Ti prego...

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Angolo Ice:

Nel capitolo precedente mi sono accorta di aver fatto un errore, quindi qui vorrei rettificare.

Avevo scritto che Izuku e Shota avevano sette anni di differenza, ne hanno dodici, in questo modo Izuku ne ha sedici e Shota ventotto...lo so che nel manga ne ha trentatre, ma non volevo esagerare.

Buona lettura.


I giorni passavano e tra Izuku e Shota si era creata una certa distanza.

Il verdino si sentiva di nuovo abbandonato, ma non ne capiva il motivo, non era stato messo di nuovo da parte e Aizawa sensei aveva provato a parlargli per capire cosa lo stesse turbando, ma Izuku alle sue domane, rispondeva solo a monosillabi e a volte neanche con quelli.

Quella parola...

quella dannata parola gli aveva fatto male.

Aveva immaginato che la loro vicinanza non dipendesse esclusivamente dal fatto che il maggiore lo avesse accolto e portato via con sé, aveva pensato che sentisse anche lui quel batticuore quando erano l'uno accanto all'altro, ma evidentemente si sbagliava.

E faceva dannatamente male.

Doveva dimentica quei sentimenti, doveva accantonarli, magari cercando qualcun altro da amare.

In quei giorni di lontananza dal sensei, Izuku si era molto avvicinato al compagno di classe Todoroki Shoto, stare con lui era bello, non come lo era stato con Kacchan, dove le botte erano all'ordine del giorno e neanche come con Aizawa sensei che gli sorrideva con calore ad ogni suo sorriso.

Era piacevole come se fosse familiare, senza sforzi, senza dolore e senza il batticuore.

Era una bellissima amicizia che Izuku cercava di far fiorire in qualcosa di più, in tutti i modi cercava di dimenticare il sensei concentrando le sue attenzioni verso il bicolore, ma non ci riusciva, la sua mente continuava a tornare a lui.

«BASTA.» urlò una sera non potendone più di quella situazione.

«Izuku?» lo richiamò il corvino che era seduto a tavola con lui per la cena.

«Non ce la faccio più...Aizawa sensei, perché mi ha portato con sé?» gli chiese il verdino con le gote arrossate per la rabbia.

«Perché mi fai questa domanda?» domandò a sua volta Shota guardandolo dritto negli occhi.

«Perché mi ha portato con sé? Era perché si sentiva in pena per la mia situazione o perché...perché era suo dovere da eroe?» continuò imperterrito il minore, stava per piangere, ma cercava di trattenerle e lo fece piantandosi le unghie nei palmi delle mani.

«Izuku, perché mi fai questa domanda?» ripeté il professore alzandosi in piedi e avvicinandosi a lui.

«Perché mi ha portato con sé?» bisbigliò facendosi sfuggire una lacrima.

«Perché mi fai questa domanda?»

Sembrava una lotta, nessuno dei due voleva cedere ed entrambi volevano una risposa a quella domanda.

«Ti prego...Aizawa sensei...perché mi hai portato con te?» chiese tra i singhiozzi Izuku, la faccia aveva assunto quella smorfia da pianto che faceva tanta tenerezza al maggiore.

«Perché avevo pena per te, perché era mio dovere da eroe e perché quando ti ho visto su quel letto tutto solo mi hai ricordato un po' me.» disse Shota prendendolo per le spalle. «Perché mi hai fatto questa domanda?»

«Perché credo di volerle troppo bene...e...e non è un bene come...come ne volevo a Kacchan...» disse Izuku gettandogli le braccia al collo. «Io le voglio più bene che si può...io credo di essermi innamorato...Aizawa sensei credo di amarla...» continuò nascondendo il volto nell'incavo del collo del professore che sentì il cuore fermarsi per un istante.

«Izuku...io...» iniziò a dire, ma quello che sarebbe stato giusto che gli dicesse per impedire che quei sentimenti sbocciassero ulteriormente, quelle parole che avrebbero spezzato il cuore di quel ragazzino, quelle dannate parole non volevano uscire dalla sua bocca. «Merda...Izuku sei ancora minorenne e noi non possiamo stare insieme. In più io ho dodici anni più di te, sono troppo vecchio per te.» sussurrò vicino al suo orecchio.

«Non m'importa, posso aspettare fino a quando non sarò maggiorenne...l'età non m'interessa...io voglio stare con lei...» continuò Izuku scostandosi dal suo abbraccio per poterlo guardare negli occhi e vide quegli occhi così neri e profondi brillare per un secondo.

Quelle parole erano un colpo al cuore per Shota che non si aspettava niente da quel ragazzo e che invece aveva ricevuto tutto, compreso il suo cuore. Non se lo meritava, continuava a pensarlo.

Tutta la sua mente voleva accantonare quell'idea, quella sensazione di piacere che stava provando nel petto, ma accantonare i suoi sentimenti implicava che avrebbe dovuto rifiutare il verdino e non credeva di averne la forza.

«Izuku...non posso chiederti questo...ti priverei dei tuoi anni migliori, la tua adolescenza...»

Le mani di Izuku andarono a posarsi sulle guance del maggiore che senza accorgersene aveva iniziato a piangere silenziosamente.

«Aizawa sensei...tu non mi devi chiedere nulla, io ti aspetterò...anche per tutta la vita, fino a quando non sarai pronto, io ti aspetterò e staro al tuo fianco...nel modo in cui preferisci...come figlio...come alunno o come tuo amico...ma quando sarai pronto e se mi vorrai ancora...io ci sarò, perché ti amo Aizawa sensei...» e nel dire quelle parole si sporse in avanti per posare un dolce bacio sulle labbra del corvino.

I loro cuori accelerarono per quel dolce contatto, era solo uno sfioramento di labbra innocente, ma che aveva scatenato in loro un uragano di emozioni.

Shota non poteva più negarlo, si era innamorato di Izuku.

Izuku sentendo le mani del corvino accarezzargli il collo e le spalle, capì...era ricambiato e avrebbero aspettato.

Ti prego...Aizawa senseiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora