Il penultimo giorno all'Ariston era sempre quello più caotico: non avresti cantato la tua canzone e questo ti avrebbe provocato ansia, tantochè avresti dovuto ripetere il testo per tutto il pomeriggio e maledirti per aver scelto una canzone così tanto complicata.
Poi c'era Blanco, che in questi giorni era sempre stato il più ansioso, mentre oggi se ne stava in terrazzo a godersi la vista mare e a girarsi tra le mani la collanina che gli avevo regalato quella sera.
Mi avvicinai e gli lasciai un soffice bacio delicato sulla guancia destra.
<< Mi mancherà tutto questo. >> si percepiva una nota di tristezza nella sua voce, gli dava un non so che di affascinante.
<< Anche a me, Ricky. >> e poi si girò verso di me sorridendomi e sfiorando la punta dei nostri nasi, quel contatto mi fece rabbrividire per qualche secondo.<< Con la tua ragazza? >>
<< L'ho lasciata. >>
<< Mh, capisco. >>
<< Non era quella giusta. >>
Blanco e la sua ragazza si lasciarono verso la metà di novembre, non sembrava particolarmente abbattuto, forse avrebbe voluto lasciarla da tempo ed era come se si fosse liberato di un peso.
<< A volte era impulsiva. >>
<< Anche tu lo sei, Blanco. >> e lui mi squadrò con il suo sguardo gelido.
<< Andiamo a pranzare. >>
<< Cos'hai cucinato? >>
<< Riso in bianco e filetto di merluzzo. >>
<< Non di nuovo riso in bianco... >> e risi di gusto: << Sto scherzando, un bel piatto di carbonara ti sta aspettando sulla tavola. >> e andammo a pranzare in sala.
<< Come fai a cucinare così bene? >>
<< Mia madre ci teneva che lo sapessi fare, quando avrei avuto una ragazza avremmo potuto cucinare sempre insieme. >> e lui mi fissò per qualche secondo, poi ritornò a mangiare.
<< Vuoi che ti insegni? >> lui annuì timidamente.
Dopo aver pranzato, sistemammo il tavolo e posizionammo tutto l'occorrente con gli ingredienti. Chiesi a Blanco quale fosse la sua torta preferita, non mi sorprese quando disse la torta kinder, a chi non piaceva? Gli indicai quanto doveva mettere degli ingredienti nella ciotola, poi misi le mie mani sulle sue per aiutarlo a mescolare. Poi preparai la panna mentre Ricky si occupò di sciogliere la cioccolata fondente per il rivestimento.
<< È così divertente, sai? >>
<< È più divertente se lo si fa in compagnia, soprattutto se non ha mai toccato dei fornelli. >> e mi scappò una risata mentre Blanco mi guardava male, ma poi si mise a ridere anche lui, era così dolce e innocente la sua risata.
Alla fine misi la torta in forno e aspettammo tre quarti d'ora buoni fin quando non avrebbe raggiunto la cottura ideale.
Blanco si mise ad osservarla e io non potei far altro che ridere: << Guarda che non si cucina più in fretta se la fissi continuamente. >>
<< Non la sto fissando, sto solo vedendo la cottura. >>
<< L'ho infornata da meno di dieci minuti. >> e lui sospirò e andammo a sederci sul divano.
<< Come mai hai abbandonato la scuola? >> dissi per rompere il ghiaccio.
<< Volevo dedicarmi interamente alla carriera di cantante. >> poi mi guardò: << E poi perché sono stato bocciato. >> e mi scappò una risata.
<< Che c'è? Tu non sei stato mai bocciato? >>
<< No, neanche una volta. >>
<< E dimmi, che scuola hai frequentato? >> adoravo quando faceva questo tipo di domande, quel suo essere curioso era adorabile: << Ho frequentato il liceo linguistico e, dopo essermi diplomato, sono andato al CPM di Milano dove ho conosciuto quelli che sono tuttora i miei produttori. >>
<< E io che pensavo che abbandonare la scuola sarebbe stato un grande passo... >>
<< Ricky guarda che non hai fatto una scelta sbagliato, dedicarsi alla propria carriera non è mai stato un male, continua così e vedrai che ti si apriranno molte porte. >> e lui mi ringraziò sfoggiando uno dei suoi calorosi sorrisi.Uscì dal camerino con indosso i miei vestiti, gli andavano decisamente grandi, ma la situazione era troppo divertente per farlo smettere, e non avrei perso l'occasione di vedere Blanco con indosso qualcosa di mio, specie se si trattava della mia camicia leggermente attillata.
<< Ale, secondo te come mi sta? Sii sincero. >>
<< Tesoro, quella camicia ti sta da Dio, perché non la prendi te? >>
<< Ma mi va grande! Guarda le maniche. >> stavamo ridendo ininterrottamente da più di mezz'ora, ora stavo piangendo dalle risate: << Ti ho detto che stai bene, o vuoi che venga lì a baciarti per fartelo capire? >>
<< Aspetta, mi hai chiamato 'tesoro' prima? >>
<< Si, l'ho fatto. >> e lui arrossì immediatamente, allorché mi alzai e mi avvicinai ai suoi fianchi ben delineati: << L'idea ti dispiace? >>
<< Assolutamente no. >> e si alzò in punta, segno che avrebbe voluto baciarmi, e invece mi toccò semplicemente il naso, io lo aiutai a restare in punta stringendo la mia presa sui fianchi, volevo vedere se avrebbe fatto la prima mossa.
<< Ale, mancano meno di cinque ore all'inizio del festival, dobbiamo prepararci e ripetere la canzone. >>
<< Cinque ore sono tante, perché non ci godiamo questi altri cinque minuti per noi e poi magari iniziare a provare la canzone? >> lui mi guardò storcendo un po' il naso, non gli andava bene quella proposta, ma sapevo che avrebbe accettato.
Dopo un sospiro disse: << Va bene, ma promettimi che non faremo tardi. >>
<< Te lo prometto. >> e si staccò da me per andarsi a cambiare, ci rimasi un po' male per il bacio che avevo tanto desiderato, ma ci misi subito una pietra sopra.
Andammo nella sala del piano dove ci stava aspettando Michelangelo per provare la canzone.
<< Ciao Michy. >> lo salutò Blanco sedendosi sul pianoforte, com'era suo solito.
<< Ciao ragazzi, allora pronti? >> e rispondemmo si all'unisono.
Blanco cantò davvero bene, la sua voce faceva sempre piacere ascoltarla, io e Michelangelo lo fissammo tutto il tempo per cogliere ogni singola nota che usciva da quelle labbra, poi ad un certo punto cominciò a tossire e ci fermammo.
<< Ricky tutto bene? >>
<< Si, si. >> disse con la voce roca e continuando a tossire. Dissi a Michelangelo di andare a prendere un bicchiere d'acqua, io invece portai Ricky fuori per fargli prendere una boccata d'aria.
<< Ti ringr- >> e continuò a tossire, era talmente secca che gli avrebbe reso la gola una distesa arida.
<< Ricky, non parlare, pensa a riposare la voce. >>
Poi arrivò Michelangelo con l'acqua e gli dissi di berla un sorso alla volta. Si massaggiò continuamente la gola mentre io e Michelangelo ci guardavamo.
Non nascosi la mia paura per quella situazione, se non sarebbe riuscito a cantare questa sera, probabilmente, ci avrebbero squalificato e avremmo potuto dire addio alla possibilità di vincere Sanremo e di andare al'Eurovision, il sogno di Ricky.
<< Ha bisogno solo di riposo, non preoccuparti. >>
<< Non lo so, lo spero. >>
<< Riccardo, prova a parlare. >> lo invitò a fare Michelangelo.
<< Michy, grazie dell'acqua. >> la voce era roca, faceva fatica a pronunciare alcune sillabe e tossiva in continuazione.
<< Basta così Riccardo, adesso vai in stanza a riposarti, manca ancora tanto all'inizio del festival, tu pensa solo a riposare. >> disse Michelangelo rientrando dentro; io rimasi a guardare Blanco, gli accarezzai la guancia con il pollice disegnando dei piccoli cerchi immaginari sulla superficie: << Tra meno di poche ore starai meglio. >> e mi regalò uno dei suoi sorrisi.
Lo portai in camera e poco dopo si addormentò come un ghiro, scesi per mangiare qualcosa quando alcuni ragazzi dello staff iniziarono a farmi delle domande come "Stasera riuscirete a cantare?" oppure "Non avete paura di essere squalificati?"
<< Scusate tanto, ma sono nella mia paura merenda. >> e andai subito a cercare Michelangelo, mi doveva delle spiegazioni.
<< Michelangelo? >>
<< Ciao mahmood, allora Ricc- >>
<< Perché tutto lo staff è a conoscenza della nostra situazione? >>
<< Beh Mahmood, siamo a Sanremo, tutti sanno di tutti. >>
<< Michelangelo, sono a Sanremo da più anni di te, non prendermi in giro. >>
<< È mio dovere di produttore di Riccardo riferire ad Amadeus le sue condizioni se nel caso dovesse accadergli qualcosa di spiacevole, probabilmente lo staff avrà origliato. >>
Guardai il vuoto per qualche secondo, non riuscivo ad accettare il fatto che potevamo essere squalificati, eravamo arrivati fin lì dopo tutti questi mesi di prove, e di andarmene non ne avevo proprio voglia.
<< Andrò io. >>
<< Cosa? >>
<< Salirò io sul palco e canterò la canzone, non m'importa se diranno che verremo squalificati, farò quella performance. >>
Michelangelo rimanse un paio di minuti a fissarmi, poi si decise a parlare: << Hai tutto il mio appoggio Mahmood. >>Mancava meno di mezz'ora al nostro, cioè al mio turno: di Blanco non vi era nemmeno l'ombra, ma io sapevo che sarebbe arrivato prima o poi, me lo sentivo dopotutto, ma ormai le speranze stavano cominciamo ad appassire, fino a quando...
<< Rick- >> mi morirono le parole in gola, non riuscivo a credere ai miei occhi, Ricky era lì, ben riposato, con quel suo completo azzurro cielo che dava visibilità ai suoi tatuaggi.
Tutti gli andarono vicino per chiedergli come stava, se la sua voce fosse tornata, ma lui li evitò tutti per fiondarsi su di me.
<< Ricky, la tua v- >>
<< No, tranquillo, mi era solamente andata di traverso la saliva. >>
Ci fu un momento di silenzio tra noi, il tempo di metabolizzare ciò che aveva ammesso e poi: << Mi stai dicendo che abbiamo rischiato di essere eliminati solo perché ti è andata di traverso la saliva? >> ero talmente scioccato che non avevo avuto il tempo di infuriarmi, Blanco mi guardò sorridendo in modo innocente, come era suo solito dopo aver combinato qualche pasticcio.
<< Riccardo! >> lo chiamò Michelangelo venendo nella nostra direzione.
<< Oh, ciao Michy. >>
<< Ti avevo detto di aspettare... >> disse con il fiato corto.
<< Aspetta voi due eravate d'accor-? >> non feci in tempo a finire la frase che Ricky si girò verso di me per dirmi << Baciami. >>
Lo scrutai negli occhi, per capire la genesi di quella domanda, anzi, di quell'ordine, ma non c'era tempo e più in fretta che potei lo presi per i fianchi facendolo sbattere contro il mio petto e lo baciai di fronte a tutti. Lui dovette mettersi in punta per mantenere il bacio, una scena adorabile, appoggiò i suoi palmi sul mio collo e io cominciai ad approfondire il nostro bacio facendo unire le nostre lingue; Blanco se la cavava abbastanza bene, i suoi baci rimanevano impressi sulle mie labbra come tatuaggi.
Avrei voluto godermi quel momento più di ogni di ogni altra cosa, ma di tempo non ce n'era, anche se per noi era come se si fosse fermato tutto, non esisteva altro se non noi due.
Dopo poco ci staccammo con il fiato corto e Blanco mi guardò negli occhi: << Ti amo. >>
<< Ti amo anch'io, Riccardo. >>
STAI LEGGENDO
~BlancMood
Fanfiction~Dove a Sanremo nascono amori, una storia tanto semplice quanto intrigante di due ragazzi che devono le fondamenta della loro carriera al famoso teatro dell'Ariston. Alessandro Mahmood che invita Riccardo Fabbriconi a cantare con lui a Sanremo, la s...