129: Settimo anno: Istinto

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"Gliel'hai detto!" Remus baciò Sirius appena si trovarono soli.

"Beh, l'ha capito..." disse Sirius, ridendo, mentre veniva spinto indietro nella loro camera da letto. Lily e James dovevano partecipare a un incontro con i prefetti. Peter era ancora in punizione. Remus aveva trascinato Sirius sopra più veloce possibile, tutti i dolori e i mali dimenticati.

"Ma gliel'hai detto." insistette Remus, passando la lingua sul collo di Sirius, dalla clavicola al lobo dell'orecchio. Sirius sussultò mentre le sue gambe sbattevano alla spalliera del letto. Remus gli diede una leggera spinta, che fece cadere entrambi indietro.

"Merlino," sussultò Sirius, mentre Remus continuava l'assalto, arrampicandosi sopra di lui, le ginocchia ai lati dei fianchi di Sirius, "Se avessi saputo che questo è il modo in cui avresti reagito, l'avrei detto a Prongs secoli--"

"Stai. zitto." Remus gli diede un bacio forte sulle labbra, le mani sulla cinta di Sirius. Sirius obbedì.

Anche Remus era abbastanza colpito. Chi avrebbe mai pensato che quella confessione sarebbe stata così eccitante? Se non fosse stato attento, l'avrebbe detto a tutti quelli che incontrava.

"Quindi," disse lui, un'ora e mezza dopo, seduto vicino alla finestra con i boxer, mentre si accendeva una sigaretta. Sirius stava sdraiato sul letto, ancora vagamente stupito, con lo sguardo fisso su Remus. "É andata bene?"

"Hm?!" Sirius sbatté le palpebre molto lentamente, come se fossero terribilmente pesanti. Remus sorrise, espirando fumo, e cercando di direzionarlo nel buco della finestra,

"James. Che ha detto?!"

"Penso che la prima cosa sia stata 'a che cazzo di gioco state giocando', ma da lì in poi è andata meglio." rise Sirius.

"Ti ha fatto tante domande?"

"Più o meno. Niente che non mi fossi aspettato, suppongo. Invece la Evans?"

"Ha detto 'oh mio dio' almeno un centinaio di volte, ma si è ripresa piuttosto velocemente."

"Anche Prongs. Togliendo il fatto che l'idiota non lo dirà a Wormtail al posto nostro, dice che lo dobbiamo fare noi."

"Beh. Mi pare giusto." Remus fece un altro tiro dalla sua sigaretta, per poi rilasciare il fumo nella stanza, guardandolo riempire lo spazio tra di loro. "Che domande ti ha fatto?"

Sirius chiuse gli occhi, inspirando.

"Niente di scandaloso. Per quanto tempo, quando è iniziato, perché non gliel'avevo detto... cose del genere."

"Che gli hai detto?"

"Ho detto la verità. Ci facciamo una sigaretta?"

Remus ce l'aveva già. La tirò fuori. Sirius si girò sullo stomaco e allungò il suo lungo pallido braccio in mezzo al fumo per prenderla, se la piazzò tra le labbra serrate e schioccò le dita. Fece un tiro, poi si girò di nuovo, esalando con un sospiro.

"Come ti senti?" chiese Remus, incapace di togliergli gli occhi di dosso. Sembrava ancora un miracolo oltre ogni immaginazione. Sirius Black, nudo, nel mio fottuto letto.

"Proprio adesso? Come se fossi un fiore appena sbocciato." Sirius fece l'occhiolino, con malizia. "Su Prongs? Ok. Bene, penso." Si stiracchiò, mentre faceva sparire una mano sotto il cuscino. "Cos'è questo?"

"Oh!" Remus arrossì, saltando in piedi, "Ho ricevuto alcune lettere in risposta. Ferox sta bene. E, ehm..."

"Grant." Le labbra di Sirius si incurvarono mentre prendeva la lettera che Grant aveva mandato da Brighton. Sopra c'era una foto a colori del molo, il mare era blu e il sole brillava. Remus era così grato che fosse riuscito a mandarla. Era bello pensare a Grant in un posto luminoso e felice come quello. Sirius continuò a fumare mentre la leggeva "Si frequenta con uno che ha un bel corpo e gli manchi?!"

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