4.

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È notte fonda, dovrei essere a letto eppure sono ancora sveglia nonostante io sappia che le lezioni cominceranno presto.
Non riesco a togliermi dalla testa le parole di Sissi che mi hanno fatta girare e rigirare tra le coperte senza tregua.
Non decidiamo noi quando smettere di amare.
Finché c'è speranza, l'amore non svanisce.
Quindi è questa che cerco? Una speranza?

Addento un biscotto mentre mi stringo nella coperta sul divano. Fa freddo stasera e la testa mi scoppia. Sento gli occhi chiudersi da soli, ma appena provo a coricarmi quelle maledette frasi mi rimbombano in mente.
Ogni tanto penso che mi farebbe bene aprirmi di più sull'argomento, ascoltare più opinioni mi aiuterebbe e invece sto implodendo, a furia di non parlarne con nessuno perché ricordare mi fa troppo male.

« Sei sveglia anche tu? »

Deglutisco a vuoto quando mi rendo conto che a parlare è proprio la causa della mia enorme confusione.
È inutile che io continui a provare ad evitarlo, non ci riuscirò mai. Ma soprattutto non voglio coinvolgere nessuno in situazioni spiacevoli, quindi sarà meglio impegnarsi ad avere un rapporto civile.

« Si, non riesco a dormire stasera. » rispondo. Mi giro verso di Nunzio trovandolo appoggiato al tavolo, con i capelli spettinati e le braccia conserte. « Tu? »

Non so, ma vederlo con gli occhi impastati dal sonno e con addosso il suo pigiama blu mi ha riportato indietro a quando dormivamo assieme, a quando ancora ci stringevamo sotto le coperte. Sorrido istintivamente a quel pensiero, con una strana sensazione che mi mangia lo stomaco.
Come sarebbe stato bello se tutto fosse rimasto uguale.

« Christian russa troppo, mi ha svegliato. » dice facendo spallucce. « Ho il sonno leggero io. »

« Ma quando mai! Non ti sei mai alzato di notte neppure con il rumore dei tuoni. » affermo ridendo, alzando un po' troppo la voce. Era sempre lui a tranquillizzarmi quando sobbalzavo per il temporale, mi cingeva con le sue braccia e mi lasciava piccoli baci sul collo, ed io tornavo a dormire serena.

« Fai piano, che gli altri stanno dormendo. » mi riprende lasciandosi scappare una risata silenziosa. « Posso sedermi qui? »

Mi scanso più in là facendogli posto e lui si siede accavallando le gambe.
È strano ritrovarci così vicini dopo tanto tempo. Non avrei mai pensato che sarebbe riaccaduto ancora.

Nunzio sospira e passa una mano tra i ricci castani per tentare di sistemarli almeno un po', con scarsi risultati.
Poi cala il silenzio, nessuno dei due prende l'iniziativa di parlare per un po', forse mancanza di coraggio o semplicemente perché non abbiamo niente da dirci.
Eppure prima ogni scusa era buona per conversare, giusto per sentire l'uno la voce dell'altro. Ed era bello, perché non era forzato. Era importante per noi condividere tutto e ci veniva naturale farlo.
Lui era il mio punto di riferimento, era la prima persona da cui correvo quando accadeva qualsiasi cosa, che fosse buona o cattiva.
E poi, un giorno ci siamo ritrovati come due perfetti sconosciuti.

Pensavo sarebbe stato più facile e invece mi ritrovo a non saper minimante cosa fare davanti alla persona che ho amato più di tutti, anche più di me stessa. Il ricordo di quella sera d'Agosto, di quando l'ho visto baciare quella ragazza rossa al porto a Catania, è ancora vivo nella mia mente e per quanto cerchi di non pensarci, ogni volta che guardo Nunzio il mio cuore si spezza come la prima volta. È un ciclo infinito.

Quel giorno avremmo dovuto vederci, avremmo festeggiato il quinto mese di relazione un paio di giorni prima perché lui sarebbe dovuto partire, aveva una gara importante a cui partecipare.
Non mi sono mai sentita come in quel momento, vedere la persona di cui ti fidi più di chiunque altro che ti tradisce è davvero devastante.

a un passo da te | nunzio stancampiano. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora