I conti del passato

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Ho una macchinina nuova. È blu e ha le gomme nere.

"Mamma, guarda!".

Tiro la lunga gonna della mamma, salgo sul letto e la scuoto forte. La mamma, però, continua a dormire. Ha le labbra viola e il volto bianco, bianco come le lenzuola della nonna.

Faccio correre la mia bella macchinina lungo il suo braccio, poi sul suo naso piccolo e sulla fronte aggrottata.

"Brum, brum!".

Lei si lamenta.

"Guarda mamma! Guarda!", strillo per attirare le sua attenzione, ma lei si gira solo su un fianco, mette le mani sotto il cuscino e dorme.

Faccio un salto giù dal letto e scendo veloce le scale, facendo scorrere la macchinina lungo le pareti, sul corrimano in legno e sul polveroso pavimento di marmo chiaro.

La nonna è in salotto. Beve il suo tè e mangia i biscotti al limone, mentre la radio continua a suonare una canzone davvero noiosa.

"Nonna ho una macchinina", sorrido e, stringendo forte il piccolo oggetto fra le mani, glielo mostro.

È lucida e blu. Un blu bello, non come quello degli occhi tristi della mamma.

"Tua madre?", mi chiede invece la nonna e ignora la mia bellissima macchinina.

Scrollo le spalle e faccio correre la macchinina lungo il profilo della poltrona dov'è seduta. "Dorme. Dorme sempre".

La nonna sbatte la tazza sul piattino in ceramica. "Quella buona a nulla". Poi mi guarda. "Devi somigliare a quel farabutto di tuo padre".

Io non conosco papà, ma mamma dice che è bello e buono ed io mi fido della mamma. Io e lei giochiamo insieme in giardino, a volte. Ma non oggi, perché lei oggi dorme e non può.

Il gioco preferito della mamma è nascondino. Io conto, perché dice che sono bravo a fare il cacciatore. Allora fingo di avere l'arco con le frecce e quando la trovo lei è sempre piegata su una polverina azzurra che mette sulle gambe. Mi sorride e inspira forte.

"Cos'è, mamma, cos'è?".

"Polvere magica, tesoro", mi dice allegra. "Guarda come vola la mamma".

E insieme torniamo in casa saltando fra l'erba del giardino, sbattendo le braccia proprio come gli uccelli.

𖥸

5 novembre, 08:30 a

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5 novembre, 08:30 a.m.

Lily stava guardando una vetrina del negozio di giocattoli, mentre aspettava che io pagassi il caffè d'asporto che avevo preso per entrambi.

Manhattan la mattina era fastidiosamente affollata e quando cercai di raggiungerla inciampai in ragazzini che frenetici si affannavano verso la scuola.

Mi fermai al suo fianco. In vetrina era esposta un'enorme scimmia di peluche, che io francamente trovavo inquietante, ma che in lei fece nascere un sorriso spontaneo e genuino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07, 2022 ⏰

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