Capitolo 1

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Avevo iniziato la scuola da pochi giorni ed ero al terzo anno del liceo scientifico. Contro ogni buon senso quello stronzo del professore di storia ci fece una verifica a sorpresa. Ero già molto stanca dataa notte in bianco che avevo passato e quando l'ora successiva venimmo divisi per le classi e finii in 5° D non esitai ad appoggiare la testa sul banco ed addormentarmi. Mi svegliai di soprassalto quando mi accorsi di essere rimasta sola in classe. Terrorizzata da ciò che mia mamma avrebbe potuto dire vedendomi arrivare in ritardo corsi fuori dalla scuola ma la mia gamba,maledizione alla mia folle abitudine di sedermi sopra alla gamba destra,si era addormentata.Caddi facendo un tonfo sordo grazie al mio morbido eastpak che aveva attutito il colpo. Per fortuna non c'era nessuno se non un bidello intento a pulire le foglie cadute dai rami fioriti di pieno maggio. Presi la mia vecchia bicicletta,in sostituzione del motorino perché i miei genitori dicevano che ero troppo immatura per avere uno scooter e che sarei stata solo un pericolo pubblico. Il mio gemello invece lo aveva ricevuto allo scoccare dei 15 anni mentre io avevo ricevuto una stupida confezione di trucchi. Corsi più veloce con le cuffiette nelle orecchie ascoltando i maroon 5 con la loro canzone che preferivo: Sugar. Arrivata a casa vidi mia mamma seduta sul divano che mi guardava in cagnesco.''dove sei stata? Non ti abbiamo insegnato forse che devi chiamare quando succede qualcosa eh?'' Non avevo voglia di litigare così risposi semplicemente''scusa mamma avevo il cellulare scarico!'' E la risposta di mia mamma seguita da un ceffone non tardò ad arrivare''hai sempre quello schifo di cellulare in mano e quando serve non lo puoi usare. Sai cosa?adesso me lo dai subito e lo riavrai solo quando avrai capito di aver sbagliato'' sapevo che mi voleva bene ma a volte esagerava così le diedi l'iphone e andai svogliatamente in camera e misi su dallo stereo I lived degli One Republic. Mi riuscivo a calmare solo così. Mio fratello e mio papà erano andati alla partita di tennis di Tommaso. Arrivarono le 19 e mia mamma ed io eravamo ancora le uniche figure in casa. ''Alessia,vai a prendere le pizze che non ho voglia di cucinare'' ''okay'' risposi felice di poter uscire da quel covo di matti. Presi i soldi e le ordinazioni e a passo veloce mi addentrai nello strano buoi di un martedì sera troppo freddo. Mi sentivo strana e mi sentivo una presenza addietro. Scacciai quel brutto pensiero ma poi qualcosa mi prese il gomito. Trattenni il respiro mentre...

Quella maschera che persiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora