Cocomero Marcio

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Era chiaro che quel gioco di sguardi così sensuale non sarebbe potuto durare a lungo. Conoscevo abbastanza bene me e il Rosso per sapere che io avrei voluto saltargli addosso il prima possibile e lui sarebbe solo voluto scappare.

Tuttavia non stava accadendo né l'una, né l'altra cosa.

E se la situazione non si fosse sbloccata di lì a un attimo, il cuore mi sarebbe esploso nel petto.

"Il mio non è così buono" Mo interruppe lo stallo parlando dell'unica cosa a cui non stavo più pensando.

"Che gusto è?"

"Non lo so, li ho presi senza farci caso. Aspetta che controllo..." e si allungò per raccogliere la carta della confezione.

Alzai la mano che ancora spingeva sulle mie parti basse e bloccai la sua prima che potesse arrivare a prenderla. Spostai il braccio dalla sua spalla e mi tolsi il lecca-lecca dalla bocca.

"Facciamo così: io assaggio il tuo, tu il mio, e vediamo se indoviniamo il gusto."

"E il primo che indovina vince e può chiedere all'altro qualsiasi cosa."

Bravo Mo, così la questione diventa ancora più interessante.

"Ci sto."

Ci scambiammo i lecca-lecca. Questo andava ben oltre a bere dalla stessa bottiglia. Su questa palla di zucchero ci era appena finita la lingua di Mo. Era stata coccolata dalla lingua di Mo, accarezzata, succhiata dalla lingua di Mo.

"Fragola! Ho vinto io!"

Bene, quindi intendeva giocare sul serio.

"E questo fa davvero schifo, che gusto è? Cocomero lasciato marcire al sole?"

"Non lo so proprio."

"Comunque hai vinto, giocando sporco, ma hai vinto. La tua richiesta?"

"Non ho giocato sporco!"

"Il sapore del mio alla fragola si sentiva lontano due metri."

"Hai accettato di giocare, sapevi le regole. Non puoi rompere se perdi."

"Va bene, va bene. Allora?"

"Voglio tenermi il tuo lecca-lecca."

Certo, avevo Mo davanti. Cosa mi aspettavo? Che ne approfittasse per baciarmi?

"Bastava chiedermelo, te l'avrei dato."

Ormai la magia del contatto indiretto con la lingua di Mo si era esaurita, così mi alzai, raccolsi le confezioni dal tavolo e le buttai nel bidone, assieme alla schifezza dolce-amara.

"Però se vuoi..." Il Rosso aveva iniziato a parlare chiaramente, concludendo però con una serie di farfugliamenti.

"Cosa. Se voglio cosa?" risposi mentre mi sciacquavo la bocca con l'acqua del rubinetto per togliermi quel retrogusto orripilante.

"Se vuoi possiamo, ehm, condividerlo. Il lecca-lecca alla fragola, intendo. Mangiarlo, uhm, insieme."

Per la miseria. Stava dicendo sul serio?

A saperlo prima, avrei fatto una scorta decennale di lecca-lecca al cocomero marcio.

ESAUSTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora