Capitolo 1

50 6 0
                                    




Richard se ne stava impalato davanti alla porta d'ingresso fissando inespressivo la chiave nel palmo della sua mano. La pioggia battente gli colava sul volto e gli inzuppava i vestiti. Una goccia fredda gli passò attraverso il colletto del cappotto e gli scese lungo la schiena, facendolo rabbrividire.

Un tuono lo risvegliò dal torpore in cui era sprofondato e finalmente si decise a girare la chiave nella toppa. La serratura scattò con un sonoro clac e con la punta del piede la spalancò, trascinandosi all'interno della casa insieme al trolley contenente gli ultimi vestiti che aveva preso dall'appartamento in cui aveva vissuto fino a qualche giorno prima.

Si richiuse la porta alle spalle e con una mano umida cercò a tentoni l'interruttore della luce.

Il lampadario di cristallo del salone illuminò gli scatoloni che i traslocatori avevano finito di portare durante il giorno. Dodici scatole di cartone in cui aveva dovuto farci stare gli ultimi cinque anni della sua vita dopo che Helen, la donna che amava da sempre, lo aveva sbattuto fuori di casa. Richard non le aveva nemmeno chiesto perché. Lo sapeva già. Lo sapeva dal modo deluso con cui lei lo guardava tutte le mattine da mesi. Lo sapeva da come non lo abbracciava più, da come schivava i suoi baci, da come ignorava i suoi messaggi. La stava perdendo e non aveva fatto niente per impedirlo. Quando lei gli aveva urlato contro accusandolo di essere un inetto e un perdente, lui non aveva reagito. Aveva solo abbassato il capo, lasciando che tutti gli insulti di Helen gli penetrassero nella carne alla stregua di pugnali affilati.

Dopotutto reagire sarebbe stato come gettare altra benzina su un fuoco già acceso. Lui l'aveva delusa facendole promesse piene di belle parole che alla fine si erano rivelate soltanto bugie.

Ci sposeremo il prossimo anno, tesoro.

Ma quando l'anno era arrivato, si era reso conto di essere troppo preso dal lavoro. Il progetto a cui si stava dedicando era troppo importante per farsi distrarre da qualcos'altro. Ne andava della sua nuova posizione come direttore. Il matrimonio poteva aspettare.

E così di nuovo le aveva fatto un'altra promessa.

Ci sposeremo quando otterrò quella promozione, tesoro.

Poi un'altra.

Ti porterò a Parigi per il tuo compleanno.

Ma il compleanno di Helen era arrivato e loro non erano partiti. Il progetto lo aveva assorbito completamente, così l'aveva portata a cena in un pregiato ristorante francese. Non era Parigi, ma si sarebbe rifatto una volta consegnato il lavoro finito.

Nel frattempo la vita proseguiva, con lui che scordava tutto ciò che era importante per lei, per lui, per loro.

Certo che andremo a quel concerto, te l'ho promesso. Lo so che è l'unica data nel nostro paese, non mi sono scordato di comprare i biglietti.

No, non mi dimenticherò del nostro anniversario di fidanzamento.

Invece aveva dimenticato tutto.

Era certo che la nuova carriera lavorativa e il nuovo stipendio da direttore avrebbero sistemato ogni cosa. Helen lo avrebbe perdonato per tutte le mancanze dell'ultimo periodo e sarebbero tornati a essere la coppia affiatata di sempre.

Doveva solo ottenere la promozione.

Ma quella promozione non era arrivata.

Aveva avuto la pessima idea di condividere le sue idee con Marcus, il collega con cui lavorava fianco a fianco da dieci anni, l'unico con cui sentisse di avere un rapporto quasi fraterno in una compagnia dove eccellere era l'unica cosa importante. Marcus era sempre stato la sua spalla, per questo gli aveva affidato il suo progetto perché lo consegnasse assieme agli altri. Al momento della premiazione Richard aveva visto il titolo della sua presentazione sullo schermo. Elettrizzato si era alzato di scatto, per poi raggelare subito dopo. Nella presentazione su cui Richard aveva lavorato instancabilmente per mesi c'era il nome di Marcus. Come un automa, aveva allungato la mano verso quella tesa dell'amico che lo aveva tradito e, colto da un fugace impeto di rabbia, gliela aveva stretta così forte da farlo sussultare. «Ehi, nessun rancore, giusto?» gli aveva domandato Marcus.

Le Sette Virtù CapitaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora