capitolo 8

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POV ASHLEY

Rimasi da sola in quella camera per un pò e anche quando sentii la porta d'ingresso chiudersi non uscii.

Decisi di aprire il grande armadio che si trovava di fronte il letto, in cerca di qualcosa di comodo da mettere.

Trovai una felpa calda e gigante con su scritto "life is bullshit".

Ed effettivamente è proprio così, la vita è una grande stronzata.

Indossai velocemente la felpa e le mie narici furono invase da un odore che ormai mi era familiare.

Un profumo di cenere, vaniglia e di alcool. 

Insomma il profumo di Justin.

La felpa era abbastanza lunga, mi arrivava quasi fino al ginocchio quindi andava abbastanza bene.

Entrai cautamente nel bagno in camera e mi specchiai.

Un mostro.

Mascara colato, viso distrutto e dei capelli orrendi.

Mi sciacquai il viso facendo andare via ogni traccia del trucco e lavai velocemente i capelli.

Non trovai un phone quindi decisi di lasciarli asciugare all'area, tanto la mia ultima preoccupazione era un raffreddore.

Decisi finalmente di uscire dalla camera e rimasi immobile quando vidi un ragazzo di fronte a me.

Forse non avevo sentito la porta aprirsi poichè stavo lavando i capelli.

<: Dov'è Justin?> chiesi con un filo di voce.

<: E' andato a fare delle commissioni.> rispose quasi divertito dal mio imbarazzo.

<: Ehm...ok> risposi semplicemente rimanendo impalata in piedi.

Poi mi venne in mente una cosa.

Forse dovrei chiamare mia mamma e tranquillizzarla.

Ma dirle cosa? Ciao mamma volevo suicidarmi ma il ragazzo che ho visto picchiare a morte un tizio mi ha salvata, ora dice che non posso tornare a casa e che devo rimanere con lui. Ah questo ragazzo si chiama Justin ed è stato in carcere per reati che non voglio sapere.

Bene, pensai.

<: Me lo presteresti il telefono?> chiesi titubante.

<: Certo.> rispose porgendomi il cellulare.

Composi il numero di mia mamma, feci un bel respiro e feci partire la chiamata.

<: Pronto.> rispose lei come sempre.

<: Mamma sono io.> dissi.

<: Ashley dove sei? I professori dicono che sei uscita da scuola e che non ti hanno più vista. Stavo per chiamare la polizia.> disse con voce rassicurante.

<: Mamma non posso più tornare a casa.>  sputai.

<: Cosa? Cosa stai dicendo, torna subito a casa Ashley Hacker.> disse con tono autoritario.

<: Non cercarmi, fidati è meglio cosi.> dissi lasciando che una lacrima mi cadesse sulla guancia.

<: Ashley torna a casa!> mi rimproverò.

<: Non posso, scusa mamma...stai tranquilla sto bene.> dissi iniziando a piangere silenziosamente.

<: Amore...ti prego non mi lasciare pure tu...> disse scoppiando a piangere.

<: Mamma ti prego...> sussurrai piangendo.

<: Torna a casa bambina mia.> singhiozzò.

<: No mamma.> dissi staccando la telefonata.

Mi accasciai a terra ed iniziai a piangere rumorosamente.

Non mi interessa se il tipo adesso mi considera una pazza o una nullità, ma io ho bisogno di sfogarmi.

<: Hey va tutto bene.> disse sedendosi a terra accanto a me.

Lo guardai negli occhi per un attimo e poi lo abbracciai.

Non so neanche io, ma avevo bisogno di una persona a cui aggrapparmi per sentire un minimo di conforto.

<: Andrà tutto bene.> disse accarezzandomi i capelli bagnati.

Poggiai il mio viso sulla sua spalla e continuai a singhiozzare.

Non so quanti minuti passarono ma finalmente ripresi a respirare normalmente.

Alzai la testa dalle spalle del ragazzo e con un filo di voce gli chiesi scusa per l'accaduto.

<: Va tutto bene> rispose e poi aggiunge <: Comunque cara signorina io mi chiamo Alex.> disse sorridendo.

Feci una risatina per il "cara signorina" e poi risposi <: Io mi chiamo Ashley.> 

<: Ashley ti va di raccontarmi un pò perchè sei scoppiata in lacrime?> chiese con un sorriso premuroso.

Io annuii e iniziai a raccontare.

<: Ero al luna park con le mie amiche quando vidi Justin picchiare a sangue un ragazzo...mi spaventai molto e corsi via. Il giorno seguente lo incontrai a scuola e mi disse di stare zitta sull'accaduto della sera precedente...poi ho provato ad ammazzarmi e lui mi ha salvata...mi ha portata in un posto con delle auto da corsa e persone strane e poi mi ha detto che dovevo rimanere con lui, che era meglio per me.> dissi con gli occhi lucidi.

<: Non posso dirti nient'altro se non che Justin non è come credi.> 

<: Perchè com'è?> chiesi curiosa.

<: E' un pazzo furioso, senza regole, violento ma ha un cuore buono...il suo passato e la sua famiglia lo hanno rovinato ma lui se l'è cavata alla fine. Non fa traspirare mai le sue emozioni ed è freddo e cinico...ma se ti ha portata qui vuol dire che in fondo a te ci tiene e non chiedermi perchè, perchè non ti saprei dire.> disse.

<: E' stronzo.> sbottai alzandomi.

<: Si lo è> rispose Alex alzandosi come me.

<: Grazie.> dissi con un sorriso.

<: Sei una ragazza speciale, sappilo.> disse asciugandomi le lacrime con il pollice.

In quel secondo entrò Justin.

Mi girai di scatto verso di lui.

Un volto incazzato era dipinto sul volto.

<: Cosa cazzo sta succedendo?> chiese con voce roca e colma di rabbia.

Io e Alex ci scambiammo uno sguardo pauroso.

E ora cosa succederà?

𝖙𝖔𝖝𝖎𝖈 𝖙𝖔𝖌𝖍𝖊𝖙𝖊𝖗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora