Fuori dall'ordinario
È da un po' che non scrivo qui, vediamo se ne sono ancora capace. Dove ero rimasto? Ah sì, Riccardo, colui che mi ha accompagnato in questi anni, alcuni lo definirebbero come uno spirito o fenomeno paranormale, io preferisco adottare una visione un po' più realistica. Credo che il mio inconscio abbia voluto donarmi qualcuno con cui parlare più spesso, qualcuno con cui condividere la mia vita completamente e magari con cui sfogarmi nei momenti del bisogno.
Ovviamente credo sia scontato dire che lo percepisco solo io e che nessun altro possa interagire con lui, sarebbe strano il contrario effettivamente, ma più volte mi è capitato di incorrere in eventi che mi hanno fatto dubitare della veridicità di questa affermazione; sapete, lo spostamento di qualcosa, un avvenimento che è accaduto dopo avermelo comunicato, cose del genere. Si tratta di casualità sparse nel corso di alcuni anni, non mi preoccuperei più di tanto, infondo anche un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno no?
In pochi leggeranno questa storia e non pretendo di più, non sono di tale arroganza, ma lasciatemi chiarire una cosa a coloro che vedranno queste righe. Non chiedetevi l'obiettivo dietro queste parole, non c'è, o meglio, non è impostato per voi; vedetela più come una sorta di diario di un qualche sconosciuto sul web, niente di più.
Ok, posso ritornare sui miei passi. Qualcuno di voi si starà chiedendo che forma ha questo Riccardo, ebbene è un po' complicato da spiegare, non l'ho mai capito veramente. Assume varie forme nella mia mente a seconda del momento direi, può assumere fattezze simili alle mie, oppure può impersonare qualcuno che mi sta particolarmente a cuore o, ancora, può diventare un brivido o far sì che io percepisca solo la voce, insomma niente di statico. Non mi ha mai fatto male direttamente, anzi, mi ha aiutato in varie occasioni con i miei problemi di ansia, ma cosa più importante non mi ha mai abbandonato. E a proposito di ciò.
Ché la diritta via era smarrita
Cosa pensereste se vi dicessi che le persone a voi più care in questo momento vi abbandoneranno da un momento all'altro, prenderanno una strada molto diversa dalla vostra e non le sentirete praticamente più?
Ovviamente è impossibile no? Eppure la frase "gli amici vanno e vengono" non è così fasulla come credete. Non sempre coloro che vi accompagnano per un tratto della vostra vita ve li ritroverete in futuro, è molto spesso il contrario oserei dire. Pensiamoci, quanti nella vostra cerchia di amici hanno un obiettivo comune? Quanti sceglieranno un liceo o un Istituto Tecnico diverso dal vostro, o ancora una facoltà universitaria invece di un'altra, oppure una città in cui trasferirsi lontano dalla vostra. Si potrebbe continuare, ma il fulcro di tutto ciò è uno solo: sono le nostre scelte e quelle degli altri a influenzare chi ci sta intorno.
Ed è per questo che posso affermare che coloro che considerate importanti ora, molto probabilmente non saranno gli stessi che considererete importatati in futuro. Ci tengo a specificare che non è una regola assoluta, ci sono amicizie e relazioni che riescono a sorpassare l'ostacolo del tempo, ma non è detto che siano quelle del tempo attuale.
Molti direbbero che si tratta di una visione pessimistica delle interazioni sociali (immaginate dover sempre pensare che la persona con cui stai parlando prima o poi scompaia dalla tua vita, è un po' deprimente no?) e non posso darli tutti i torti, ma io sto solo descrivendo la realtà in questo momento, nulla di più, sta a voi ora, sapendo ciò, trarre delle conclusioni in linea con i vostri principi.
Io, nonostante abbia guardato in faccia la realtà, ho capito come non importa come la si guardi, l'interazione sociale è essenziale per la nostra mente, che sia con i miei amici attuali o con quelli che verranno, questa è una verità che non può essere contestata, ma questo non è una scusa per credere che una relazione durerà per sempre indipendentemente dagli eventi che accadranno, sarei ancora più sciocco a pensare ciò di quanto non lo sia già.
Gli opposti si attraggono
Ebbene, dopo questa piccola enorme parentesi, possiamo ritornare un attimo indietro sui miei passi. Ciò che accadde dopo l'incontro con Riccardo negli anni a seguire fu lo sviluppo del mio corpo e della mia mentalità ormai entrata nella pubertà: la scoperta della mia sessualità, la prima relazione un po' più seria, ma soprattutto la nascita di altri "esseri" che dimorano nella mia mente. Non era un periodo eccezionale, lo devo ammettere, e forse proprio perché avevo bisogno di una qualcuno che avesse le idee chiare sul mondo che la mia mente creò ciò che chiamai Lukas.
Molto diverso da Riccardo per forma e personalità, era qualcuno pieno di sé, con la risposta sempre pronta, brutalmente onesto, abile nel manipolare il prossimo e ottenere ciò che desiderava.
Lo ammetto, lo detestavo, non capivo perché esistesse, né perché fosse così arrogante e minaccioso sotto diversi punti di vista. Eppure ripensandoci, era il mio opposto all'epoca: sicuro di se, adatto a relazionarsi, stronzo ma non troppo, insomma, lo stereotipo di un ragazzo perfetto per me a quei giorni. Non ci vuole tanto a capire che era ciò che avrei voluto essere sotto un certo aspetto, ma ovviamente quello, non ero io e non lo sarei mai stato o almeno è ciò di cui ero convinto.
Infatti è stato con lui che ho avuto la prima esperienza di "scambio di mente" o come lo chiamo ora io, Switch. Non è troppo difficile capire di cosa si tratta, letteralmente i pensieri di questa entità creata dalla mia mente e il mio corpo si sincronizzano dando origine a qualcuno con il mio aspetto ma con un'altra personalità. All'inizio accadeva solo per caso, traportato da forti emozioni e senza un effettivo controllo. Poi col tempo sono migliorato, ma emozioni o desideri troppo forti non riesco ancora a gestirli; ci ritorneremo in un secondo momento su questo aspetto comunque.
Direi che ho scritto abbastanza per ora già, per non parlare del fatto che ci avviciniamo al momento del cambiamento essenziale di queste entità che mi porterà a essere ciò che sono oggi.
L'Ingenuo
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con Me, da Me, per Me
De TodoSai, non è facile essere soli nella totalità dell'essere