Ricordi

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 Entrai nel salone dei miei nonni con ancora il cappotto e gli stivali sporchi di neve. Cercai con gli occhi mio nonno, di cui però non c'era traccia.

 Il mio sguardo cadde su una figura femminile seduta sulla poltrona. Si girò verso di me e nei suoi occhi non vidi la solita gioia di quando mi guardava. 

Sulle sue labbra non si formò nessun sorriso. 

Nel suo sguardo c'era il nulla.

 I suoi occhi spenti e smarriti mi fecero mancare il respiro. Tutti i nostri ricordi passarono per la mia mente mentre delle lacrime iniziavano a inumidirmi gli occhi, la gola mi bruciava mentre con le mani tremanti giocherellavo con gli anelli per calmarmi. 

 Lei non si mosse. Restò lì ferma. A guardarmi come si guarda una sconosciuta. Fu l'ultima volta che rimasi da sola con mia nonna.

Anni dopo

*minuto 2.20 per capire la canzone su cui mi sono basata

Arrivai ansimante in casa. Il caso, l'universo, il destino, non lo so, ma qualcuno si è coalizzato contro di me per farmi incontrare tutti i miei vicini in un unico posto in una riunione di condominio improvvisata. Un vero incubo. Mi dileguai con una scusa banale e chiusi la porta con due mandate per essere sicura che non avrebbero potuto aprire.

Mi appoggiai alla porta riprendendo fiato, chiusi gli occhi, feci qualche respiro profondo e nella mia mente tornò la calma. Calma disturbata da un rumore improvviso e assordante, che mi fece voltare la testa di scatto verso la cucina.

Mia madre, anche se ormai anziana, stava preparando un dolce per la mia famiglia, o almeno suppongo si trattasse di un dolce prima di rovesciarsi sul pavimento. Lei rimase immobile osservando i cocci mischiati alle parti della torta ricoperte di briciole.

"Mamma fai più attenzio..." non terminai la frase. Mi bloccai quando alzò lo sguardo per guardarmi. Le sopracciglia corrucciate e la confusione sul suo viso mi erano familiari, ma rinchiusi nella mia mente, in un angolo buio, quel ricordo. Mi avvicinai lentamente a lei, prima un passo, poi l'altro, fino a quando non le fui vicino e non le presi le mani.

Lei le ritrasse immediatamente. Una sensazione si fece strada dentro di me, quella sensazione, rinchiusa nella teca al buio iniziò ad agitarsi per venir fuori. La trattenni ancora. Lei scosse la testa confusa, i suoi occhi vuoti.

"Chi è lei?" mi domandò guardandomi sospettosa e allontanandosi di qualche passo.

Quella teca, nella mia testa, esplose. Le barriere che avevo costruito cedettero e come uno tsunami quella verità mi inondò la testa. Riempì tutto, non lasciò spazio per altro, se non per i ricordi. Per un attimo vidi mia nonna negli occhi di mia madre, nonostante la diversità. Stava succedendo di nuovo. Di nuovo, tutti i nostri ricordi spazzati via. Di nuovo, un'altra persona presente ma totalmente assente. Dopo qualche secondo riprese a parlare con occhi più vivi e caldi.

"ah ciao scusami cara adesso pulisco io tranquilla, volevo solo farti una torta per la promozione" mi sorrise dolce e si allontanò zoppicando, lasciandomi in balia dei ricordi che pian piano lei stava perdendo.

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