"Che ci fai qui?"
Harry è seduto al solito tavolo in biblioteca, stavolta con le gambe incrociate sulla sedia e un quaderno di matematica aperto a metà sulla superficie piana. Tiene una penna in mano e a occhio sta cercando di risolvere un problema artimetico.
Louis si avvicina scrollando le spalle e sedendosi su un angolo del tavolo, vicinissimo. La sua coscia, avvolta nei jeans neri che indossa, sfiora l'avambraccio di Harry. Il riccio quel giorno indossa una camicia beige e un paio di jeans chiari. È più adorabile di quanto Louis si aspettasse di pensare riguardo a qualcuno.
"Speravo di trovarti. Glenn mi aveva fatto intuire che vieni spesso."
Harry fa un piccolo sorriso e posa la penna sul foglio, toccando inavvertitamente l'esterno coscia di Louis e ritraendosi in fretta. "Oh, uhm, giusto. Come stai?"
Non si sono visti per qualche giorno e venerdì è arrivato in fretta. Harry è probabilmente l'unico studente in tutta la scuola che sta già facendo i compiti per la settimana successiva, preferendo l'aria buia e stantia della biblioteca al clima piacevole che c'è fuori.
"Sto bene", mente Louis, armeggiando distrattamente con un filo di tessuto che pende da un buco nei jeans. Sono stati giorni difficili per sua madre, le sue condizioni non danno segno di migliorare. Lo nega a se stesso, ma è anche per quello che vuole stare con qualcuno di piacevole invece che chiudersi in casa. "Tu?"
"Anche io", Harry si morde il labbro, sembra incerto, poi si fa coraggio e aggiunge, "l'interrogazione di scienze è andata bene."
Louis dovrebbe esserne triste, eppure si ritrova a sorridere. Allunga un dito e gli sfiora il bracciale che porta al polso, un semplice e sottile cerchio di cuoio intrecciato. "Bravo, angioletto."
Al contrario della prima volta, il silenzio che cade tra loro è piacevole. Harry torna a scribacchiare numeri e parole, Louis lo guarda e valuta le sue opzioni. Deve impedirgli di studiare e deve impedire a se stesso di pensare, non possono rimanere chiusi lì dentro per tutto il pomeriggio.
Aspetta che l'altro finisca il problema che stava risolvendo e poi si sporge in avanti, chiudendogli il quaderno e sfilandogli la penna dalle dita.
"Cosa—?" Harry si interrompe quando vede Louis scendere dal tavolo e mettergli via tutto nello zaino con cura, tirando su la zip e chiudendolo.
"Forza, andiamo. È venerdì, non si studia."
"Chi lo dice?"
"Lo dico io, Harry. Alzati, non farmi pregare."
Sentendo quel verbo in particolare gli occhi verdi si spalancano e il solito colorito roseo si fa spazio sulle sue guance. Non sembra trovare altro da dire, per cui si alza e segue Louis ciecamente, la sua fiducia già a livelli altissimi dopo sole due volte in cui si sono visti.
Emergono nel calore del sole pomeridiano, ancora intervallato dall'aria fresca della primavera che sta piano piano andando via. La città è viva, le strade fanno spazio ai ragazzi che escono per svagarsi, i negozi sono aperti. Louis si infila un paio di occhiali da sole sul naso e riesce a percepire il brusco inspirare dell'altro.
"Dove stiamo andando?"
Louis si ferma sul marciapiede, girandosi a guardarlo. Harry ha una mano sugli occhi per proteggersi dal sole e alla luce del giorno i suoi ricci sembrano di morbido cioccolato pronto a sciogliersi. "Dove vorresti andare?"
"In che senso?"
"Dove vorebbe andare il giovane Harry Styles?" ripete Louis. "Di sicuro c'è qualcosa che hai sempre voluto fare, questa è la tua occasione."
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Sinner || [larry stylinson mini long]
Fanfiction"Se cedi davanti alle tentazioni, non potrai tornare indietro. Dì addio alla tua innocenza." - Harry Styles è il pudico figlio del parroco. Louis Tomlinson è un ragazzo che porta solo guai. Il...