POV Aileen
Mi destai dal mio sonno con il rumore della sveglia,che mi avvisa imperterrita che oggi è un nuovo giorno anche se non è come gli altri.
Oggi è quel giorno: l'inizio del college, una nuova vita.
Mi giro sul fianco,trovandomi accanto William,che nell'esatto momento sbuffa e sposta il braccio scoprendosi, rivelando la sua schiena nuda.
Deglutisco con l'amaro in bocca e mi alzo dal letto dell'hotel dove abbiamo alloggiato per la notte.
Io e William ci conosciamo da tanto tempo ormai: avendo fatto tutto il nostro percorso scolastico insieme ed essendo entrambi di Brighton,una città che dista solo un'ora e mezza in auto da Londra.
Però poiché volevamo essere in orario senza svegliarci all'alba,abbiamo deciso di prendere una stanza per la notte vicino al nostro nuovo college, così da arrivare ugualmente puntuali ma non stanchi.
Mentre sono immersa nei miei pensieri mi dirigo in bagno.
Il college.
Deglutisco un'altra volta. Dovrei essere felice di essere qui oggi,ma non lo sono.
Il ricordo delle parole di mio padre mi torna in mente.~Scendo le scale di casa arrivando all'ingresso dove trovo già le mie due valigie e i borsoni,mi volto guardando quella che è casa mia un'ultima volta prima di sentire un clacson suonare dall'esterno. Mi affaccio trovando il padre di William con lui affianco che mi aspettano parcheggiati sul ciglio della strada. Comincio a prendere le valigie e in quel momento compare mio padre dalla cucina. Mi guarda come solo un padre può guardare la propria figlia,un amore puro impossibile da comprendere.
Sospirando, mi guarda con gli occhi lucidi e subito dopo mi accoglie tra le braccia mormorando "la mia bambina". Annuso la sua maglia, faccio in modo che il suo profumo si conservi dentro di me,il profumo di casa. Mi scosta dal suo abbraccio solo per spostarmi i capelli dal viso e prenderlo tra le mani. Appoggia la sua fronte sulla mia e vomita le parole che mi tormenteranno per tutta la durata del viaggio:-" Bambina mia ascolta,adesso ti dirò delle cose che non avrei mai pensato di dirti. Cose che un genitore non dovrebbe dire ai propri figli: voglio che tu faccia nuove amicizie, anche sbagliate, che ti apra ad altre persone che non sia Io, che tu vada alle feste a divertirti e se ciò comporta che tu debba ubriacarti si,puoi farlo.Puoi sbronzarti una volta ogni tanto basta che tu lo faccia con prudenza. Vivi Leen. Vivi la tua vita, sbaglia e impara ma non chiuderti. Resisti. Respira. Sii felice. Io ci sarò nel momento del bisogno. Lui non avrebbe voluto questo per te"- mi guarda ancora con gli occhi lucidi e io sospiro appoggiando di nuovo la fronte alla sua -"ci proverò papà".
Lui sorride malinconico,consapevole della mia bugia e mi bacia la fronte augurandomi buona fortuna e un buon viaggio.
Prendo le valigie che lui mi aiuta a caricare nel cofano, mi da un ultimo abbraccio, poi mi guarda entrare in macchina. Con gli occhi lucidi mi volto osservandolo dal finestrino mentre diventa un pallino sempre più piccolo, consapevole di star lasciando alle spalle una parte di me.~Ciò che mio padre non capisce è che la mia felicità non potrà essere mai piena perché troppo influenzata dalla nostalgia.
Dovevo essere qui con lui,oggi doveva essere il nostro giorno.
Guardo la me riflessa nello specchio che allo stesso tempo non riconosco. La mia carnagione biancastra è se possibile ancora più bianca,i miei occhi azzurri/grigi sono spenti e le mie labbra secche. Mi lavo il viso e nel farlo ciocche dei miei lunghi capelli neri mi cadono davanti bagnandosi.
Sospirando mi asciugo il volto e mi riguardo:perfetto,non è cambiato nulla.
Amareggiata torno in stanza,prendo l'essenziale e i miei vestiti e vado a prepararmi,cominciando con una doccia.
Dopo pochi minuti da dentro la doccia sento la voce di William chiamarmi e subito dopo entrare in bagno.
-"Sei già in piedi?"- chiede strofinandosi gli occhi assonnati.
-"Non lo vedi?"- rispondo sgarbata. Purtroppo se da fuori possiamo sembrare una normale coppia, in realtà tra noi non c'è nulla al di fuori del rapporto fisico. Noi ci usiamo,usiamo i nostri rispettivi corpi per soddisfare le nostre voglie e per affogare i nostri pensieri quando si fanno troppo rumorosi. Anche se devo ammetterlo,William mi è stato accanto nel primo periodo subito dopo di Lui: mi ha asciugato le lacrime e mi ha detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa lui ci sarebbe stato. Dopo due mesi mi sono ritrovata nel suo letto a seguito di una sbronza colossale e ora eccoci qui insieme,ma non veramente.
Non si può dire che comunque non abbia fatto un BUON accordo: William Ward è l'incarnazione di Apollo con i suoi capelli biondi corti,gli occhi castani e il fisico asciutto e alto. Di certo non ho fatto male,ma nemmeno bene.
-"Hai finito? Stai finendo tutta l'acqua calda"
-"Siamo in un Hotel,non può finire l'acqua calda"
-"Allora non ti dispiace se mi aggrego?"- nel dirlo si è già tolto i boxer grigi lanciandoli chissà dove ed entrato in doccia. Ci guardiamo con occhi tristi e in modo quasi automatico ci lanciamo l'uno nelle braccia dell'altro,sperando che il piacere possa soffocare il peso dei nostri pensieri.
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La Memoria Dei Ricordi
RomanceLa parola giapponese Natsukashii definisce la nostalgia felice, l'istante in cui la memoria rievoca un bel ricordo che la riempie di dolcezza. I lineamenti e la voce esprimono dispiacere, perciò si tratta di una nostalgia triste. Questo lo sa bene...