CAPITOLO 7

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Erika's pov:
Il grande giorno è arrivato, oggi inizieranno le riprese anche se da una parte vorrei che non fosse così, il fatto di dover rivedere mia madre e dover lavorare a stretto contatto con lei obbligatoriamente mi destabilizza, non abbiamo nessun tipo di rapporto e gli avvenimenti delle ultime settimane non hanno portato a nulla di buono ma non posso sottrarmi proprio ora ad un impegno già preso da tempo, si tratta di rispetto e professionalità e l'approccio che avrò con lei sarà soltanto a livello lavorativo, anche perché come le ho già detto voglio che resti fuori dalla mia vita.
Sistemo le ultime cose in borsa riponendo al suo interno anche il copione che ripasserò durante il tragitto in pullman ed esco di casa diretta agli studi.
Non appena il pullman arriva salgo al suo interno e mi siedo al fondo estraendo il copione dalla borsa per poi ripassare le mie battute che ho studiato maniacalmente nella speranza che tutto vada per il meglio, una ventina di minuti più tardi arrivo a destinazione e scendo da esso ritrovandomi davanti l'imponente struttura degli studi cinematografici di Madrid, di cui conservo spiacevoli ma anche bellissimi ricordi legati alla mia infanzia insieme a mio padre. Entro al loro interno dove ad accogliermi trovo Ivan.
"Ciao Erika, come stai? Sono felice di vederti e spero che oggi per te sia solo l'inizio di una lunga carriera, tra poco inizieremo a registrare, tu vai pure a cambiarti nel tuo camerino, non appena avrai finito arriverà una truccatrice che ti darà una sistemata prima di andare in scena."
Afferma cordialmente.
"Salve, tutto bene la ringrazio per le belle parole, d'accordo, allora vado, a dopo"
Mi limito a dire congedandomi per poi voltarmi e dirigermi verso il mio camerino di cui apro la porta mediante la key card che mi è stata data, noto che l'ambiente é molto spazioso e ben illuminato grazie ad una grande finestra situata dall'altro lato della stanza, mi guardo intorno, tutto é ben pulito, ordinato e l'arredamento è curato nei minimi dettagli, poso la borsa sulla scrivania dinanzi alla specchiera da trucco e mi dirigo verso l'attaccapanni sul quale sono situate molte tute gialle e canottiere bianche identiche, che sono gli indumenti che Fatima dovrà indossare durante la serie, ne indosso un paio ed infilo i calzini e le scarpe da ginnastica bianche, in ultimo lego in uno chignon i miei lunghi capelli ramati ed indosso la cuffia sulla quale posiziono la parrucca castana, pochi istanti dopo sento bussare alla porta, così mi avvicino ad essa
"Chi è?"
Domando prima di aprire
"Sono Ana, la truccatrice"
Sento dire dall' altra perte, così apro e mi ritrovo davanti una donna bionda con gli occhi verdi ed un sorriso a trentadue denti.
" Ciao, é permesso?"
Domanda
"Certo, entri pure."
Affermo sorridendo cordialmente per poi spostarmi da un lato permettendole così di passare
"Dammi pure del tu cara, io sono Ana, tu devi essere Erika, la figlia di Najwa non è vero?"
Mi chiede lei
"Ok d'accordo Ana si sono Erika ed anche la figlia di Najwa...purtroppo"
Affermo guardandola e marcando la parola purtroppo, non è bello essere la figlia di una donna che da madre non si è mai comportata e non è una cosa di cui vado fiera.
"Come mai dici questo? Conosco tua madre da molti anni e conoscevo anche tuo padre, Nathan, siamo sempre stati grandi amici io e i tuoi genitori, pensa che il loro amore é nato proprio qui, tra le mura di questi studi."
Mi racconta sorridendo, probabilmente a causa del ricordo della loro amicizia.
"Beh, dico questo perché non è mai stata presente fino a poco tempo fa, in cui ha fatto irruzione nella mia vita distruggendo gli equilibri che avevo creato con fatica senza di lei"
Ammetto sincera.
"So bene tutto ciò che è successo ma credimi, tua madre al contrario di ciò può sembrare é una donna molto buona e fragile, credimi se ti dico che non c'è giorno in cui non pensi o non abbia pensato a te. In ogni caso non volevo intromettermi ma solo dirti questo, ora vieni a sederti qui, che ti do una sistemata."
Dice indicandomi la sedia difronte alla specchiera, faccio come dice e lei inizia a truccarmi mentre le sue parole si ripetono come un eterno loop nella mia mente.
"Perfetto, abbiamo finito."
Mi informa riportandomi alla realtà.
"Sei bellissima."
