<dici che sono morti?> sento chiedere da qualcuno di cui non avevo neanche sentito i passi,
<lui sicuramente> afferma dando un calcio al tipo, <e la rossa la pure> afferma riferendosi alla mia coinquilina, <ma lei non lo so> cazzo. Stavolta faccio caso ai passi che vengono nella mia direzione ed ad una presenza che si abbassa sul mio corpo,
<adesso lo scopriamo> afferma estraendo quello che ad udito sembra un coltello, la lama viene a contatto con la mia gamba tagliando la carne, vorrei urlare ma non posso, un dolore parte dalla mia coscia sinistra espandendosi poi per tutto il corpo, il mio istinto di sopravvivenza ha la meglio e tengo la bocca chiusa rimanendo immobile. Le sento il sangue caldo che inzuppa i miei jeans neri per poi arrivare all'asfalto,
<morti tutti e tre, andiamocene> afferma quello che mi ha tagliata per poi allontanarsi con il compagno, una lacrima cola sulla mia tempia per poi finire a terra. Una volta che se ne sono andati spalanco gli occhi e mi preoccupo subito della mia gamba, c'è un taglio orizzontale a metà coscia, non è molto profondo ma fa un gran male. Mi tolgo velocemente la camicetta bianca sporca di sangue rimanendo solo con la canottiera del medesimo colore, la avvolgo attorno alla parte ferita e faccio un nodo stringendolo forte. Spero che resista il più possibile, il sangue sta già macchiando il sottile tessuto; mi tiro in piedi a fatica,
<okay, ci siamo> mi dico, <ora devo svegliare Sandy e provare ad arrivare a quel bunker> continuo,
<tesoro è ora di tirarsi su> le dico afferrandole il braccio,
<per favore svegliati> continuo, le tiro uno schiaffo in volto in preda alla disperazione,
<ahio> le sento dire,
<oh grazie al cielo, tirati su, veloce, dobbiamo andare> affermo sempre più preoccupata. Lei si alza in piedi,
<merda che male> afferma, appoggiando la schiena contro il muro, magari il tipo morto ha delle armi con se, inizio a "perquisirlo" ed ecco una splendida pistola calibro nove, controllo le munizioni e ci sono solo tre proiettili più quello in canna.
<andiamo> affermo iniziando a camminare più lentamente di prima,
<sanguini> mi guarda preoccupata,
<lo so, non è niente, andiamo> la rassicuro, attraversiamo velocemente la strada e ci piazziamo appoggiate contro il muro, sentiamo sfrecciare un'altra auto che però va dritto, intenta a guardare gli ostacoli sulla strada davanti a noi non presto attenzione a qualcosa che mi fa notare la mia amica,
<si è fermata> appena pronuncia queste tre parole mi giro fulminea nella direzione in cui punta il suo sguardo. La macchina è immobile in mezzo alla strada, d'un tratto si accendono i fari bianchi che stanno ad indicare la retromarcia, cazzo,
<Stacy corri! Ci hanno viste!> inizio a correre più forte che posso nonostante la ferita dolorante alla gamba, le ruote della macchina stridono sull'asfalto, il guidatore fa girare la parte anteriore del veicolo nella nostra direzione con un veloce drift.
<dai, dai, più veloce> le urlo,
<non ce la faccio più> risponde lei,
<non mi interessa, giù per il vicoletto> le urlo svoltando nel vicolo che ho alla mia sinistra, la gamba fa sempre più male, santo cielo,
<Logan sono andate di qua!> esclama uno, sono i ragazzi di prima, stavolta ce la dobbiamo cavare, non ci salverà di nuovo.
<ragazze di qua> sentiamo sussurrare da una voce maschile una volta arrivate alla fine di un vicolo cieco,
<entrate qua> si apre una porta in metallo, appare un ragazzo magrolino con i capelli ricci biondi, gli occhi azzurri celati dietro un paio di occhiali da vista, il naso leggermente all'insù e le labbra sottili.
<chi sei?> chiedo con tono inquisitorio,
<sono la persona di cui vi dovete fidare se volete vivere> afferma <veloci stanno arrivando> continua, annuisco
<hai armi?> chiedo ancora,
<ho una pistola> afferma convinto,
<Hud le vedi? Ma dove cazzo sono andate?!> sentiamo chiedere uno dei ragazzi di prima, ma che cosa vogliono da noi, manco li conosciamo, non mi fido neanche di sto biondino ma la gamba mi fa troppo male per continuare a correre.
<entrate veloci> varchiamo la soglia di fretta, la casa è in penombra, illuminata solo da qualche candela in qua e in là, mi accascio sul divano verde,
<hai un kit medico?> gli chiedo dolorante, lui annuisce sparendo poi nel corridoio,
<ti fidi?> mi chiede la rossa,
<abbiamo altra scelta?> le rispondo nel momento in cui appare nuovamente il ragazzo dal corridoio,
<non mi sono ancora presentato, sono Dylan> afferma,
<Stacy e Megan> afferma la mia amica, lui annuisce,
<se vuoi ho un paio di leggins...> afferma, io annuisco per poi rispondere.
<grazie> lui svanisce nuovamente nel corridoio riapparendo poi con l'indumento in mano, mi sfilo velocemente i jeans e inizio a medicare la ferita sulla gamba, una volta disinfettata ci applico un cerotto, decisamente grande e faccio un paio di giri, con la garza, attorno alla coscia. Mi infilo l'indumento fornito dal ragazzo,
<grazie ancora> lo ringrazio ancora,
<ma figurati, volete qualcosa da mangiare?> chiede ma non faccio in tempo a rispondere che degli spari attraversano la porta prendendo in pieno Dylan,
<direi che siete state poco furbe data la fantastica scia di sangue che ci avete lasciato> i ragazzi di prima, mi appoggio un dito sulle labbra per far capire alla ragazza di fronte a me di tacere, inizio a cercare la pistola addosso al ragazzo che giace a terra.
<chi è la cerbiatta ferita?> ride un altro, merda non l'aveva con se, non ho il tempo di perquisire la casa, faccio segno a Stacy di seguirmi, andiamo verso la porta principale passando dalla cucina, sentiamo un rumore, seguito da un altro e un altro ancora mentre togliamo la sbarra di legno che tiene la porta chiusa. Un rumore molto più forte e contenuto degli altri ci giunge alle orecchie, ci guardiamo e nei suoi occhi leggo che ha capito anche lei che hanno sfondato la porta.
<corri> dico solo, percorriamo il breve corridoio prima di uscire in strada, l'adrenalina mi attenua il dolore dandomi più energia, sento un colpo di pistola, mi giro un attimo, voglio vedere dove cazzo sono questi, ed eccomi accontentata! Sono esattamente dietro di noi. Svoltiamo giù per un vicoletto e poi per un altro,
<metti un piede sulle mie mani e spingiti su quel terrazzo> ordino alla mia amica, io incrocio le dita tra lo e con i palmi delle mani la aiuto a salire. Sento uno sparo, è troppo vicino, non ce la farei a salire senza farmi vedere,
<resta qua, io arrivo> affermo,
<no, Meg, no> dice lei,
<nasconditi> affermo prima di ricominciare a correre verso la strada parallela a quella in cui mi trovavo, mi guardo velocemente dietro ritrovando le loro tre figure intente a inseguirmi,
<voi due andate a cercare l'altra, questa la prendo io> ordina uno dei tre, infatti quando mi giro vedo solo lui. Riportando lo sguardo davanti a me trovo la figura di un uomo sulla quarantina con la classica pancia alcolica, nella mano destra stringe un coltello sporco di sangue, dai ma scherziamo? Punto la pistola e gli sparo alla spalla, non voglio ucciderlo, non sono pronta a farlo, ma non voglio neanche morire, lo supero senza tanti problemi ma quando sento un colpo di pistola mi si ghiaccia il sangue nelle vene. Mi fermo sul posto e mi giro verso l'uomo a cui ho sparato alle mie spalle, morto. Sollevando leggermente lo sguardo trovo quello del mio inseguitore, una lacrima mi scende sulla guancia, se non gli avessi sparato sarebbe ancora vivo forse, ma mi voleva uccidere, ho fatto bene.
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La notte dell'amore
Romanceuna storia iniziata durante la famosa notte del giudizio, Megan, bella con molti amici e poca paura di farsi valere , figlia di un importante imprenditore di NY che prima faceva il militare. Logan, figlio del proprietario di uno dei giornali più co...