Tim McGraw

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Lui diceva che il modo in cui i miei occhi blu scintillavano

facevano vergognare le stelle della Georgia, quella notte

ed io dicevo: "è una bugia!"

Era solo un ragazzo con un camioncino Chevy

che aveva la tendenza ad impantanarsi

mentre tornavamo a casa la notte

ed io ero lì, accanto a lui, tutta l'estate

e poi c'è stato il momento in cui ci siamo svegliati

ed abbiamo capito che l'estate se n'era andata


Quando era diventata adolescente, e più di una persona le aveva detto: "Vedrai, ci saranno delle estati che ricorderai sempre", non ci aveva creduto subito. Le sue estati erano nella casa al mare, con la sua famiglia, senza nessun avvenimento straordinario. Inoltre, era convinta di aver già trascorso il suo agosto migliore l'estate della terza media, insieme a moltissime nuove amiche,a chiacchierare sulla boa in mezzo al mare, ad ascoltare la radio ed a leggere insieme riviste di moda. Per non dire che, alla fine di quell'agosto, si era ritrovata addirittura a Parigi. Meglio di così...! Due anni dopo, però, c'era stata una vacanza strabiliante, che le aveva fatto cambiare completamente idea.


Quindici anni (quasi sedici) non erano moltissimi, ma erano anche abbastanza per smetterla di vedere la casa al mare e basta. In particolare, era molto curiosa di scoprire come se la passasse chi sceglieva di trascorrere le sue vacanze in qualche villaggio turistico. Sì, era incredibilmente affascinata da quei luoghi, che le sembravano, almeno da lontano, dei veri e propri paradisi del divertimento. Così, quando quell'estate la zia aveva organizzato con due amiche una splendida settimana di luglio in un villaggio nel Sud Italia, quella di aggregarsi le era sembrata una bellissima idea. Sarebbe stata, di fatto, la sua prima vacanza senza genitori, e proprio dove aveva sognato: in un mare che finalmente non era il solito, in un posto dove di certo non si sarebbe annoiata.

E quando, dopo una lunga notte in treno, era entrata nel piccolo ma funzionale bungalow in legno, immerso nella pineta, ed aveva occhieggiato l'enorme spiaggia bianca che abbracciava un mare blu come forse non ne aveva mai visti, si era sentita proprio all'inizio di una grande avventura. Di certo, però, non aveva calcolato la sorpresa, la novità, l'imprevisto.


Si chiamava Andrea ed era uno dei più scatenati ed allegri animatori. Istruttore di canoa, napoletano verace, già decisamente troppo più grande di lei. Le piaceva moltissimo, per la verità. Aveva passato le prime sere al villaggio a tentare di farsi invitare a ballare da lui, ma aveva danzato con tutti gli animatori meno Andrea. Fino a quando, durante la sera a tema, non si era ritrovata, con sua grande sorpresa, a condividere un ballo con lui. Avevano chiacchierato un po', e per lei era stata una scoperta del tutto nuova il rendersi conto che era in grado di passare del tempo insieme ad un ragazzo più grande senza l'imbarazzo che si sarebbe aspettata. All'inizio era, certo, un po' rigida, ed aveva tentato di condurre lei il ballo (sua vecchia abitudine da ballerina), ma Andrea l'aveva messa facilmente a suo agio. Era simpatico come l'aveva immaginato; più di ogni altra cosa, la caratteristica che lo rendeva speciale era la sua disponibilità a mettersi in gioco in ogni situazione, dall'aperitivo sotto l'ombrellone alla festa in maschera. Sapeva che questo non era altro che il suo lavoro, eppure era ugualmente ammirata da tanta gioia di vivere, che non tutti gli animatori dimostravano allo stesso modo. Sì, le piaceva tutto di lui. Certo, la attraeva fisicamente, con i suoi capelli neri disordinati, i suoi muscoli da canoista, i suoi orecchini ed i suoi tatuaggi enormi. Ma i ricordi principali che, sapeva, avrebbe conservato di lui, sarebbero stati legati soprattutto alla sua voce ed alla sua risata.

Because Taylor inspires lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora