Lecca-Lecca

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"Che non cucini lo sapevo già, ma almeno potresti comprare del cibo pronto!" mi rimproverò Mo con la testa dentro al frigo. "Stai facendo una dieta a base di luppolo, per caso?"

In effetti sì, ormai la colazione era l'unico pasto in cui mancava la birra.

"Quante storie che fai. E poi che ti importa? Vuoi essere tu la mia mogliettina? Ti darei anche uno stipendio per i lavori di casa" ammiccai, guardandolo con il mento poggiato sul bordo dello schienale del divano.

"Sei un cazzone."

"In effetti lo sono. Vuoi controllare?"

Mi elevai sulle ginocchia e infilai due dita sull'elastico della tuta, mentre con l'altra mano mi alzavo lentamente la felpa.

Ero felice, la farfalla di lacrime sembrava un ricordo lontano. Bastava ritrovare questa sintonia con Mo per sentirmi subito leggero.

Anche un po' troppo leggero: di nuovo un capogiro e di nuovo strani lamenti dalla mia pancia.

Mo era riemerso dal frigo, aveva sbirciato il mio spettacolino ed era arrossito. Oh sì, cazzo, era proprio arrossito!

"Stai male brutto cazz... stronzo pervertito! Ce la fai a stare steso dieci minuti senza fare il cretino?" si mise una mano davanti alla bocca prima di girarsi. Si avviò all'ingresso e frugò nel mio cappotto.

"Ehi, la mia mogliettina mi sta rubando i soldi!"

Un ringhio basso gli uscì dalla bocca quando si voltò un'ultima volta verso di me prima di uscire.

Ma non sbatté la porta, la accompagnò lentamente finché non la chiuse.

Era un buon segno.

Mo fu di ritorno dopo poco, avevo giusto fatto in tempo ad andare in bagno a fare una pisciata, tirare fuori due birre gelate e a stendere una tovaglia macchiata sul tavolino di fronte al divano.

Pensavo di dovermi alzare per andargli ad aprire, ma a quanto pare mi aveva fregato anche le chiavi prima di uscire.

Sorrisi. Era stupido, non significava nulla, eppure quel gesto mi scaldò dentro.

"Porridge" dichiarò frettolosamente, mentre poggiava il sacchetto col cibo sul bancone della cucina.

Tirò fuori due confezioni, prese due cucchiai e si avvicinò lentamente al tavolino per non rovesciare il contenuto per terra.

"Ma come porridge? Mi hai fregato i soldi, potevi prendere qualsiasi cosa e torni col porridge?"

"Sapevo che avresti rotto le palle. Come lo sapevo, guarda! Infatti ho comprato anche il dolce."

"Ecco la mia brava mogliettina. Ma dov'è?"

Buttando un occhio verso la cucina vidi che non c'era più niente.

Poggiò le confezioni fumanti sul tavolino ed estrasse da una tasca due asticelle bianche.

"Ho preso due lecca-lecca."

I miei neuroni in quel momento bloccarono qualsiasi attività cerebrale fosse in corso.

Un unico suono sordo, ma costante rimbalzava da una parte all'altro del cranio.

Lecca.

Lecca.

Mo. Guan. Shan. Ha. Comprato. Per. Noi. Due.

(Noi due)

Due:

Lecca-Lecca.

Accadde nell'esatto istante in cui nella mia testa la parola 'lecca' perse il suo significato reale, per le tante volte in cui l'avevo ripetuta, che invece acquisì senso per Mo: le orecchie e le gote gli andarono a fuoco.

ESAUSTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora