani è l'unico rumore che si sente per un po'.

«tu per me manco esisti»

E' la frase che ormai come un campanello d'allarme risuona nella mia mente ogni volta che inizio a illudermi un po' troppo e necessito di ritornare all'ordine.

"Come lo fai a vedere uno che per te non esiste?" mormoro abbassando gli occhi.
"Eh?" la mano di Giulio si posa sulla spalla "Non ho capito che hai detto"
"Niente, niente..." mi rilasso del tutto contro lo schienale dietro di noi "guarda Giù, ti vorrei dire che è complicato, ma questo implicherebbe anche dire che c'è qualcosa..."
"E non c'è?"

"Non come io vorrei che ci fosse..." e mi sento un po' smarrito e insulso a parlarne così "per ogni passo che mi sembra di fare avanti, ne seguono subito almeno tre indietro. Come se scappasse sempre via, mentre io sono lì fermo ad aspettarlo..." sbuffo sconsolato "vabbè lasciamo perdere..."

"Senti..." si vede che è un po' in difficoltà anche lui "tornando ad oggi... mi prometti che non ti preoccupi? Dai che ci sono io con te!" e sorrido per dimostrare che apprezzo lo sforzo di cambiare discorso "Lo facciamo insieme e vedrai che non senti null-"
"Ma se po sapé che c'avete da parlà da due ore?" il palmo stretto di Manuel attorno al mio polso è bollente "Che è che devi fa con lui Simò?"

"C'ha bisogno d'aiuto con na cosa importante" mi precede Giulio "e siccome non l'ha mai fatta prima, je do na mano io" ed è chiaramente folle visto che conclude una frase già abbastanza ambigua facendomi un occhiolino palesissimo.
Tra me e Manuel non so chi rimane più spiazzato.

"A parte che stavo a parlá co Simone" scatta dopo un po' "ma poi che cazzo te ammicchi, m'o spieghi?"
"Posso di na cosa pure io? O volete continuare sta discussione su di me come se non ci fossi?"
E forse, in quanto a tempi di reazione, entrambi dovremmo un attimo rivederli.
Prendo comunque il silenzio interdetto che segue come un invito a continuare.

"Anzitutto, so rispondere per me..." spiego al cretino che ridacchia sotto i baffi "e tu" mi rivolgo leggermente stizzito a Manuel "che t'impicci? Io ce vengo mai a chiederti di che parli con Chicca, Matteo, eccetera?"
"Beh- no..."
"E allora che te frega de che parlavamo noi!"

"Ah! Hai visto che caratterino il tuo indifeso Simone?" s'intromette di nuovo Giulio.
"Non ho mai detto che è indifeso!"
"Hai ragione" alza le mani in segno di resa e inizia ad avviarsi verso l'uscita della palestra in perfetto tempismo con la campanella che suona "hai visto che caratterino il tuo Simone?"

E se dopo questa sparata c'erano ancora dubbi sulla sua natura kamikaze, l'«allora ti aspetto ai motorini» ed ennesimo occhiolino ad accompagnare, li fuga definitivamente.

La tragicommedia che si consuma qualche minuto dopo fuori scuola è così esasperata da sorprendere anche me.
"Non c'è motivo per cui mi riaccompagni a casa tu... hai sentito Giulio, no?"
"ma che cazzo vuol dire Simò, je dici che hai cambiato idea e torni con me, mh?"
"ma scusa che cambia? io e te ci vediamo domani mattina..."
E ce l'ho ancora davanti agli occhi la faccia da cane bastonato con cui mi chiede "oggi no?"
"Te l'ho detto, ho da fare con lui..." cantileno mentre indico il figurino sorridente ad aspettarmi sul motorino già acceso.
"Bene!" sbatte un piede a terra come un bambino capriccioso "Allora domani mattina fatte pure venì a prende da lui!" urla prima di inforcare la moto e lasciarmi lì come un coglione.

"Comunque oh, n'esagerato che non ne ho visti mai il ragazzo tuo..."
"Non è il ragazzo mio, Giù..."
"Non ancora!"