Parte I: quando tutto è iniziato.

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Tutto era iniziato due mesi prima quando aveva iniziato a soffrire d'insonnia.

Quello non era stato esattamente il periodo migliore della sua vita, doveva ammetterlo a sé stesso a chiunque lo circondasse: non riusciva più a fare praticamente nulla di quello che amava. Aveva difficoltà persino nelle più piccole pratiche che qualche tempo prima erano state per lui quotidiane: non aveva più voglia di leggere, né di ascoltare musica, né di guardare tv. Rifiutava ogni attività fisica, non provava più soddisfazione neanche nel ballare. Ma la cosa che più lo torturava e gli faceva venire costantemente voglia di aprire la finestra della sua camera nel dormitorio d'arte per urlare parole incomprensibili – o di buttarsi a letto e vegetare lì per sempre – era che non riusciva più a fare quello che lo aveva praticamente portato a cambiare interamente la sua vita per seguire la sua passione: Hyunjin non riusciva più a visualizzare i colori. Non riusciva più ad immaginare. Aveva un blocco. Non vedeva più. Guardava le tele bianche che ricoprivano le mura della sua camera e le vedeva esattamente come erano: bianche, vuote, una minaccia. Ogni volta che provava a prendere un pennello, anche senza un'idea fissa in mente e provava a scegliere un colore finiva esattamente sempre nello stesso modo: con le sue mani che tremavano e il cervello completamente annebbiato.

Era arrivato lì, in una delle migliori accademie di Melbourne – o meglio, una delle migliori al mondo – per riuscire a diventare quello che aspirava da sempre: un artista, e invece ne stava per finire inghiottito dal buio.

E il tutto mentre la maledetta mostra d'arte che il Professor JYP aveva organizzato per gli studenti del secondo anno di belle arti si avvicinava sempre di più. Più il tempo si accorciava più gli sembrava di cadere in un tunnel nero privo di colori ed emozioni.

Tutto era iniziato lì, quando aveva smesso di fare ogni cosa, anche dormire.

Tutto era iniziato lì, quando Chan gli aveva inviato un link, scherzando sul fatto che Mr. Sunshine lo aveva aiutato nei momenti peggiori e continuava a farlo, facendogli praticamente riscoprire il sonno. Non gli aveva creduto lì, sul momento, ma alla fine preso dalla disperazione della settima notte insonne, aveva cliccato sul link e gli si era aperto un mondo. E il suo mondo era ritornato.

Non appena aveva aperto quel canale youtube il mondo per Hyunjin sembrava essere ritornato a girare nel verso giusto, si era sbloccato, ritornando a girare attorno al sole così come lui, che aveva iniziato a gravitare attorno ai video di Sunshine fino a diventarne praticamente dipendente. La sua vita era stata sconvolta da quella voce che pian piano era entrata a far parte della sua routine. In grado di rilassarlo, stimolarlo, aiutarlo. Dopo due settimane dal primo video – quello in cui Mr Sunshine leggeva ai suoi spettatori Il piccolo principe con quella voce bassa, soave, roca, calma, che si ritrovava – era riuscito persino a visualizzare qualcosa su quelle tele bianche che iniziavano a riprendere colore. La prima cosa che aveva visto era stato un raggio di sole, proprio come quello che sunshine aveva riportato nella sua vita. E così era finito a dipingere tutto il nero che lo aveva circondato fino a quel momento, interrotto da un unico, splendido, luminoso raggio di sole.

Mr Sunshine, che con il suo sorriso era arrivato a squarciare le sue giornate fatte di silenzio assoluto e paranoie.

Al primo video era seguito un altro – in cui sunshine insegnava ai suoi spettatori come preparare i veri brownies – e poi un altro – in cui sunshine spiegava cosa significasse la parola "chrissy" – e poi un altro ancora – in cui leggeva la favola di Peter Pan – e poi un altro e un altro ancora e per hyunjin quei video erano diventati un necessario salvavita e sunshine era diventato pian piano sempre più importante per lui che si sentiva allo stesso tempo stupido per aver iniziato a provare così tanto affetto per qualcuno che non conosceva davvero. Per qualcuno di cui non conosceva nulla, neanche il volto, se non la voce.

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