Izuku era stato dimesso dopo la bella notizia ed era tornato a casa propria, solo che non vi sarebbe rimasto.
Eraserhead...no, Aizawa sensei, voleva che lo chiamasse così...gli aveva detto che sarebbero passati solo il tempo necessario a fare le valige, poi sarebbero partiti alla volta della casa del corvino.
Izuku su questo aveva ancora dei dubbi, non conosceva per niente l'eroe, a parte quello che le riviste del settore dicevano, ma comunque le informazioni erano ridotte. Poco o niente circolava su di lui. Era riuscito a riconoscerlo solo perché era stata fornita una sua descrizione, ma foto neanche una.
Aizawa sensei gli aveva detto che era diventato il suo tutore e gli aveva detto che sua madre era d'accordo.
Avrebbe voluto chiederle il motivo di quella sua decisione, ma all'ospedale, dopo la dimissione, non era venuta e a casa non c'era nessuno ad attenderlo.
Izuku per un attimo si sentì abbandonato.
Di nuovo.
Dopo suo padre, anche sua madre.
Shota aveva visto lo sguardo del verdino cominciare a rabbuiarsi già dall'ospedale quando non vide sua madre, e lo vide quasi sull'orlo delle lacrime quando varcata la porta di casa non l'aveva trovata nemmeno lì.
Poteva solo immaginare come si sentisse.
«Dov'è camera tua?» chiese il corvino appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo.
Izuku si riprese e gli fece uno dei suoi bellissimi sorrisi e lo condusse verso l'angusto corridoi fino ad una porta con una targhetta con su scritto il suo nome.
«Fan di All Might?» chiese Shota notando lo stile della targhetta, tratta dal merchandising del suo collega eroe.
Izuku a quella domanda avvampò di vergogna alla sola idea di dover aprire la porta e far vedere il contenuto, ma con uno sprazzo di coraggio l'aprì rivelando una cameretta gialla con poster rossi e blu che ritraevano per l'appunto All Might.
«Altro che fan...» bisbigliò guardando i vari gadget che ricoprivano le mensole della camera.
«Io fin da piccolo ho sempre voluto diventare un eroe che salva le persone con un sorriso, però credevo che sarebbe stato un sogno impossibile da realizzare non possedendo un quirk, ma adesso...» disse il verdino prendendo un borsone che teneva chiuso in un armadio e cominciando ad infilarci dentro i suoi vestiti.
«Puoi sempre provare a superare l'esame d'ammissione per la Yuei quando sarà ora.» gli rispose il professore aiutandolo.
«Sì.» disse il minore con un enorme sorriso e infilando nel borsone qualche statuina in edizione limitata a cui era particolarmente affezionato. «Aizawa sensei non mi ha detto dov'è casa sua.» continuò il verdino prendendo anche i quaderni dove annotava i quirk.
«Lo vedrai quando arriveremo,» disse esaminando la camera spoglia per metà, «Sicuro di non voler prendere anche il resto?» chiese indicando alcune cose lasciate sulle mensole e alcuni poster.
Lo sguardo del verdino si posò su quegli oggetti con tristezza al pensiero dei ricordi che vi erano legati.
«No.» rispose distogliendo lo sguardo con fermezza, «Ho tutto.» e gli sorrise dirigendosi alla porta di casa.
Izuku si sentì finalmente felice all'idea di lasciarsi dietro quei brutti ricordi e quella casa che in un certo senso era stata solo uno scrigno di brutti momenti.
Guardando il suo nuovo tutore sorrise felice per la prima volta da veramente troppo tempo e lo sarebbe stato per molto tempo, ma una brutta sorpresa lo aspettava giù dalle scale della palazzina che stava abbandonando.
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Ti prego...Aizawa sensei
Hayran KurguIzuku abbandonato a sé stesso e finito in ospedale dopo l'ennesimo pestaggio da parte del suo amico d'infanzia, incontrerà un pro-hero che decide di dargli l'affetto che si merita addottandolo. Rimarrà un affetto tra "padre e figlio" o nascerà qualc...