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Era un pomeriggio di novembre come tutti gli altri. Il vento soffiava, spostando il fumo dei comignoli e le ultime foglie rimaste ancora attaccate agli alberi, magari con la speranza di non cadere più o con la voglia di dimostrare la loro forza nel voler rimanere attaccate fino alla fine.

All’orizzonte le nuvole cariche di pioggia si stavano avvicinando, il meteo aveva infatti annunciato un temporale quella notte.

C’era da aspettarselo, era una settimana che era tutto troppo “asciutto”.

Faceva molto freddo, non c’era nessuno in giro sulle strade e all’unica a cui piaceva uscire, soprattutto in questo periodo dell’anno, era la nebbia.

Eppure su un sentiero di campagna, fra il vapore acqueo e gli alberi, si faceva strada una figura.

La figura avanzava a passo lento, ma deciso e fissava il vuoto che aveva davanti con occhi spenti. Ad ogni metro che percorreva si sentiva più leggera, i mille problemi che l’affliggeva stavano lentamente diventando parte dell’ambiente circostante. Qualcosa di esterno, non più suoi. Il dolore ormai aveva fatto spazio all’indifferenza e il vuoto aveva inghiottito il suo cuore.

Sara, si era creata uno scudo e grazie a quello non sentiva più nulla, nemmeno i brividi dietro la schiena, nemmeno la sua ultima briciola di razionalità che gli urlava in tutti i modi di tornare indietro.

In quel momento lei voleva fare solo una cosa perciò continuò ad andare avanti, addentrandosi in un bosco.

Lo scudo creato stava cominciando ad annullare anche lei, ma non le importava più. Quello che era successo poche ore prima era stata la ciliegina sulla torta che gli aveva dato il colpo di grazia. Negli ultimi mesi aveva pianto e sofferto così tanto che si sarebbe aspettata come consolazione un lieto fine, ma così non fu.

La vita si era presa un po’ gioco di lei e Sara non aveva più le forze per difendersi.

Cosi camminava, ora sull’erba umida, in attesa di trovare il luogo adatto.

Sentiva di doverlo fare e sapeva che una volta fatto sarebbe stata, almeno un pochino, tranquilla.

Quello che non sapeva però era il fatto che il destino, anche sta volta, non gli avrebbe reso le cose semplici, anzi…

Ogni metro che percorreva, i minuti passavano e lei si avvicinava sempre di più al momento fatale.


La mia piccola stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora