Domenica 6 novembre 1977
Come cazzo aveva fatto James Potter a diventare un Capoclasse?
Questa era l'unica cosa che Lily Evans, Marlene McKinnon e Frank Paciock potevano pensare, mentre ascoltavano la conversazione che si svolgeva nella stanza del ragazzo del settimo anno.
I tre erano seduti sul letto di Frank - il povero ragazzo, non sapeva a cosa andava incontro quando quei quattro Grifondoro gli furono assegnati come compagni di stanza al primo anno -, cercando di aiutare Marlene a finire il compito che il professor Binns aveva dato loro per il fine settimana e lei non si era ancora preoccupata di iniziare.
Remus aveva il braccio attorno a Sirius. James era seduto sul letto di qualcuno - probabilmente di Peter - e conduceva il discorso. I tre stavano aspettando che Peter tornasse dalle cucine con la spesa per tutti perché, nelle parole di Sirius: "Avremo bisogno di nutrirci per sopportare tutto il brainstorming che abbiamo ancora davanti, Evans".
"Quindi, se tutto va come previsto", disse James, indicando la mappa sparsa sul pavimento della stanza, circondata da involucri di rane di cioccolato e bottiglie vuote di bibite babbane - un regalo di Lily e Remus. "Dovremmo riuscire a portare tutti nella Stanza delle Necessità mentre Gazza e la McGranitt sono nell'ala opposta del castello".
"Dove hai detto che è la Stanza delle Necessità?" Chiese Marlene, sollevando la testa dal pezzo di pergamena di cui non aveva completato nemmeno la metà.
"Concentrati", la rimproverò Lily. "Non finirai mai se continui a distrarti".
Marlene fece un lungo sospiro prima di posare di nuovo lo sguardo sul foglio. Nonostante non avesse più la sua attenzione, James rispose comunque alla domanda. "Ecco", mise il dito sulla sezione della mappa che corrispondeva al settimo piano, nel corridoio di sinistra. "L'ingresso è nascosto di fronte all'arazzo di Barnaba il Barbaro".
"Non era nell'altro corridoio?" Chiese Sirius, appoggiandosi alla mappa, i suoi capelli neri semilunghi e ondulati che gli cadevano sul viso.
Remus scosse la testa. "No, sono abbastanza sicuro che fosse nel corridoio di sinistra".
"Ancora non capisco perché non appare sulla mappa", si lamentò James, mentre raccoglieva la pergamena da terra e la piegava. "Mischief Managed".
"Probabilmente è impiantabile", borbottò Sirius.
"Impia... cosa?"
Sirius prese la bacchetta dalla cima del letto su cui lui e Remus erano appoggiati; mentre sussurrava "Accio", una bottiglia di succo di zucca gli volò in mano. "Ho detto che probabilmente è impiantabile. Ciò significa che è un luogo la cui ubicazione è nascosta; come Grimmauld Place" aggiunse con uno sbuffo. "Questi luoghi non possono essere localizzati su una mappa, e alcuni di essi sono nascosti alla vista, proprio come..."
"Proprio come la Stanza delle Necessità" terminò la frase James. "Sì, ha senso".
La porta fu aperta dall'esterno, e Peter entrò nella stanza con le mani piene di biscotti, tartine e sette tazze di cioccolata calda che levitavano dietro di lui, seguendolo in un'unica fila. Il vapore che usciva dalle tazze inondava la stanza con l'appetitoso odore del cacao, e ognuna viaggiava verso il suo rispettivo proprietario una volta che Peter aveva chiuso la porta della stanza con il piede.
"Ho preso tutto!" Disse Peter con la sua voce acuta, mentre lasciava cadere tutto sul pavimento, dove fino a pochi secondi prima giaceva la mappa. "Allora, hai pensato a come liberarti di Gazza e Flitwick?"
"Gazza e la McGranitt", corresse Remus. "Flitwick non resta mai qui per Natale, ricordi?"
"E Lumacorno, Sprout, Pomfrey e Tuttle saranno tutti insieme nell'ufficio di Lumacorno a festeggiare quella strana cosa irlandese" aggiunse Sirius. "Scemo non esce mai dal suo ufficio, Kettleburn e Pince si ubriacheranno nella Testa di Porco con Berf, quindi i nostri unici veri problemi sono Minnie e Gazza".
"E quello l'abbiamo già risolto!" James urlò, un po' sovreccitato, bevendo un gran sorso della sua tazza di cioccolata calda, bruciandosi la lingua nel processo. "Ahi!"
