~Il cielo in una stanza

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<< ...Una coppia di artisti contemporanei. >> annuciò Amadeus prima di chiamare i nostri nomi.
Subito dopo gli arrivammo dietro, e sorridemmo alla sue spalle.
Poi ci andammo a sedere sulle scale sotto lo sguardo divertito del pubblico: << Il titolo della canzone è 'Il cielo in una stanza', testo e musica di Gino Paoli, dirige l'orchestra il maestro Michelangelo. Cantano Mahmood e Blanco. >>

<< Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti... >>
Brividi erano quelli che sentivo percorrere su tutta la schiena facendo capolinea sulla nuca; quella dannata voce, che tremava più del dovuto, che mi incatenava a quel palco più del dovuto, che mi manipolava i pensieri più del dovuto.

<< ...Questo soffitto viola non esiste più... >>

Mise un braccio intorno alle mie spalle, quella scena aveva un non so che di tenero, anche nel pubblico lo avevano notato.
Allora ci alzammo e demmo vita a uno spettacolo che riuscì ad ipnotizzare l'intero Ariston; azzardai a prendere la manica di Blanco per avvicinarlo e lui sembrò ricambiare, accorciando la distanza tra me e lui. Subito dopo appoggiai il mio braccio sulle sue spalle.

<< E per te... E per me... Nel cielo. >>

Applausi. Solo applausi nella platea in alto, nel pubblico delle prime file, dappertutto solo applausi.
Ringraziammo calorosamente il pubblico e proprio mentre stavamo per andarcene, Amadeus tornò con due mazzi di fiori e ce li consegnò, vidi chiaramente il rossore delle guance di Blanco espandersi a vista d'occhio, ringraziammo Amadues e il pubblico ancora una volta e tornammo dietro le quinte.
Guardai Ricky negli occhi e incrociammo il nostro sguardo, dopo due secondi saltò tra le mie braccia e io lo afferrai saldamente per il bacino.
Adagiò i suoi soffici riccioli sull'incavo del mio collo << È stato così bello Ale. >> e non ricevendo risposta, alzò lo sguardo e gli diedi il mio mazzo di fiori.
<< Per ringraziarti di essere qui con me. >> e lui arrossì violentemente non sapeva come rispondere.
<< E per la tua immensa bravura. >> e lo bacia delicatamente sulla guancia, non volevo strafare in quel luogo, avrei riservato il continuo per dopo.
Blanco scese tenendo i fiori per mano e prima che potessi proferire parola mi baciò sedutastante e io gli cinsi il bacino con il mio braccio e disse con un bel sorriso stampato sul viso: << Ti ringrazio tanto, Ale. >>
Michelangelo osservò la scena e mi fece cenno che era tutto opposto, fu un sollievo. Detto questo, i nostri corpi non avrebbero retto per molto e ci facemmo portare la cena in camera, mentre noi ci rilassammo sul letto con un bel bicchiere di spumante.

<< Continuano a fare schifo questi spumanti. >>
<< Si, hai ragione. >> risposi e Ricky lanciò il bicchiere frantumandolo in piccoli vetrini che si cosparsero per tutto il tappeto sottostante al letto. L'unica cosa che fece è ridere.
<< Sto morendo di fame. >> e sprofondò nelle soffici coperte color panna.
<< Pazienta giovane Riccardo, la cena sarà in arrivo dopo il mio schioccare della dita. >> ed effettivamente appena lo feci bussarono alla porta.
<< Wow, Ale, oltre a essere un cantante sei anche un mago? >> e sventolò la mano per farsi vento. Io sorrisi in modo beffardo e Blanco si alzò per andare a prendere la cena. Appena arrivò con quel carrello me lo immaginai con un vestito da cameriera e delle scarpe con un tacco semplice, a quel pensiero risi di gusto.
<< Perché ridi? >>
<< Un vestito da cameriera non ti starebbe male, dovrei procurarmelo. >> e dopodiché lanciò il piatto nella mia direzione e lo schivai per miracolo, oserei dire. Lui sorrise contento del risultato e io pensai a tirargli un cuscino che però colpì il carrello facendo cadere alcune portare a terra. Ormai nella stanza regnava il caos e l'idea non ci dispiaceva anzi, stavamo ridendo da un bel po'. Blanco si sedette accanto a me e mi guardò: io gli presi il polso e lo tirai verso di me per rubargli un bacio che lui ricambiò subito.
<< Facciamo casino per tutto l'albergo. >> e io lo guardai alzando un sopracciglio.
<< Andiamo in ogni stanza a svegliare gli altri a dargli fastidio e cose così, capisci quello che intendo? >> e risi guardando il luccichio nei suoi occhi.
<< Certo che ho capito. >> e lui si alzò prendendo qualche cuscino.
Uscimmo dalla stanza furtivamente e ci dirigemmo in alcune stanze per lanciare i cuscini che avevamo preso, qualcuno si unì a noi e le stanze cominciavano ad illuminarsi e a ospitare lamenti e mugugni.
Dopo andammo nella sala principale dove c'erano alcuni avanzi di stuzzichini preparati per quella sera e ne rubammo qualcuno; Blanco saltava da un divano all'altro senza mai toccare piede a terra e io gli lanciavo qualche cuscino per farlo cadere, allorché anche lui iniziò a lanciarmeli e per sbaglio cadde perdendo l'equilibrio.
<< Blanco! >> corsi da lui per vedere come stava ma lui rideva come se non fosse successo nulla e mi spinse facendomi cadere.
<< Sei proprio un imbecille a volte lo sai? >> e mi lanciò un tramezzino proprio in faccia.
<< Aspetta che ti prenda e vedrai come te ne pentirai. >> e lui scappò più in fretta che poté. Io lo seguì poco dopo essermi pulito la faccia da quel tramezzino all'insalata di tonno, ne presi un altro e me lo mangiai mentre iniziai a rincorrere Ricky.
<< Non potrai scappare all'infinito. >> ormai lo avevo perso di vista e non lo avrei trovato molto facilmente date le dimensioni del teatro.

~BlancMoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora