capitolo 5

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Il mercoledì seguende mi svegliai e a casa non c'era ombra di Federico. Mangiai dei cereali con del latte caldo e mi vestii come al solito,jeans strappati e maglioncino di filo verde con le solite vans. Uscii e fuori dalla porta vidi Federico che mi stava aspettando.Senza dire nemmeno una parola mi si avvicinò .Mi aspettavo mi abbracciasse o mi salutasse,e invece mi accarezzò la pancia. A quell'improvviso tocco mi ritrassi e arrabbiata mi diressi verso il liceo quasi correndo. Come aveva potuto toccare il bambino che era di chi mi aveva stuprato? Chi era per fare questo. Avevo deciso. Non avrei aspettato un solo giorno con quel mostricciatolo in grembo. Svoltai a sinistra invece di tirare dritto e mi addentrai nel consultorio familiare. Aspetta per più di un'ora ma era tempo speso bene mi ripetevo. ''N.14''ripetè la voce alla cassa amplificatore. Ero io. Mi diressi a passo incerto. Da quei pochi minuti sarebbe cambiata la mia vita. Potevo farcela. Uscii alle 12 e avevo abortito. Ora potevo cancellare il mio passato.Tornando a casa passai per il liceo e vidi i ragazzi uscire e una figura maschile corrermi incontro. Ancora Federico.! Non potevo vederlo dopo quello che aveva fatto. ''Ha ah ha Alessia ....''si piegò e prese fiato''dove sei stata?'' Mi chiese visibilmente turbato ''non sono affari tuoi!'' Risposi idignata mentre affrettavo il passo. ''Non dirmi che hai abortito'' ''e se anche fosse Federico?non sei tu quello che deve convivere con il costante ricordo di una violenza!non sei tu che sei stato privato di qualcosa di sacro'' gli risposi voltandomi a guardarlo''e tu che ne sai Alessia?credi di essere l'unica?'' Rimasi scioccata.Cosa voleva dire? Non poteva aver subito anche lui violenze? Lui mi capiva veramente allora?.

Quella maschera che persiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora