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Le labbra di Artemide fecero uno scatto e quasi fecero un sorriso. "Lord Ariston," iniziò, "Lady Ecate e un uomo anziano con una lunga barba sono nella Casa Grande, aspettano di parlarti."
"Grazie di nuovo, Lady Artemide," disse Percy sorridendo, "Può chiamarmi Percy."
La dea della foresta annuì e andò via, probabilmente per controllare le sue cacciatrici.
Percy si girò di nuovo verso Tartaro, che sorrise e disse, "Vai, Percy, parleremo più tardi, ma prima di andare," fece una pausa e cercò qualcosa in tasca, "Questo è per te." Prese una moneta oro; non era una dracma, sembrava diversa. "Si chiama galeone e potrebbe servirti presto. Lancialo, come la vecchia arma del figlio di Giove."
Percy lanciò la strada moneta e prese un... bastone? Alzò lo sguardo verso il primordiale con uno sguardo confuso.
Tartaro rise e lo spinse verso la Casa Grande. "Funziona come la tua Vortice, non puoi perderla. Ora vai, fratello," disse ancora ridendo. "Ci vediamo più tardi, se padre non mi uccide prima."
Anche Percy rise e andò verso la Casa Grande con Vindex alle calcagna. Le cose iniziavano ad andare meglio che mai. Si chiese che cosa volessero Ecate e l'anziano.
PER VOSTRA INFORMAZIONE: Questo capitolo vi suonerà particolarmente familiare perché ho "preso in prestito" una parte dei primi capitoli del libro. Vi prometto che sarà l'UNICA volta che lo faccio e seguirò soltanto il libro da questo momento in poi..
Godetevelo
Harry era sdraiato in camera sua, diverse ore dopo che i Dursley se ne erano andati e circa quattro giorni dopo l'incidente con i dissennatoti. Si era a malapena mosso dopo che sua zia e suo zio erano andati via con Dudley, non gli importava se fossero o meno in casa. Era ancora triste perché nessuno gli diceva niente e poteva essere espulso da Hogwarts.
Uno schianto improvviso al piano inferiore fece saltare in piedi Harry ed estrasse la sua bacchetta. Il suo primo pensiero fu che fossero dei ladri, ma i Dursley non aveva niente di valore, a meno che non si contasse la ceramica crepata nella sala da pranzo. Poi, si rese conto che dei ladri avrebbero almeno provato a tenere la voce bassa. Chiunque fosse non lo stava facendo.
Percy rimase fermo con la bacchetta puntata contro la porta della sua camera. Il secondo dopo, stava fissando la figura di diverse persone nel corridoio davanti a lui.
"Abbassa la bacchetta, ragazzo, prima di cavare l'occhio a qualcuno," disse una voce bassa e ringhiante. Conosceva quella voce, l'aveva sentita per tutto l'anno precedente durante le lezioni di difesa contro le arti oscure. Eppure, non abbassò la bacchetta, poteva essere un altro impostore.
"Professor Moody?" Chiese incerto con il cuore che batteva all'impazzata.
"Non so quanto sia adatto quel 'Professore'," disse la voce, "Non sono mai arrivato a insegnare, vero?"
Harry abbassò la bacchetta leggermente, ma non la mise via.
"Va tutto bene, Harry, siamo venuti a prenderti," disse una nuova voce e il batti di Harry accelerò. Conosceva anche quella voce, solo che non la sentiva dal terzo anno.
"Professor Lupin?" Chiese incredulo. "È lei?"
"Perché siamo al buio?" Chiese una terza voce, questa volta sconosciuta. "Lumos."
La punta di una bacchetta si accese, illuminando la stanza di Harry e rivelando una donna con i capelli viola e una folla di persone nel corridoio della sua camera da letto. Riconobbe Remus Lupin e Malocchio Moody in prima fila, ma non aveva idea di chi fosse il resto della gente.
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Percy Incontra il Ragazzo Sopravvissuto (Sequel di I Cacciatori di Apollo)
FanfictionQuesto è il secondo libro nella mia serie di fanfictions. Se avete letto la prima, I Cacciatori di Apollo, allora capirete di più; se non l'avete letta potreste essere a posto, ma non capirete certi riferimenti. Ariston viene chiamato per una missio...