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2023

La battaglia contro il titano Thanos fu vinta. Tony fu portato in Wakanda, dove gli furono date le migliori cure grazie alla tecnologia e conoscenza wakandiana.

I giorni passarono, diventarono settimane, ma Tony non si era ancora svegliato. I suoi compagni e amici lo visitarono, chi tutti i giorni e chi qualche volta. Pepper, Peter, Happy e Rhodey erano sempre nella sua stanza, parlando e dandosi coraggio e speranza. Insieme a loro c'era anche Stephen, ma lo stregone non proferiva parola, guardava solo Tony, senza dare alcuno sguardo alle altre persone presenti nella stanza.
Peter provò a parlagli, ma le uniche parole che ottenne furono dei si o dei no pronunciati a bassa voce. Nessun altro ha provato a iniziare una conversazione con lo stregone, un po' perché non lo conoscevano e un po' perché l'uomo non dava alcun cenno di emozioni sul volto, era illeggibile. Provarono a lasciarlo solo con Tony, ma quando tornarono Stephen era scomparso, non l'avevano visto uscire dalla stanza, quindi, probabilmente, aveva usato un portale magico per andarsene. Trovarono abbastanza strano questo comportamento dello stregone, erano sicuri che c'era un motivo per cui veniva qui ogni giorno senza dire una parola.

Peter provò a parlargli, ma non ottenne grandi successi. Il ragazzo pensò che il Dottor Strange avesse solo bisogno di tempo per riprendersi dalla battaglia e dal blip, ma non parlava con nessuno durante la visita a Tony, però sperava almeno che parlasse con l'uomo asiatico che era venuto con lui nella prima visita, Wong, da quel che aveva capito si chiamava così, l'aveva visto parlare con lo stregone.

In realtà nemmeno Wong sapeva perché Stephen continuava a fare visita a Tony. Stephen non si era aperto con nessuno. Wong cercava di stargli vicino per lo più ogni sera, ma il dottore non apriva bocca. Non lo obbligava a parlare, sapeva che non doveva essere semplice per lui realizzare tutto quello che era successo in così poco tempo.

Stephen era preoccupato, temeva per Tony, per la sua salute. Voleva solo vederlo vivo, sveglio, sentirlo parlare. Non si perdonerebbe mai la sua morte. Aveva visto 14.000.605 futuri diversi, in ognuno di questi moriva, in molti accanto a lui c'era Tony, sofferente o già morto. Non voleva vedere quell'uomo così, non di nuovo, non dopo tutto quello che ha fatto per loro. L'aveva giudicato male al santuario di New York e sulla Q-Ship. Tony non era un arrogante narcisista come aveva letto e sentito tempo fa, anzi, si sarebbe sacrificato per ognuno di loro su quel pianeta per non far realizzare il piano di Thanos. In un futuro era tra le braccia di Tony, sentiva l'uomo sussurargli parole gentili, incoraggianti, si sentiva bene in quel momento, pur sapendo che la morte si stava avvicinando sempre di più. Solo in uno avevano vinto. Il futuro di cui non riusciva a parlare, fin troppo bello anche per Stephen da immaginare. Era felice, ma la cosa più importante è che non era solo, e non sta parlando di Wong che gli tiene compagnia, quella è sempre apprezzata, ma era qualcosa di più bello dell'amicizia. Se avessero detto a Stephen che avrebbe vissuto felice fino agli ultimi respiri con l'amore della sua vita, non li avrebbe creduto. Era impossibile per Stephen innamorarsi perdutamente di qualcuno. Questo era quello che pensava prima di vedere quel futuro. L'amore della sua vita, la persona che lo avrebbe reso l'uomo più felice al mondo era lui... Era Tony Stark. Aveva una famiglia con lui, c'era Peter e anche un ragazzo di nome Harley. Ogni volta gli veniva da piangere al pensiero di quella visione. Sembrava troppo una favola per essere reale, ma lo era... Lo sarebbe stato, in realtà... Se non fosse successo tutt'altro. Stephen non sa cosa succederà a Tony, non l'ha mai visto, perché non ha mai visto oltre la sua morte.

La prima cosa che vide Tony fu una luce intensa, insopportabile. "Perché c'è tutta questa luce?"
Gli occhi di Tony si spalancarono sentendo un rumore provenire da sinistra. Non riusciva a riconoscere cos'era. Era un oggetto? Una persona? Un animale? Riuscì a girare la testa velocemente. "Hey, Tony, sono solo io, Stephen. Sei al sicuro", disse Stephen dolcemente, cercando di calmare il miliardario. Tony si concentrò sul viso di Stephen. I suoi occhi brillavano ancora di bellissimo azzurro mischiato al grigio, ma erano stanchi ed erano accompagni da delle occhiaie. Il viso dell'uomo sembrava affaticato, sicuramente anche triste, ma Stephen cercava di nasconderlo facendo un piccolo sorriso. "Perché sei messo così male? Cosa ti è successo, Stephen?" Come se gli leggesse nel pensiero, Stephen gli rispose subito "Sto bene, Tony. Sono solo un po' stanco. Sai, cose da stregoni." Mentì, non era questo il motivo della sua stanchezza e Stephen lo sapeva benissimo, ma non voleva far preoccupare Tony, non dopo un coma. Stephen accarezzò la mano di Tony per tranquillizzarlo. In effetti funzionò, finché il miliardario non girò un po' la testa, accorgendosi di trovarsi in una stanza in cui non ricordava di esserci stato secondo l'ultimo ricordo che aveva. Tony iniziò di nuovo ad agitarsi e a guardare ovunque all'interno della stanza. "Tony, sei in ospedale, per la precisione in Wakanda", spiegò Stephen. "C-come sono arrivato qui?" Tony era confuso, voleva sapere cosa gli era successo dopo lo schiocco delle dita con il guanto dell'infinito, cosa gli avevano fatto, da quanto tempo era in questo letto. "Ti abbiamo portato qui attraverso un portale. È stato il modo più veloce per non aggravare ulteriormente il tuo stato di salute. Hai avuto le migliori cure mediche dai migliori dottori wakandiani. Onestamente, sono rimasto sbalordito dalla loro maggiore conoscenza della medicina rispetto a quello che conosco io. Hanno fatto un ottimo lavoro e adesso stai bene. Diciamo... Ecco..." Stephen stava cercando delle parole adatte per spiegare al meglio, senza sembrare freddo. Non fece in tempo a riaprire bocca che Tony lo vide da solo. Il braccio destro del miliardario era stato amputato. Non c'era stata altra soluzione, non c'era modo di salvarlo, se ci avessero provato avrebbero portato soltanto maggiore dolore a Tony. "Cosa... Cosa m-mi hanno fatto?" Disse Tony con voce tremante senza distogliere gli occhi dalla spalla fasciata. "Amputazione del braccio destro. Purtroppo non c'è stato modo per salvarlo." Stephen stava cercando i modi migliori per tranquillizzare e dire che sarebbe andato tutto bene a Tony, come aveva fatto Christine con lui. Sperava che il miliardario lo ascoltasse, non facendo lo stesso errore che aveva fatto lui in passato. "Andrà tutto bene, Tony. Probabilmente ti metteranno un braccio bionico, ci vorrà un po' per abituarti a usarlo, ma tornerai quello di prima", Stephen cercò lo sguardo di Tony, ma non ci riuscì. Tony non stava staccando lo sguardo dalla fasciatura. Stava per dire qualcos'altro quando la porta si aprì ed entrarono Pepper ed Happy. Stephen si ricordò solo allora che aveva un tempo limitato per stare da solo con Tony. Non aveva bisogno di vedere Pepper per sapere che stava piangendo dalla gioia nel vedere Stark sveglio. Si avvicinarono tutte e due immediatamente al letto, erano increduli e felici. Stephen decise di andarsene dalla stanza, non voleva creare disturbo tra la moglie e l'amico di Tony. Avrebbero avvertito anche Peter, di conseguenza sarebbe arrivato anche lui. Aveva capito quanto fosse importante Tony per il ragazzino, erano come padre e figlio. Meritavano di stare insieme tranquillamente. Prima di oltrepassare la porta della stanza, Stephen si girò per dare un'ultima occhiata a Tony. "È con brave persone, sarà al sicuro con loro", pensò Stephen andando nel corridoio al di fuori della stanza. Aprì un portale per il santuario di New York. Non sarebbe più tornato a fare visita al miliardario.

Angolo autore:
Hey, ecco dopo una vita il secondo capitolo. Ho provato a scrivere al meglio possibile. Ho fatto delle ricerche per la parte medica, non sono un dottore. Mi scuso per aventuali errori grammaticali, provvederò in futuro a sistemarli. Ciaooooo ʕ•ᴥ•ʔ

♡︎ 14.000.605 𝑀𝑜𝑑𝑖 𝑃𝑒𝑟 𝐼𝑛𝑛𝑎𝑚𝑜𝑟𝑎𝑟𝑚𝑖 𝐷𝑖 𝑇𝑒 ♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora