3. Verità nascoste

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"Ti prego papà! Voglio venire con te!" lo pregai facendo gli occhi dolci, di solito lo convincevano.

"No è no. Ci sono troppi macchinari e altri aggeggi elettronici, è pericoloso" rispose con tono autoritario lui accarezzandomi la testa dolcemente.

"Dai che sarà mai amore, è solo una notte no? Non è una prova quella che fai?" intervenne mia madre seduta sul tavolo intenta a bersi un the.

"Si ma non posso tenere d'occhio lei e quegli affari sul palco"

"Amore, quegli "affari" sono letteralmente dei robot. Non credo possano muoversi e poi almeno passerai più tempo con Sarah, non era quello che volevi?"

Mio padre guardò prima mia madre e poi spostò lo sguardo su di me, che intanto avevo ancora gli occhi da cucciola indifesa.

Dopo una lunga pausa dove sembrava dovesse scoppiare da un momento all'altro sospirò.

"Dai, preparati che andiamo, ma solo stanotte signorinella! Capito?"

Io annuii energicamente e cominciai a saltellare per casa come un grillo. Non potevo credere di essere riuscita davvero a convincerlo, anzi il merito era della mamma, era lei che riusciva a scioglierlo ogni volta.

Mi precipitai come un razzo nella mia cameretta e cominciai a buttare letteralmente giu l'armadio.

Poco dopo sentii una risata e i leggeri passi di mia madre farsi avanti verso la mia camera.

"Ma che stai combinando?" rise poggiandosi allo stipite della porta.

"Ho bisogno di qualcosa da mettere!" esclamai eccitata.

"Ferma, faccio io"

Si avvicinò al mio armadio e rimise a posto il casino che avevo fatto. Subito dopo cominciò a rovistare per cercarmi qualcosa di carino e tirò fuori un pantaloncino  rosa con una magliettina azzurra.

"Grazie mamma!"

"Prego amore, ora sbrigati che tuo padre deve andare"

"Si!"

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"Ma quanto ci hai messo" rise mio padre vedendomi corrergli incontro.

Gli saltai addosso e lui mi prese al volo riempiendomi di bacini.

"Sei bellissima amore mio" mi disse sorridendo ed io poggiai la testa sul suo petto, era una cosa che amavo e amo tutt'ora fare quando mi sento in imbarazzo, era un modo per nascondere le guance rosse, che a detta dei miei erano adorabili.

"Andiamo papà?" chiesi con entusiasmo e lui sospirò.

"Tesoro hai tu le chiavi della macchina?" chiese poi lui a mia madre, la quale le aveva già preparate. Gliele lanciò con un mezzo sorriso e poi guardò me.

"Mi raccomando Sarah, non far impazzire tuo padre."

"Ok mamma!"

Uscimmo fuori e papà mi poggiò sul seggiolino mettendomi poi la cintura. Si sedette a fianco a me e mise in moto la macchina.

~~~~~~~~~~~~~

Non ci mettemmo molto ad arrivare e una volta parcheggiato scendemmo. Papà mi prese la mano e vidi che ad aspettarci davanti l'entrata c'era un uomo forse sulla cinquantina che ci lasciò le chiavi con un paio di regole da seguire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 09, 2022 ⏰

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