Hide and seek - Okkotsu Yuta

257 10 2
                                    

Yandere warning

«L'amore è la peggiore tra tutte le maledizioni.»

Gojo Satoru

Mi svegliai in un ambiente estraneo, su un letto bianco che profumava di farmaci e una luce abbagliante. Alla mia destra c'era una finestra enorme lasciata spalancata e il cielo si estendeva da quel rettangolo con un indaco puro e incorrotto. Le persone in piedi alla mia sinistra sembravano emozionate del mio risveglio, si diedero pacche sulle spalle e mi sommersero di domande. Chi erano? Chi ero? Un flusso di informazioni risalì in superficie nella mente.

Katsua, 17 anni, studente della Tokyo Jujutsu High. Quelli che avevo davanti erano i ragazzi del primo anno.

"Ci siamo davvero presi un colpo prima, menomale stai bene Katsua-senpai." Disse scoraggiato Yuji unendo i pollici delle sue mani. Ricordai vagamente di stare scappando da qualcosa sotto al sole cocente quando mi imbattei in loro e svenni.

"Dicci chi ti ha ridotto in quello stato, lo picchio fino a fargli uscire il midollo osseo." Disse Nobara alzandosi le maniche.

"Sto bene. Sarà stato il sole." Ridacchiai, erano così carini quei ragazzi.

"Però avevi una ferita sulla tempia, Shoko-san te lo ha curato. Che cosa è successo?" Continuarono a chiedere poco convinti. "Non dovevi essere in America?"

"Quella ferita e il modo in cui correvi, non penso sia stato solo un colpo di sole. Sembrava come se stessi scappando da qualcuno o qualcosa." Asserì Megumi che non aveva parlato fino ad allora.

"Sì..." Mi grattai la testa facendomi convincere ma non riuscivo a ricordarmi il motivo. Dovevo essere in America? Per quale ragione?

"E' successo qualche problema?" Chiese Yuji sporgendo verso il letto da dietro l'amica.

"Non ricordo..." Sorrisi imbarazzata, ma se non lo ricordavo non doveva essere qualcosa di importante, mi rassicurai da sola. I tre mi fissarono poco persuasi.

"A proposito, dov'è Okkotsu senpai?" Nobara cercò di cambiare argomento. "Se sei tornata te, sarà anche tornato lui. Dov..."

All'improvviso i muscoli delle mie spalle si contrassero in un colpo e come d'istinto strinsi le lenzuola. Cosa mi stava succedendo?

"Katsua-san? Katsua-san? Stai bene?" La ragazza mi prese la mano serrata e il suo tocco mi riportò alla realtà.

"Sì, non ti preoccupare. Forse è l'ipertermia." Cercai di contenere il tremolio incontrollato e Nobara annuì. Gli altri due restarono silenziosi, Yuji mi lanciò un'occhiata pensierosa il cui messaggio non riuscii a decifrare.

Bussarono alla porta.

"Guarda chi c'è, si è degnata finalmente di tornare dall'America." Maki fece la sua entrata, portava un cipiglio in viso. Rivederla mi rilassò completamente, la salutai felice.

"Maki-san, digli qualcosa, si è presa un colpo di calore."

"Io? Lascio questo lavoro al suo fidanzato."

Fidanzato? 

Una figura con un vestito bianco sbucò nella mia mente, in quel preciso istante quella stessa persona fece entrata nell'infermeria. Prima un piede, poi tutto il corpo, in spalla una spada avvolta in una fodera di stoffa nera. Indossava l'uniforme bianca e pantaloni neri. 

Se la paura per un semplice film dell'orrore era coprirsi gli occhi e stringersi in un angolino del divano, la paura ad un intensità maggiore era dettata dall'istinto. Mi immobilizzai al mio posto. Tutti i pori del mio corpo mi gridavano di muovermi, di scappare ma non riuscivo a muovere un dito. Restai a fissarlo muta mentre gli suoi occhi si impuntavano su di me. Il sudore freddo che bagnò la mia schiena mischiati al caldo di quel giorno mi provocarono una sorta di nausea.

Anime OneshotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora