Ventesima Lettera

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Eijiro dalla furia prese a calci il tavolo, facendolo finire per terra, rompendolo in mille pezzi, insieme alle lettere.

«No cazzo! Non possiamo esserci lasciati attraverso una fottutissima lettera! Non ci posso credere!» gridò.

Loro erano fatti l'uno per l'altro, erano una coppia felice, loro si conoscevano da quando erano bambini!
«Io...ho amato solo te...in tutta la mia vita» realizzò afflitto, poggiandosi sulle ginocchia.

"Che mi interessa"

Con gli occhi lucidi e la mano che tremava prese la missiva successiva.

Eijiro, 
Io ho bisogno delle tue risposte, non voglio lasciarti, ti amo ancora.
Ma non possiamo continuare così per sempre, ne sei al corrente vero?
Tu non sai dove sono, io non so dove sei...
E se ti fossi innamorato di un'altra persona?
A te, tutto sommato, non piacciono i ragazzi, hai solamente accettato  di stare insieme a me dopo varie dichiarazioni.

E io ho paura di tutto questo, vederti in giro per il campus con delle ragazze molto più belle di me affianco, mi fa morire internamente.
E potrai dirmi la stessa cosa, ma a me piacciono i ragazzi e a te no. 
'E se da un momento all'altro smettesse di provare qualcosa per me?'
'E se qualche giorno il desiderio di avere un figlio fosse più forte di avere un'amante?'
Io ho paura Eijiro, paura che tu possa buttarmi via più di come hai già fatto.
E, a questo punto, credo proprio che tu ti stia dimenticando di me.

P.s.: i fiori non stanno molto bene

«Io non voglio un figlio, tantomeno una ragazza.
Io voglio te. Da sempre, ho sempre voluto e vorrò sempre te» dopo ciò, si strinse la lettera al petto.

«Io voglio renderti felice, ma come posso farlo se ho scoperto solo ora i tuoi sentimenti?
Non sono in grado di renderti felice.
Non so neanche dove ti trovi cazzo!
Ma io ti amo, ti amo così tanto che girerei tutto il mondo pur di trovarti e farti sorridere.
Solo per poter essere la causa di quel sorriso»

↬ Lettera MortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora