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Tony si precipitò alla porta. Tra tutte le persone non si aspettò di trovare il Doctor Strange. "Strange, cosa ci fai qui?" "Ciao Tony... ehm, sono venuto per parlarti", disse Stephen cercando di non mostrarsi agitato. "Se sei venuto per lamentarti di nuovo di me, sappi che quello che hai detto prima è stato più che sufficiente. Ho capito che non vuoi più avermi intorno e nemmeno instaurare una amicizia", Tony fissò lo stregone.
"Mi dispiace", disse Stephen, prima che Tony potesse dire qualcos'altro. Tony era incredulo, ma cercò di non farlo vedere. Di certo non si aspettava che Stephen si scusasse per davvero. "Riguardo a prima nel Sancta Sanctorum, a dirti quelle cose e a disprezzarti. Non avrei dovuto farlo, non penso veramente quelle cose di te, e mi dispiace ancora."
Tony incrociò le braccia, gli occhi ancora duri ma molto meno arrabbiati di quanto Stephen si aspettasse che fossero. "Allora perché l'hai fatto?" "Non ho davvero una spiegazione." O meglio, una buona spiegazione. "Cazzo! Nessuno dice qualcosa così dal nulla senza motivo. Devi avere una ragione." Stephen sbuffò. "Vuoi davvero restare qui e discutere per qualcosa per cui mi sto sinceramente scusando?", disse Stephen, sperando di poter cambiare argomento. "E va bene, Stefanuccio, fai pure il misterioso", disse Tony girandosi e dando le spalle allo stregone. "Avanti, entra! Ti offro qualcosa da bere." Stephen rimase pietrificato per un momento sia per il nuovo soprannome sia per il cambiamento di umore rapido del miliardario. Si sarebbe aspettato che Tony insistesse nell'avere una motivazione che spiegasse il comportamento poco educato di Stephen e invece niente.

Stephen entrò in casa e non perse tempo a fare delle domande a Tony. "Da dove hai tirato fuori questo soprannome?" "Devi sapere che il mio cervello sforna soprannomi per chiunque ogni giorno. È meglio di qualsiasi generatore che trovi online", disse prendendo una bottiglia di rum dalla dispensa a muro in cucina. Stephen si mise seduto sul divano in soggiorno e osservò la stanza. I mobili erano tutti in legno. Tipico di una casa in una foresta, pensò Stephen. C'era una piccola libreria piena di libri e ciò incuriosì molto lo stregone. "Hai davvero letto tutti quei libri?" Chiese nel mentre che Tony posava la bottiglia e due bicchieri con ghiaccio sul tavolino. "Quelli? Ah no, sono lì solo per esposizione. Ne avrò letti al massimo uno o due. Forse uno è mezzo." La risposta non sorprese per niente Stephen. Si aspettava che dicesse "neanche uno" in realtà. Tony offrì il bicchiere mezzo pieno a Stephen e si sedette dal lato opposto del divano. "Posso chiederti una cosa?" Chiese Tony. Stephen annuì e nel mentre bevve un sorso dell'alcolico. "Cosa pensi veramente di me?" Stephen quasi sputò il rum che aveva in bocca. E adesso cosa doveva rispondergli? Non poteva dirgli davvero tutto. Doveva mentire? Raccontare una mezza verità? Stephen guardò Tony. Stava aspettando che dicesse qualcosa. "Quello che penso davvero di te?" Ripeté la domanda. Tony annuì guardando lo stregone con aria seria. "Beh, vedi... Penso che tu tenga alle persone, cerchi sempre di dare il meglio di te e superare anche ogni limite. Poi, io, ecco... Cioè, voglio dire, noi due siamo-", Stephen venne interrotto dal suo telefono che iniziò a squillare. Stephen lo prese e lesse il nome che comparve sullo schermo: Zelma. "Scusami un attimo, Tony. Pronto, tutto bene?" "Non proprio, dottore. I suoi libri hanno iniziato ad attaccarmi senza alcun motivo mentre li stavo controllando uno ad uno". "Com'è possibile? Non importa, sono lì da te tra pochi minuti. Tu prova a difenderti o a nasconderti in qualche modo", detto ciò riattacco. "È successo qualcosa di pericoloso, suppongo. Quale mostro è venuto sulla terra adesso?" "Nessun mostro, almeno, lo spero. Solo un problema con dei libri che hanno deciso di prendere vita magicamente e attaccare la mia assistente", il dottore posò il bicchiere sul tavolino e si alzò prendendo lo sling ring. "Non sapevo avessi una assistente." "Sì, beh, è una lunga storia. Magari un giorno te la racconto" "Mi stai proponendo un appuntamento, Stefanuccio?", disse Tony sorridendo maliziosamente. Stephen arrossì leggermente ma cercò di non farlo notare. "N-non in quel senso, Stark!" "Va bene, va bene. Ma non sai cosa ti perdi a rifiutare il mitico Tony Stark!" Stephen aprì subito un portale per il santuario. Voleva scappare da questa conversazione subito! Lo attraversò per poi girarsi verso Tony e salutarlo. "È ok se ti scrivo almeno, dottore? Sarei felice di sentire degli aneddoti sulla tua vita da stregone." Stephen annuì. "Certo, scrivimi pure dopo e ti dirò quando sono libero" "Perfetto, doc, ci vediamo al nostro appuntamento in amicizia". Tony gli fece l'occhiolino e il portale si chiuse immediatamente non mostrando il rossore che era aumentato sul viso di Stephen. Maledetto, Tony! Perché mi deve fare questo effetto? Pensò Stephen massaggiandosi la fronte. Quando la cappa della levitazione lo mosse all'indietro si ricordò del motivo per il quale era tornato al santuario. Zelma, cazzo!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 23, 2022 ⏰

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