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Sono passati sette mesi dall'ultima volta che Tony Stark ha visto il Dottor Strange, sette mesi passati fra l'ospedale e casa sua. Non fu semplice, specialmente riuscire a controllare il nuovo braccio, ma ci riuscì. Ruppe giusto un po' di bicchieri prima di riuscire a tenerne uno in mano, uno stava persino per colpire Rhodey accidentalmente mentre lo aiutava con il braccio. Si arrabbiò giusto un pochino per tutti i tentativi falliti. Peter lo chiamò ogni giorno per vedere come stesse, passò anche alcune sere con lui a guardare film e a sentire commenti nerd. Chiaramoci, non dispiacquero a Tony, ma avrebbe voluto godersi i film e non sentire ogni secondo la voce di Peter di sottofondo che spiegava ogni scena come se fosse cieco. Pepper gli ricordava ogni appuntamento medico, di cercare di dormire un totale di ore umano, di mangiare del cibo sano e non solo panini del Burger King e di uscire qualche volta dalla sua tana. Cosa farebbe senza di lei? Sarebbe chiuse nel suo laboratorio a creare e creare nuovi tipi di armature perdendo la concezione del tempo di sicuro. Happy lo aiutava con le compere e a sistemare la casa, pur non essendoci bisogno molto di quest'ultima, ma insisteva anche solo per un centimetro di polvere. Ha le persone che ama di più attorno, ma sentiva che mancava qualcuno. Sì, quel qualcuno è proprio Stephen. Perché non gli ha più fatto visita? Ha saputo dai suoi amici che gli faceva visita regolarmente in ospedale, perché smettere dopo il suo risveglio dal coma? E quelle parole di conforto? Non l'aveva mai visto comportarsi così, per tutto il tempo che fu con lui su quella navicella aliena e su Titano è sempre stato freddo. Tony voleva delle risposte, ma non le avrebbe avute. Non sapeva dove abitasse adesso il dottore e non aveva nemmeno un contatto, nessun numero di telefono o mail. Trovò un contatto telefonico mentre cercava informazioni sullo stregone, ma non fu raggiungibile, quindi, probabilmente, non esiste più il numero. In compenso ha trovato molte interviste e scoperte mediche fatte dal dottore un paio di anni fa e poche foto, purtroppo. Tony ammise che Stephen era carino anche senza il pizzetto, lo faceva sembrare più giovane. Quello che stupì di più il miliardario fu l'assenza di social network con il nome dello stregone. Come faceva a vivere senza di essi? Dopo numerose ricerche, si arrese. Non trovò nulla dopo il suo incidente d'auto nel 2016, era come se fosse sparito dal pianeta Terra. Proprio in quel momento qualcuno suonò al campanello. Tony di alzò dal divano in soggiorno e andò a controllare alla porta. "Salve, signor Stark!" Ed ecco di nuovo il bimbo ragno tutto allegro sulla soglia della sua porta. "Ciao, ragazzo, entra pure", disse Tony allontanandosi dalla porta e facendo entrare Peter. "Allora, che ci fai di nuovo qui? Ci siamo visti due giorni fa". "Oh, certo, ma oggi deve aiutarmi a prepararmi per l'esame di fine anno, ricorda? Me l'aveva promesso. Ho bisogno di una mano da qualcuno per avere un ottimo punteggio e magari, si spera, cioè, in realtà dovrebbe proprio succedere, entrare al MIT. Lei è stato lì, sa come funziona, ci è andato anche lei alla mia età, quindi-" "Ho capito, Peter, ti aiuterò come promesso. Ah, e per la precisione, io sono andato al MIT prima della tua età, a 16 anni." Detto questo Tony andò in cucina e prese due tazze. "Vuoi del caffè?" Chiese mentre accendeva la macchina del caffè. "No, ma grazie lo stesso", rispose Peter mentre posava il suo zaino sul bordo del divano e si sedeva. Tony finì di fare la sua bevanda e si sedette dall'altra estremità del divano. "Posso farle una domanda?" Tony annuì. "Perché ha cercato il dottor Strange su Google?" Chiese Peter. Tony stava quasi per strozzarsi con il caffè. "Ragazzo, non si spia il portatile degli altri!" "Scusi, ma non è colpa mia se ha lasciato il computer su una pagina di ricerche con su scritto il nome del dottor Strange. Mi è caduto l'occhio, l'avrebbe fatto chiunque." Cercò di scusarsi Peter. In effetti il ragazzo non ebbe tutti i torti e Tony capì di essere stato uno sciocco ad aver lasciato il portatile su quella pagina. "Va bene, fa niente, avrei fatto la stessa cosa anche io", disse mentre finiva la sua tazza di caffè. "Stavo cercando l'indirizzo di casa di Strange o almeno un numero telefonico suo". "Capito... Beh, lui abita al 177A di Bleecker Street", disse Peter mentre estraeva un quaderno dal suo zaino. "Aspetta un secondo, come fai a sapere dove abita, Peter?" "Perché sono andato da lui-" "Tu cosa?" Chiese Tony immediatamente spalancando gli occhi. "Inizialmente non sapevo neanche io dove stava, ho trovato il suo indirizzo sul giornale tra le richieste di lavori. Ah, e c'era anche un numero di telefono, ma non sono sicuro se fosse il suo." Tony rimase immobile davanti al ragazzo. Aveva sprecato ore e ore a fare ricerche su internet sullo stregone quando avrebbe potuto sin dall'inizio trovarlo su un giornale! "È tutto a posto, signor Stark?" Chiese Peter preoccupato. "Certo, ragazzo... Certo. Ma dimmi... perché sei andato da lui?" "Volevo sapere se c'era un modo per risolvere un piccolo problema che ho causato, cioè, non sono stato proprio io, però mi coinvolgeva, quindi sono entrato nel suo santuario e gli ho parlato di quello che mi era successo, ma prima ancora di come è stato possibile che accadesse questo-" "Ragazzo, arriva al punto, ti prego. Cosa ti ha detto?" "Oh, giusto, scusi... Allora... All'inizio ha cercato di aiutarmi, ma poi l'ho fatto arrabbiare, mi ha guardato con quel suo sguardo gelido e mi ha cacciato da casa sua". Disse Peter nel mentre che prese un quaderno dallo zaino. Tipico di Strange, pensò Tony. L'aveva capito sin dall'inizio che non fosse molto amichevole e che si arrabbiasse facilmente.

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