Peter ridacchiò, soffiando la sua tazza per non commettere lo stesso errore di James. "Pensi davvero che riusciremo a ingannare il professor Tuttle?".
"Perché non dovremmo?"
"Voglio dire... C'è ancora molto tempo prima di Natale... E se lui... non so, avesse una visione o qualcosa del genere?" James e Sirius abbaiarono una risata, mentre Lily si alzò dal letto e prese un biscotto dal centro della stanza. "Cosa?! È l'insegnante di divinazione! Può succedere!" Esclamò Peter, un leggero tono di rosso che gli inondava le guance.
"Calma Pete" disse Lily, lanciando un'occhiataccia a James e Sirius. "Tuttle non può prevedere le cose. Non è un veggente".
"L'insegnante di divinazione non dovrebbe esserlo?"
"Sì, beh, i veri veggenti sono piuttosto rari, quindi immagino che la scuola dia il posto a chiunque riesca a trovare". Peter sospirò di sollievo, bevendo finalmente un sorso del suo drink. "Se lo chiedi a me, sarei molto più preoccupato per il fatto che i professori noteranno ovviamente che metà del corpo studentesco resterà a Hogwarts invece di tornare a casa come tutti gli altri anni".
"Non proprio" disse Frank, accostando una bottiglia di succo di zucca. "Ci sono molti studenti che rimangono a Hogwarts questo Natale".
"Come mai?"
"La gente parla" spiegò. "La maggior parte delle famiglie non vuole che i loro figli tornino a casa con tutto quello che sta succedendo nel paese. Soprattutto dopo quello che è successo quest'estate".
"Si sentono al sicuro con Silente in giro" fece notare Remus, accarezzando i capelli di Sirius con la mano che era appoggiata sulla sua spalla. "È risaputo che tu-sai-chi ha paura di lui".
"Esattamente!" James scattò, prendendo il resto della sua tazza in un solo sorso. "Ecco perché dobbiamo farlo. Diamo alla gente la migliore festa di Capodanno di tutta la storia di Hogwarts".
"Pensi che questo sia il momento migliore per dare una festa? Con tutto quello che sta succedendo?".
"Sì." Dichiarò James, senza alcuno spiraglio di dubbio. "Questo posto sta diventando così buio, e tu sai quanto odio il buio".
"Ma..."
"La gente in questo momento ha bisogno di divertirsi, Lily", aggiunse Remus.
"Sì!" James concordò con effusione, sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso, evitando che gli scivolassero dal naso. "Non ti ricordi il nostro primo anno? Hogwarts era... magica! E non lo intendo in senso letterale, voglio dire... Dai! Sognavamo tutti di venire qui. E ora sembra... un nascondiglio. È tutto triste e buio e tutti sono spaventati e i figli di Babbani hanno il terrore di tornare a casa con le loro famiglie e..."
"Prongs" lo interruppe Sirius, notando un piccolo tremito nella voce di James. "Stai bene?"
James annuì, sollevando la testa e guardando Lily direttamente negli occhi, determinato. "Voglio che la gente sia di nuovo felice. E so che una stupida festa con giochi alcolici e musica ad alto volume non risolverà nulla. Ma... abbiamo diciassette anni. Non dovremmo farlo? Ubriacarci e fare rumore e divertirci?"
Lily fece un lungo sospiro.
"Vogliamo solo che gli studenti rimangano a Hogwarts per partecipare a qualche festa sfigata organizzata da un gruppo di adolescenti e non perché tutti hanno troppa paura di tornare a casa e non tornare più".
Lily lanciò a James uno sguardo di comprensione, arricciando le labbra. La sua testa era improvvisamente piena di immagini di quel letto vuoto nel dormitorio delle ragazze del quinto anno.
Anche lei voleva che quelle ragazze tornassero a sorridere.
"Sì, hai ragione, una festa sembra... sembra fantastico".
James le sorrise, sedendosi sul letto di Peter e stendendo di nuovo a terra la Mappa del Malandrino.
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni. Allora, Moony, secondo te qual è il modo migliore per far uscire i Tassorosso dalle cucine senza passare davanti all'ufficio di Lumacorno?"
Lily, Frank e Marlene si scambiarono uno sguardo, sentendo le chiacchiere del Malandrino.
Forse James Potter meritava davvero di essere un capo, dopo tutto.
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Carpe Noctem
FanfictionHello, allora questa storia non è mia ma è di Evareinadeescocia che ha scritto questa fan fiction sui Jegulus che potete trovare su Ao3 in inglese, io ho solo voluto tradurla perché è pazzesca. Quindi non ho nessun merito.