CAPITOLO 6

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Quella mattina mi sveglia molto presto, il cielo era molto nuvoloso e il bus arrivò anche in ritardo; entrai in classe molto velocemente e presi il mio posto, seguii la lezione con molta ansia perché sapevo che quel pomeriggio sarei dovuta andare ad incontrare il mio insegnate di chitarra. Le ore passavano molto velocemente, e alla ricreazione fui sorpresa nel non vedere Harry, di solito non manca mai. Dopo la scuola presi l'autobus e andai a casa di Jonathan a pranzo.
Guardai l'orologio, 3:30 pm, tra un'ora dovevo essere all'appuntamento, «Amy, sei sicura che non vuoi che ti accompagni? Se vuoi...» disse Jonathan, «No, tranquillo, è una cosa che voglio fare da sola.» e così mi incamminai.
Arrivai davanti il cancello della scuola, era aperto, ma non si sentiva alcun rumore all'interno, spinsi il cancello ed entrai attraverso la porta principale, era così strana la scuola quando non c'era nessuno, c'era troppo silenzio; finalmente mi trovai davanti l'aula di musica, entrai e chiusi la porta, il sole filtrava debole tra le tende delle finestre e sentii una voce dietro di me «Ciao», feci un salto per lo spavento «Ciao» dissi io «Io sono Harry, Harry Styles, piacere» e mi porse la mano «Io sono Amy, Amy Richards, anche tu frequenti questo corso?» «Diciamo che io sarei l'insegnante» disse con tono autoritario, «Scusa io non immaginavo che-» «No, tranquilla, iniziamo?» «Si, certo si» «Okay» disse lui e fece un mezzo sorriso, «Dov'è la tua chitarra?» «No...io non-» «Va bene, ho capito, usa la mia» mi porse la sua chitarra e io feci molto attenzione a prenderla, e per quanto io sia imbranata non feci nessun danno fortunatamente, «Mettitela sulle gambe, ecco brava così, la..la mano giù, aspetta..no no, guarda» si avvicinò e mi aiutò, le sue mani erano così calde e morbide e lui aveva un buon profumo, dopobarba e caffè credo; dopo avermi posizionato bene le mani mi guardò e mi spiegò che quei tasti dal lato sinistro servono per fare le note e che con la mano destra si pizzicano le corde al centro, e si mise a ridacchiare quando mi vide colpire troppo forte le corde «Ferma! Così si rompe» «Oddio scusa..» «Guarda, ti faccio vedere come si fa» mi prese gentilmente la chitarra e se la mise sulle ginocchia, abbassò la testa e iniziò a suonare; non riuscivo a smettere di guardarlo, era incantevole, i riccioli gli cadevano sul viso dolcemente, si leccava le labbra di tanto in tanto e poi alzava la testa e mi fulminava con i suoi occhi verdi, devo ammettere che era bellissimo. Quel giorno, in quel momento, in quella stanza, mi sentivo finalmente felice. Alla fine della lezione lui mi guardò, posò la chitarra e mi disse «Allora, ci vediamo ogni martedì e giovedì qui, alle 4:30 del pomeriggio» «Va bene, ma dobbiamo  ancora parlare del
pagamento..» «Di quello ne parleremo un'altra volta» «Oh, okay» lui mi sorrise e io ricambiai, «Ciao» «Ciao a te».
Appena arrivata a casa chiamai subito Jonathan, «Pronto?» «Jonathan! Oddio non ci crederai mai, è stato divertentissimo! Lui,  è un buon insegnante, mi è piaciuto tantissimo e-» «Ma è stupendo! E lui chi è?» io mi fermai un attimo, a Jonathan non era mai piaciuto Harry, come al resto della scuola in fondo, «Emh, lui è un buon insegnate, molto brav-» «Amy, chi è?» feci un respiro profondo «Harry Styles.»

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