Red

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NOTA AUTORE: sono stata indecisa, perché non sapevo se considerare il capitolo precedente, "Enchanted", una one-shot oppure no. Alla fine ho deciso che la storia raccontata meritava una continuazione. Spero tanto che vi piaccia. Fatemi sapere che cosa ne pensate...qualsiasi tipo di commento è ben gradito!


Amarlo è come guidare una nuova Maserati

giù per un vicolo cieco, più veloce del vento,

passionale come il peccato, è finito così presto

amarlo è come cercare di cambiare idea

una volta che stai già volando in caduta libera

come i colori in autunno

così brillanti prima che si perdano del tutto


Era stata colpa di suo fratello, senza dubbio. Se lui non fosse stato dannatamente allergico alla polvere, non si sarebbe ritrovata in quel sabato mattina a pulire la camera di entrambi, lottando con i nugoli di sporcizia che lui si era guardato bene dal rimuovere. Oppure era stata colpa sua e della sua fissazione per l'ordine: da qualche anno, quando camera sua, oppure il suo armadio, o ancora le sue mensole raggiungevano uno stato di confusione davvero penoso, stabiliva delle giornate durante le quali, avendo tempo libero, rivoluzionava tutto, sistemando anche il più piccolo foglietto fuori posto.

In definitiva, non vi era alcuna colpa: che cosa avrebbe dovuto fare? Finire sepolta sotto cataste di volantini stravecchi, magliette usurate, calzini rotti? Certo che no.

Tuttavia, in quel preciso istante si ritrovava a maledire la sua scelta di fare ordine. Già, perché da una delle tante borse di carta che aveva accatastato ai piedi dell'armadio era fuoriuscita, dispettosa ma inesorabile, una cartolina di Pienza.


L'aveva rigirata con cautela, osservando la data. Sapeva che il tempo fosse trascorso, ma davvero non si aspettava che si trattasse di sette anni e mezzo.

Aveva tantissimi ricordi di quel frammento di vita confusionario ed indimenticabile che era stato l'ultimo anno di liceo, e Pienza era uno dei più belli.

Alcune immagini di quei giorni le ritornavano ancora in mente, limpide come se le avesse appena vissute.

Le stelle, le colline, le corse nella notte, il calore del camino, i tramonti.

Luca.


Dopo essersi conosciuti, durante quei tre giorni pieni di promesse, non si erano più perduti, come lei aveva temuto, ma avevano continuato a cercarsi.

Luca aveva una macchina di lusso, nera e sottile, silenziosa e veloce. Era con quella che era solita riaccompagnarla, dopo le loro serate insieme. Lei a quel tempo stava ancora vivendo la memorabile avventura della scuola guida (un incubo, sia durante che a posteriori, ma purtroppo anche una tappa obbligata) e guardava fuori dal finestrino, assorta. Le strade del paese erano buie già da molte ore, per via della stagione invernale, e, da dentro l'abitacolo, era difficile vedere al di fuori. La velocità del veicolo dava l'impressione di poter sbattere contro un muro o un vicolo cieco da un momento all'altro, ma, stranamente, questo contribuiva soltanto a farla sentire leggera. Come se nulla le importasse. Come se si sentisse proiettata in un altro mondo.

Il loro gruppo di amici aveva organizzato un fine settimana in montagna, a gennaio, che li aveva visti sempre più vicini e felici di frequentarsi. Durante le notti lei non riusciva a dormire, si avvolgeva nel plaid a quadretti rossi e verdi e si avvicinava alla grande finestra della sua camera, sopra il termosifone. La spessa distesa di neve che circondava la casa si rifletteva nel cielo, rendendolo viola ed oro anche in piena notte. I colori cambiavano rapidi, portati dal vento, e non vi era una sfumatura uguale all'altra, così come i suoi giorni con Luca erano tutti diversi. Non erano una coppia, ma non erano nemmeno amici, ed ogni giorno lei scopriva qualcosa di nuovo su di lui.

Because Taylor inspires lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora