6. Sorprese 🦋

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i giorni successivi passarono lentamente, monotoni e spogli, accadeva spesso che io pensassi alla morte. la prima cosa che noto di un cadavere sono le mani, sembrano di plastica. quindi in quei giorni continuavo a fissare le mie mani, sperando diventassero finte. ingurgitavo psicofarmaci da quando, due anni prima avevo mollato la scuola a causa dell'ansia e degli stati depressivi, ma poi ci ero dovuta ritornare, a scuola, e quindi la psichiatra mi aveva prescritto un po' di "roba".. e da una settimana a quella parte avevo aggiunto dei nuovi calmanti al tutto.
rimanevo a letto per giornate intere senza mai preoccuparmene o darci peso.

l'ottavo giorno mia madre mi portò il cellulare e mi disse che Omar mi aveva scritto e anche provato a chiamare. lessi i messaggi e risposi, parlava del suo ritorno a casa e del suo studio di registrazione, diceva anche che era preoccupato perchè vedeva che non gli stavo rispondendo, ma non gli spiegai il VERO motivo.. anzi, proprio non diedi spiegazioni. gli chiesi di Edvin e lui mi rispose con un vocale nel quale raccontava cosa stava succedendo e cosa si erano detti: "ti amo" e.. "passa un buon Natale". naturalmente lui ci scherzò su, ma la metafora era ben chiara: era stato freddo. durante una delle nostre conversazioni notturne mi aveva, infatti, raccontato che, con Edvin, poteva parlare come con nessun altro, ma che, a volte si bloccava, che tutto il dolore che aveva provato in tutta la sua vita lo portava a chiudersi a riccio. ed in questo, noi, ci somigliavamo molto.
per questo aveva bisogno di me -o almeno così credevo-
comunque fosse, fu quel pensiero a farmi alzare dal letto.
accesi il computer e cercai una cosa su Amazon, la ordinai pagando il sovrapprezzo perchè arrivasse prima, poi uscii di casa e andai al negozio di articoli per le feste. nel frattempo chiamai Omar, peró rispose il suo manager -cazzo-. in realtà fu gentile e mi dette tutte le informazioni necessarie.
quando il pacco arrivò io gonfiai i palloncini e li ordinai fino a comporre delle scritte, presi delle grandi scatole e portai tutto in posta -certo, mi fecero pagare molto, ma ne valse la pena, credo-. col tutto, un unico biglietto: "è tutto per Edvin, fidati di me ;), -🍯"

due giorni dopo arrivò un messaggio: una foto dei preparativi ed il testo che sotto citava: "grazie, ora prega per me".
la foto presentava un divano enorme bianco in una stanza con dietro delle vetrate, su di esso c'erano tutti i palloncini collogati attorno ad un orso 3m x 1m con una felpa viola -Simon-.
i palloncini disposti correttamente formavano codesta frase: "tutto il mondo è etero, ma io ti amo, e questo non è etero!" io sorrisi e mostrai l'immagine a mia madre, lei mi abbracciò. io ricambiai. eravamo entrambe fiere di me.

La sera stessa il mio telefono squillò all'arrivo di una nuova notifica: una foto di Omar con Otis, il cane di Edvin, in braccio. poi arrivò una seconda foto: questa volta, Edvin e Omar stavano seduti sul divano bianco e si tenevano per mano. la terza notifica fu un messaggio scritto: "grazie, è andato tutto bene e abbiamo chiarito. si trattava solo di timore, ma io ci sarò sempre per lui. Ti voglio bene, un bacio".
Gli risposi con l'emoji del barattolo di miele, poi poggiai il cellulare sul mio letto e iniziai a sclerare.

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