Capitolo 1

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Odio il lunedì è il giorno in qui fai i conti con le bravate che hai combinato nel weekend. Il primo giorno di una lunga settimana e per non farci mancare nulla anche il primo giorno di vacanza estiva e di pianificazione per il trasloco. Ebbene sì avete letto bene una ragazza di diciotto anni con un diploma in mano si trasferisce dall'altra parte del mondo per realizzare il suo più grande sogno con le mie due migliori amiche.

Spensi la sveglia, che avevo impostato ieri sera prima di addormentarmi, con gran fatica e senso di volontà mi spostai nel bordo del letto.

La mia camera era semplice ma era il mio posto personale, il mio rifugio. Era molto semplice, pareti bianche con appese delle polaroid mie e con le mie amiche, avevo un enorme armadio a muro con due porte a specchio. Una scrivania bianca con sopra i miei libri della scuola, una lampada e un computer e per non mancare uno scaffale vicino alla porta finestra, che dava a una terrazza con vista sul retro della casa, con tutti i miei libri. I libri per me erano una distrazione, un mondo tutto mio dove potevo fantasticare sul libro che leggevo e ovviamente un passatempo.

Una volta cambiata e vestita con un paio di leggings neri e sopra un pantaloni della tuta, un reggiseno sportivo e una maglia mi diedi una rapida controllata allo specchio. Ero una ragazza come tante, fisico magro, curve al posto giusto, un seno non troppo esagerato ma neanche inesistente. I capelli lisci e corti all'altezza del seno erano di un colore marrone chiaro, con qualche ciocca più chiara. Un punto su qui non potevo lamentarmi ma che ero grata erano i colore dei miei occhi un misto tra grigio e azzurro.

Usci dalla stanza e mi diressi al piano di sotto verso la cucina dove trovai la cuoca non che la mia complice Rosa che stava preparando la colazione.

Lei e suo marito si sono trasferiti a casa nostra dopo la morte di mia nonna otto anni fa, da allora loro sono diventati parte della famiglia. Sono di origine spagnola, è grazie a loro se adesso come seconda lingua, dopo l'inglese ovviamente, lo parlo sempre con loro o quando non voglio farmi sentire da mio padre o mio fratello.

<<Buenos dìas abuela>> la salutai sedendomi nel mio solito posto nella penisola osservandola concentrata a cucinare solo dio sa cosa.

Mio padre era molto severo sulla colazione e mangiava qualsiasi cosa che Rose cucinava, dalle uova e beacon a formaggi e salumi, oppure torta fatta in casa e caffè. Mentre io bevevo solo una tazza di caffè e mangiavo un po' di frutta che mi faceva preparare pronta su un piattino con il caffè.

<<Como estàs? mi amor, dormiste bien?>> (Amore mio, come stai? Dormito bene?) mi dice Rosa appena mi vede.

<<Dormì bien. Gracias>>(Ho dormito bene grazie) lei sa tutto sui incubi che faccio alla notte. Quello che ho passato e le notti insonni che faccio e lei ogni mattina si preoccupa come ho passato la notte.

Lei si gira con uno dei sui grandi sorrisi e mi porge una tazza di caffè e un piatto con della frutta, osservandomi per capire se stavo dicendo la verità o meno.

Bevetti un lungo sorso di caffè e mangiai un po' di frutta, così da evitare che lei si arrabbiasse o che si preoccupasse che non mangiavo.

Soffro di disturbi alimentari da tutta la vita, non l'ho mai ammesso a nessuno perché non volevo che la gente mi giudicasse o ancora peggio mi compatisse, quindi per evitare tutto questo ho sempre negato dicendo bugie del tipo, "ho già mangiato prima", "prenderò qualcosa più tardi". A volte cambiavo argomento o me la svignavo come una stupida, ma nonostante fossi diventata brava a mentire in tutti questi anni c'erano tre persone che non bevevano le mie cazzate. Le due mie migliori amiche e Rosa.

<<Tú también vas a entrenar esta mañana?>> (Vai ad allenarti anche stamattina?) tornando di nuovo ai fornelli. Ogni mattina prima di andare a scuola mi alzo sempre prima per andare in una piccola palestra vicino casa per scaricare la tensione, e a calciare un po' il sacco da box.

IL MIO MIGLIOR NEMICODove le storie prendono vita. Scoprilo ora