Afferma guardandomi attraverso la  specchiera soddisfatta del suo lavoro, osservo la mia immagine riflessa e ne rimango meravigliata, é stata davvero brava, è un trucco molto semplice e raffinato ma realizzato con colori e tonalità che mettano ben in risalto il mio sguardo e i miei occhi verdi.
"Ti ringrazio Ana e tu sei stata bravissima, questo make-up mi piace molto"
Affermo complimentandomi con lei.
"Beh, ho fatto del mio meglio, sono contenta che ti piaccia, stai molto bene."
Risponde di rimando in tono gentile, è davvero molto dolce e la sua voce mi trasmette un senso di pace e tranquillità.
"Ora sarà meglio che vada, Ivan mi ha detto che avremmo incominciato a girare tra poco."
Dico alzandomi dalla sedia e rivolgendomi verso Ana.
"Certo, devo andare via anch'io."
Mi informa.
Ci dirigiamo insieme verso la porta e usciamo dal camerino che subito dopo chiudo a chiave.
"Bene allora a domani Erika, ti auguro buona fortuna."
Dice per poi abbassarsi leggermente dandomi due baci sulle guance in segno di saluto.
"Mi sa che ne avrò bisogno,a domani."
Affermo accompagnando il tutto con una risatina sarcastica per poi congedarmi dalla donna e dirigermi sul set, mentre cammino, però mi scontro accidentalmente con qualcuno proveniente dalla direzione opposta.
"Oddio mi scusi non volevo!"
Esclamo mortificata rivolta alla persona davanti a me di cui ancora non conosco l'identità.
Alzo lo sguardo e noto che si tratta di Alba Flores, nonché migliore amica di mia madre ed attrice che stimo molto.
"Nessun problema Erika, non preoccuparti, sono io a dovermi scusare, ti stavo cercando per dirti che si va in scema tra dieci minuti e farti conoscere le altre, ti sei fatta male?"
Mi domanda in tono apprensivo, osservandomi dalla testa ai piedi per accertarsi che sia tutto ok.
"No stia tranquilla è tutto apposto, vedo che mi conosce già."
Constato guardandola, visibilmente in imbarazzo nell'avere davanti un attrice come lei che diventerà presto una mia collega, anche se poi mi rendo conto che il fatto che mi conosca è plausibile dato che è molto amica di mia madre.
"Ma certo che ti conosco, a dire la verità da quando eri una neonata, tu non potrai ricordarti perché eri decisamente troppo piccola ma passavamo molto tempo insieme io e te, conosco tua madre da prima che nascessi. Qui dentro ti conoscono tutti."
Mi informa in tono allegro e amichevole, sembra molto simpatica e solare, solo in quel momento ricordo di alcune vecchie foto di famiglia in cui molto spesso era presente anche lei insieme ai miei genitori con me in braccio o nel passeggino.
"E comunque dammi pure del tu, quando hai iniziato a parlare mi chiamavi zia Alba"
Afferma e ridiamo insieme a quella buffa parentesi, parlare con lei sta facendo riaffiorare molti ricordi della mia infanzia che avevo rimosso completamente.
"D'accordo "zia Alba"
Dico chiamandola affettuosamente con il buffo ma dolce soprannome che le avevo dato da bambina, è incredibile come in pochi minuti sia riuscita a farmi sentire così tanto a mio agio, vorrei aver avuto questo rapporto anche con mia madre, ma non ora, già da prima perché adesso è decisamente troppo tardi.
"Bene "nipotina" ora sarà meglio avviarci di là dalle altre, prima che inizino a girare senza di noi."
Afferma ridendo ed a quel punto lo faccio anch'io, ha un'allegria davvero contagiosa ma credo lo stia facendo anche per alleviare la mia ansia ed agitazione dato che è la mia prima esperienza in questo ambito.
Raggiungiamo il set dove le altre, situate al centro della sala stavano parlando del più e del meno, ad eccezione di mia madre che se ne stava in disparte a parlare con Berta Vázquez visibilmente agitata.
"Ragazze, guardate chi vi ho portato!"
Esclama Alba alzando il tono della voce in modo da catturare l'attenzione di tutte che si focalizza su di me. Anche mia madre si gira e non appena i nostri sguardi si incrociano rimane immobile, quasi come se non si aspettasse di vedermi per poi rivolgermi una sorta di saluto con un cenno del capo che ricambio con indifferenza per poi riportare nuovamente l'attenzione sulle altre che si sono disposte in cerchio intorno a me e si stanno presentando una ad una per poi riempirmi di domande e complimenti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2022 ⏰

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Così lontane ma così vicine •NAJWA NIMRI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora