L'odore atroce delle prigioni le invase le narici appena ebbe messo piede in quel postaccio. I suoi stessi passi le risuonavano nelle orecchie come il rumore del martello di un fabbro mentre scendeva sempre più giù, cercando di ignorare i lamenti dei detenuti. Dopo qualche minuto, si fermò. La guardia, un uomo sui cinquant'anni mezzo ubriaco, barcollò verso di lei.
«Cosa volete?» farfugliò faticando a reggersi in piedi
Lavinia non si perse in troppe cerimonie: «Devo vedere mio fratello, Egidio De Neris» ordinò secca, aveva molta fretta.
Il militare, sfregandosi gli occhi appannati, alzò appena un braccio indicandole una delle celle in fondo al corridoio.
Aveva già avuto modo di vedere Egidio dopo il suo arresto, ma non si sarebbe mai aspettata di trovarlo in queste condizioni: scarmigliato, con la barba lunga e la pelle che pareva attaccata alle ossa. I vestiti strappati contribuivano a far risaltare quel brutto spettacolo. Nulla ormai rimaneva del potente cardinale che tutti salutavano con deferenza . Anche lei era cambiata molto: l'acconciatura era più austera e anche il volto non esprimeva più un'indole civettuola e spensierata, ma solo rancore.
Egidio le andò incontro con passo malfermo non appena si avvicinò alle sbarre: «Sei tornata dall'Austria finalmente, sorella mia!» esclamò mentre una lacrima gli scendeva dall'angolo dell'occhio. La destituzione dalla sua carica ecclesiastica da parte del Papa lo aveva reso sentimentale.
Lavinia sfoderò un sorriso agghiacciante: «Non solo sono tornata, ma porto anche ottime notizie. Alla corte di Giuseppe II ho trovato la persona giusta per il nostro progetto».
Appena dopo il primo interrogatorio, il fratello l'aveva supplicata di fuggire all'estero per salvare quel che rimaneva del loro patrimonio ed evitare di finire a sua volta in rovina.
L'ex alto prelato si rinvigorì di colpo: «Ero sicuro che metterti a capo della famiglia si sarebbe rivelata la scelta più azzeccata» esultò a bassa voce «E dimmi...la persona in questione è già in viaggio verso Venezia?».
Lavinia si guardò attorno per qualche istante, facendo attenzione che qualche sconosciuto non origliasse la loro delicata conversazione. Si piegò ancora di più verso il fratello e mormorò: «Ho ricevuto la sua lettera, domani alle undici sarà qui. Ci incontreremo a Mestre, insieme agli altri di cui ti avevo parlato».
Egidio annuì guardando la sorella con enorme ammirazione. Grazie a lei, potevano tornare ancora potenti. Grazie a lei, aveva un motivo in più per sperare.
Lavinia, come se gli avesse letto nel pensiero, gli prese le mani stringendole con decisione mentre una luce fanatica animava i suoi occhi rendendoli quasi spettrali: «Le nostre sventure stanno per terminare, Egidio. È giunto il momento di colpire al cuore il potere malvagio che ora domina la nostra amata Repubblica e di riportare l'ordine».
Il maggiore dei De Neris rimase a bocca aperta: «Significa che...vuoi eliminarli tutti?»
Per tutta risposta, Lavinia sogghignò, estraendo da una scarsella tre pezzi degli scacchi di inestimabile valore, due d'argento e uno d'oro. Egidio li riconobbe subito: li aveva ricevuti dal defunto Doge Paolo Furnier per i suoi servigi.
«Certo, mio caro fratello».
Così dicendo, li lasciò cadere sul lurido pavimento: «Occorre liberarsi dei pezzi d'argento, per potersi liberare anche di quello d'oro»
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La maschera caduta
RomanceDopo il matrimonio e la nascita del piccolo Francesco, Ludovico e Cristina vivono felici il loro amore. Li attende, però, una nuova e terribile sfida: qualcuno tenterà di sovvertire il potere della Serenissima rischiando di eliminare ciò che hanno...