CAPITOLO 1

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Erano le sei del mattino e la mia sveglia era appena suonata, era il mio primo giorno al liceo, mi ero iscritta al biologico settore moda, per questo ero sicura al 100% che in classe saremmo state tutte femmine, peró nella scuola ci sarebbero stati un miliardo di ragazzi che sono al settore sanitario.
Avevo finito di prepararmi e stavo uscendo di casa con mio padre, per farmi accompagnare da lui il primo giorno.

Per tutto il tragitto non ci fu neanche una parola peró arrivati a scuola mi fece i suoi trecento mila raccomandazioni e poi mi lasció nel cortile.

Ero spaventata da tutta quella gente ma allo stesso tempo euforica di conoscere nuove persone, di fare nuove amicizie e magari di incontrare un nuovo amore, forse non subito, forse tra qualche mese o anno. I miei pensieri furono interroti da una voce:

-Denise?-

-Hey ciao Erika!-

-E tu che ci fai qua?-

-Settore moda per i prossimi cinque anni- gli risposi con un sorriso fiero della mia scelta.

-Davvero? Quindi ci vedremo per i prossimi due anni- mi disse.

-Perché solo due anni?- le chiesi non avendo capito cosa volesse dire.

-Bhé.. Io faccio il quarto, quindi..-

"Giusto!! Che figura di merda che ho fatto" pensai. Erika era molto carina aveva dei lunghi capelli mori e gli occhi marroncini, era alta e magra. Sarebbe potuta diventare una modella, andavamo a mare insieme fino a quando non cambió per questo la conoscevo bene, in fondo la maggior parte di persone le conoscevo in quella scuola, peró ero in imbarazzo lo stesso.

-Vabbè ora vado le mie amiche mi chiamano.. Ci si vede in giro allora. Ciao- mi salutó e si diresse verso tre ragazze molto belline. Io intanto ero ancora spaesata e mi guardavo in giro in cerca di Alessandra, lei era una delle mie migliori amiche alle scuole elementari poi ci siamo divise per frequentare le scuole medie e dopo qualche tempo messaggiando abbiamo scoperto che ci saremmo ritrovate in classe insieme.

-Guarda dove metti i piedi.- ero andata a sbattere contro un ragazzo che si era apenna girato aggredendomi, che figura.

-Scu-scusa, no-non volevo.- gli dissi imbarazzata abbassando la testa.

-No no scusami tu, forse ho esagerato. È che mi hai fatto male.- mi disse, guardandomi negli occhi. Aveva degli occhi di un blu mare che sembrava brillassero, era biondo con i capelli alzati, alto e con un fisico che sembrava scolpito.

-No scusa tu non volevo, non guardavo dove mettevo i piedi. Stavo cercando la mia amica.- gli dissi per giustificarmi.
E lui in quel momento scoppio a ridere come un pazzo, attirando l'attenzione di molti.

-Perchè ridi?- gli dissi un pó divertita anch'io dalla situazione.

-Perché hai detto una cazzata pazzesca. Dai ammettilo che lo hai fatto a posta, solo per parlarmi.- mi rispose facendomi un sorriso malizioso.

-Non è vero! Non è una cazzata! Sto cercando Alessandra!- gli dissi ormai un pó infastidita.

-va bene, va bene. Ma non ti incazzare piccolina.- mi disse ancora ridendo e facendomi una carezza sulla guancia come fanno le nonne.

-Ma vaffanculo!- gli dissi ormai incazzata nera, cosí mi girai e me ne andai.

-Deddy finalmente ti ho trovata!- mi girai e vidi Alessandra che mi correva in contro per abbracciarmi.

-Ale!-

-Come va? Come stai? Quanto tempo.. Non vedevo l'ora di vederti.. Ma che è successo sembri arrabbiata nera.- mi disse notando il mio viso rosso come un pomodoro.

-No niente, quell'handicappato laggiú. Gli sono sbattuta incontro dicendogli che ti stavo cercando, e come un deficiente si è messo a ridere dicendomi che avevo appena detto una cazzata e che l'ho fatto solo per potergli parlare- gli dissi fissandolo ancora con la rabbia dentro.

-E tu che gli hai detto?-

-un semplicissimo vaffanculo. Cosí impara.- gli dissi mettendomi a ridere.

Non ebbe neanche il tempo di rispondermi che la preside inizió a chiamarci uno per uno, per farci vedere le nostre classi.

-..Bernaschino Denise Paola..- disse e io mi avvicinai mettendomi in fila con le mie nuove compagne di classe. Tutti mi fissavano soprattutto quel mezzo deficiente che mi ha dato della bambina prima. Grrr.. Che rabbia mi faceva, cosí non lo guardai proprio. Dopo altri nomi compreso quello di Alessandra, entrammo e seguendo la nostra nuova professoressa ci dirigemmo in classe.

nuovo anno, nuovo amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora