4. Certe notti

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Luca stette tutto il tempo in disparte.

Si mise a guardare il mare, che in lontananza si infrangeva continuamente sulla spiaggia e sulle rocce della scogliera.

«Oi Lu, che c'hai?» Alberto interruppe il suo flusso di pensieri, facendolo sussultare e tornare troppo rudemente con i piedi per terra.

«Niente Albe davvero, sono solo stanco, non ho dormito stanotte».

«E perché non hai dormito?» il cantante sapeva che se il suo amico non dormiva c'era un problema.

«Qualche anno fa sono andato in vacanza ad Ibiza» si sedette e l'amico lo seguì, capendo che avrebbero parlato per un po'.

«Ho conosciuto questa ragazza, e beh, mi sono innamorato di lei» prese a torturarsi le mani, non gli piaceva rivivere tutti quei momenti e ammetterlo ad alta voce, perché gli mancava e non sopportava più quella sensazione di vuoto.

«Poi però la vacanza é finita e sono stato talmente cretino e preso dal momento che non so neanche il suo nome» si passo le mani tra i capelli e li tirò nervosamente.

«E ora il pensiero di lei mi sta consumando, la sento presente, il suo profumo mi perseguita e non riesco a dormire perché penso costantemente a lei» Albe sorrise, Luca era sempre molto concentrato su se stesso e conosceva i suoi obiettivi e i suoi limiti. Vederlo in quello stato gli dispiaceva e allo stesso tempo gli dava la prova che non era così focalizzato su di se come pensava o come voleva far credere.

«Io non ci vedo niente di male, sei ancora innamorato di lei e vuoi dimenticarla. Ho trovato» Albe si girò e Luca lo imitò, accorgendosi che il suo amico guardava in una direzione precisa.

«Oh nonono, Ale mi ucciderebbe e tra una settimana arriva Elena, meglio che ci riprovi con lei» il cantante sbuffò dandogli una spallata «Per la terza volta?».

«Non lo so Albe, conosco già Elena e so che le interesso ancora...».

«Si okay, ma a te lei interessa? Sai che non sarebbe giusto e poi sarebbe complicato, lo sai più di me che non riuscite a trovare un punto in comune voi due» Luca sbuffò di nuovo, passandosi le mani sul viso.

«Perché con Dafne cambierebbe qualcosa?».

«Con Dafne hai più speranze che ti interessi, non la conosci» Albe alzò le spalle, e Luca sospirò per l'ennesima volta.

«Avvicinati a lei, poi se non ti interessa lasci perdere» i due si abbracciarono, ne aveva bisogno.

*

Anche quella notte si svegliarono, quando Luca scese si prese un colpo vedendo la ragazza ai fornelli, intenta a prepararsi una tisana.

«Ti fai una tisana d'estate?» Dafne sussultò, ma era possibile che la spaventasse ogni volta?

«Non riesco a dormire e bere una tisana funziona sempre» si avvicinò a lei, affiancandola «La voglio anche io allora» la mora annuì e si sporse per prendere una tazza, ma erano troppo in alto e non ci arrivava.

«Aspetta faccio io» si ritrovò incastrata tra il frigo e il corpo del ragazzo, che sprigionava un profumo talmente familiare da farle accartocciare lo stomaco.

Bevvero le loro tisane seduti vicini sul divano «Certe notti la macchina è calda» cominciò lei, con un sorrisetto in volto.

«E dove ti porta lo decide lei» resse il gioco, gli piaceva quella canzone e la voce della ragazza era a dir poco angelica, non aspettava altro che sentirla cantare ancora.

«Certe notti la strada non conta
E quello che conta è sentire che vai» continuarono insieme, continuando a guardare davanti a loro, persi nei pensieri.

«Certe notti la radio che passa Neil Young, sembra avere capito chi sei» senza neanche accorgersene si avvicinò a lui, la tisana calda la faceva quasi sudare dalla sensazione di tepore che le provocava, ma non le importava, il contatto con la pelle di Luca era tutt'altra cosa, solo che non l'aveva ancora scoperto, o meglio, ricordato.

«Certe notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere mai» quella canzone sapeva di spensieratezza pura, le ricordava le notti d'estate, ma soprattutto quelle in un certo posto.

«Certe notti fai un po' di cagnara
che sentano che non cambierai più» appoggiò la testa sulla sua spalla e le loro voci continuarono a fondersi diventando tutt'uno.

«Quelle notti fra cosce e zanzare
E nebbia e locali a cui dai del tu».

«Certe notti c'hai qualche ferita
Che qualche tua amica disinfetterà».

«Certe notti coi bar che son chiusi e al primo autogrill c'è chi festeggerà».

«E si può restare soli
Certe notti qui
Che chi s'accontenta gode, così così
Certe notti sei sveglio
O non sarai sveglio mai
Ci vediamo da Mario prima o poi» le loro mani si sfioravano e si strinsero istintivamente quando sentirono un tonfo provenire dalle scale.

Luca posò la tazza sul tavolino lì vicino e si alzò, per andare a controllare, la ragazza si alzò a sua volta e, nascondendosi dietro di lui, lo seguì.

Luca si mise a ridere quando vide Mattia ai piedi della scale, con una faccia assonnata e scioccata, mentre Dafne si prendeva un colpo per lo stesso motivo.

«Oh dio, Matti ti sei fatto male, stai bene?» la ragazza di precipitò da lui che la abbracciò e si strusciò a lei «No, tranquilla».

Riaccompagnò Mattia nella sua stanza e tornò sul divano per finire la sua tisana, dove già c'era Luca ad aspettarla.

*

Luca non era riuscito a dormire neanche con la tisana, era servita a qualcosa però; si era ritrovato in uno stato di dormiveglia, dove il suo copro era stanco e aveva uno scellerato bisogno di dormire, mentre il suo cervello aveva tolto il freno ai pensieri, che facevano troppo rumore e gli impedivano di addormentarsi.

Si era alzato verso le sette, dopo aver maledetto qualsiasi cosa si trovasse sotto il suo sguardo.

L'unica cosa parzialmente buona che aveva concluso era stato ragionare sul fattore Dafne-ragazza di Ibiza, e aveva deciso che era arrivata l'ora di dimenticarla, magari provando ad avvicinarsi proprio a Dafne.

L'unica cosa su cui non aveva ragionato era stata la sensazione che aveva provato quando Mattia si era strusciato sul suo corpo.
Era stato come un pugno nello stomaco, un graffiare di unghie sulla lavagna, o meglio come un prurito che non si alleviava. Gli si agitava ancora in corpo e non se ne voleva andare.

Buttò il lenzuolo infondo al letto e si mise a sedere di scatto, andò in bagno per lavarsi il viso e quando si guardò allo specchio si spaventò della sua stessa immagine.

Aveva due borse sotto gli occhi, violacee e rigonfie, a tal punto che si vedevano i capillari. La sua carnagione era più bianca del solito e neanche i suoi capelli sembravano aiutare; li aveva scompigliati, che andavano in tutte le direzioni possibili, guardandoli meglio gli sembrava di avere i capelli di Albe, una massa informe impossibile da domare per farla breve.

Decise che avrebbe speso quei giorni ad avvicinarsi a Dafne, non voleva più stare di merda per quella ragazza di cui non sapeva neanche il nome; aveva bisogno di ripartire da zero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 19, 2022 ⏰

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