Cacofonia di personaggi

La Magica Anzio

Anzio

<< Mi scoppia la testa, Sarè. Me ne vado a casa!>>

Non attendo una replica da parte della mia amica. Non ne posso più. Questa sera il locale mi sembra più rumoroso del solito. La musica rimbomba nel cervello e la puzza di sudore mista a birra mi sta facendo aumentare la nausea da emicrania.

Mentre recupero la borsa guardo Sara rivolgermi un distratto cenno di saluto. E' talmente impegnata a flirtare con il nuovo barman, da non darmi la minima attenzione. In ogni caso non mi stupisco affatto del suo comportamento. Sara fa sempre così: quando individua una nuova e succulenta preda, parte all'attacco come una leonessa della savana, questo suo lato glielo invidio.

Certa che quella notte sarebbero finiti a letto insieme, ma altresì quasi sicura che il giorno dopo Sara non avrebbe ricordato nemmeno il nome del ragazzo, la saluto sorridendo lancio un'occhiata preoccupata verso il tavolo solitamente occupato da Liam, il mio ragazzo e Matteo, mio fratello. Questa sera non si sono visti per niente e rifletto che Liam non mi ha mandato nemmeno un messaggio.

Una volta in strada respiro a pieni polmoni l'aria frizzante di ottobre e rivolgo lo sguardo al cielo e chiudo gli occhi per godermi il senso di sollievo procurato dalle goccioline di pioggia mentre scivolano lente sul mio viso.

Riapro gli occhi quando mi rendo conto che la pioggia sta aumentando e seccata frugo all'interno della borsa alla ricerca dell'ombrello. Dispiaciuta mi incammino verso casa, avrei voluto passare per il lungomare per godermi il silenzio di Anzio in inverno, sgombra dai turisti e dagli spettacoli degli artisti di strada che in estate riempiono ogni sua stradina.

Per un centinaio di metri, gli unici rumori intorno a me sono quelli delle scarpe a contatto con i sampietrini bagnati e il ticchettio della pioggia sull'ombrello, sto per svoltare l'angolo che conduce alla piazza quando un fruscio alle mie spalle mi fa inchiodare sul posto.

Mi volto di scatto, ma anche se non vedo nessuno il cuore mi batte a mille, già scenari di aggressioni e violenze mi riempiono la mente. Rimango in ascolto per qualche secondo in attesa di sentire un altro rumore che confermi i miei pensieri, deglutisco e cercando di racimolare quanto più coraggio mi incammino verso il punto in ombra dal quale mi è sembrato di sentire provenire il rumore, sperando di essere solo paranoica.

Proprio nel momento in cui dopo essermi accertata che quel rumore molto probabilmente me lo sono immaginata, un movimento improvviso dietro una pila di scatoloni mi riporta i battiti alle stelle, cado a terra dallo spavento sbattendo il sedere sull'asfalto bagnato e ciò che si para davanti i miei occhi non sono solo scatoloni che cadono, ma un grosso lupo bianco e grigio che si scrolla l'acqua della pioggia dal pelo. Non riesco a dire una sola parola, resto lì immobile sperando che ciò che sto vedendo siano gli effetti della birra che ho bevuto prima di uscire dal pub.

Il lupo mi fissa e quasi mi sembra che anche lui sia sorpreso di trovarsi in quella strada, tanto quanto anche io sono sorpresa di trovarmelo davanti, quando lo vedo avanzare istintivamente mi copro il volto con le braccia in un tentativo di protezione, chiudo gli occhi attendendo un morso o qualcos'altro quando invece sento solo dei passi aumentare, riapro gli occhi e noto che il lupo si è messo a correre e ha raggiunto la piazza, da dove sento un provenire un urlo che fa immediatamente cambiare strada al lupo che torna a correre in senso in verso per allontanarsi il più possibile.

Mi rialzo e con il fiato spezzato raggiungo anch'io la piazza e proprio in quel momento dal nulla spunta al centro di essa una volante della polizia, come che fosse caduta dal cielo.

<< Ti avevo detto di svoltare a sinistra per prendere l'autostrada, come ci sei finito in questa piazza?>> afferma una donna dai lunghi capelli castani mentre scende dall'auto per osservare meglio ciò che la circonda