Capitolo 5

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Mi ero rotto il cazzo di questa ragazza che si strusciava su di me come un cagnolino da metà serata e così cercai con gli occhi l'unica persona che avrei voluto avere davanti a me in quel momento.

Matti era al bancone che finiva l'ultimo shot di una serie da 6 e scherzava con la barista.
Consapevole che non avrei dovuto lasciarglieli bere stavo per andare da lui quando vidi un uomo sulla ventina che si avvicinava a passo svelto a Mattia.

I due iniziarono a parlare, a ridere e scherzare e a bere.
Avrei voluto andare lì e rompere le ossa una per una a quel maniaco che tentava di manipolare il mio Matti.

Ma che cazzo sto dicendo? Il mio Matti? Non suona poi così male però.

Tornai in pista e purtroppo poco dopo arrivarono anche loro e gli rivolsi un'occhiata che più inceneritorie di così non si poteva e continuammo a ballare con i nostri partner per una notte.

Stavo anche riuscendo a sopportare la cosa finché non partì una canzone latino-americana e Matti iniziò a mostrare al suo Felix (o almeno mi pareva che lo chiamasse così) ogni passo e ogni movimento di bacino che era in grado di fare.

(...)

Era passata ormai quasi un'ora e i loro volti erano sempre più vicini l'uno all'altro e quando non riuscì più a sopportare quella rivoltante immagine mi avviai verso il bar, dove con un semplice cenno del capo attirai subito l'intenzione della ragazza che mi porse un bicchiere.
Senza badare a cosa ci fosse al suo intero bevvi tutto d'un fiato e cominciai a sentire quella piacevole sensazione di bruciore allo stomaco causata dall'alcol.

Mi alzai un po' traballante ma modestamente reggere l'alcol era una delle poche cose che mi riusciva molto bene oltre a ballare, perciò tornai in pista dove una mora si fiondò subito su di me e senza esitazione lasciai che mi trasportasse nella fervente musica della discoteca.

Il mio occhio però continuava sempre a cadere su quei due che sembravano sull'orlo di ficcarsi la lingua in gola da un momento all'altro  e quella visuale mi faceva venire il voltastomaco.
Non capivo perché reagivo così ogni volta che vedevo Mattia non vicino a me e non con tutte le sue attenzioni rivolte verso di me.
O forse lo sapevo ma non avevo il coraggio di ammetterlo a me stesso.

Nel frattempo il tempo passava e cominciava a svanire un pochino l'effetto dell'alcol e improvvisamente vidi quei due allontanarsi e appoggiarsi al lungo tavolo del locale, per poi poco dopo battere sul bancone due bicchieri e shottare una quantità di vodka pari a circa tre bicchierini messi insieme.

Non riconoscevo Matti nelle vesti di badboy ubriaco ma devo ammettere che mi tentava ancora di più.

Diedi la colpa a ciò che avevo bevuto e mi obbligai a pensare ad altro finché non accadde la goccia che fece traboccare il vaso.

Felix prese tra le mani il viso del mio migliore amico e gli si avvicinò pericolosamente alle labbra.
Non so cosa sia successo in quella frazione di secondo ma l'unica cosa di cui sono consapevole è che il mio cervello di sconnesse da ogni parte del mio corpo e dopo essermi avvicinato a loro a passi svelti, come un predatore che avvista la preda, mollai un pugno con tutta la forza che avevo, dritto nel naso di quel coglione che aveva tentato di farsi mio fratello.

Mi fermai e mi resi conto di ciò che avevo appena fatto e guardai Mattia che mi fissava con occhi troppo sbronzi per capire esattamente cosa fosse successo, e infatti non disse una parola.

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