Chapter three

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Ore 01.30.

Sono ancora qui, seduta su una panchina a guardare il cielo. Il posto in cui mi trovavo non era dei migliori, avrei potuto trovarmi chiunque.
C'era un bidone della spazzatura davanti a me e dei muretti grigiastri. Puzza di erba che mi intossica le narici. Immagino ci sia qualcun'altro da queste parti. L'importante è che non mi trovino, poi del resto me ne frego.
Non ero ne spaventata ne ansiosa del mio non arrivo al mio hotel. Ero tranquilla.
Mi piaceva questa sensazione di solitudine che mi girava intorno.
Un vento silenzioso mi scompiglia i capelli lunghi e mi sento proprio come quando mi trovavo sul mio amato boschetto dietro casa che mi escludeva dal mondo ogni volta che ci mettevo piede.   Quanto mi manca. Erano passati solo due giorni e già mi mancava Quebec. Tutto ma non mia madre.

Alzai lo sguardo appena notai un gruppo di ragazzi che camminano verso questa strada isolata.
Ero una ragazza coraggiosa e in cerca di avventure che ti cambiano la vita ma questa che potrei avere non mi piace per niente. Ho un brutto presentimento.
Pensai di alzarmi e correre via ma ormai è tardi dato che sono davanti a me che mi guardano ridendo e non capisco il perchè.
Subito girando lo sguardo a destra noto il ragazzo riccio con i capelli neri che mi squadra.

<< ma chi si rideve>> sogghigna il ragazzo riccio portando una sigaretta alla bocca.
<< non è un posto adatto a te questo, Soprattutto di notte. Vuoi? >> mi porse un pacchetto di sigarette e senza esitare ne estrassi una. Non avevo mai provato a fumare.
Mi porse l'accendino e senza far notare la mia incapacità di usufruire di una sigaretta cercai di accenderla. 
Di sott'occhio notai che tutti mi stavano guardando ma un ragazzo con i capelli bianchi e con piercing sul labbro prese in mano la situazione e mi accese questa dannata sigaretta.
<< si vede che sei inesperta. Comunque, piacere io sono Ben >> mi porse una mano che strinsi senza esitare e mi presentai anche io.
<< mi piace il tuo nome, Delaya >> rispose con uno sguardo malizioso.
<< io sono Simon, piacere >> disse un bel ragazzo con degli occhi azzurri e dei capelli biondo platino. Notai che nel suo braccio c'erano numerosi tatuaggi, mi sarebbe piaciuto conoscere il loro significato. 
Gli altri ragazzi con cui mi presentai furono Semory un ragazzo di pelle scura,  Paul un ragazzo con i capelli marroni e infine James l'odioso ragazzo che mi rubò il posto al Macdonald.
Tutti dei bellissimi ragazzi ma molto strani.

<< Allora, perché sei qua in questo posto per i 'tossici' ? Sai cosa intendo >> chiese Semory aggrottando le sopracciglia. 
<< mi sono persa >> mormorai portando alla bocca la sigaretta. Mi stava iniziando a piacere il sapore del tabacco.

Scoppiarono a ridere e automaticamente abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.
<< non sei una ragazza di molte parole, vedo >> disse sfacciato James. 
<< già, se non vi sto simpatica potete anche andarvene non ho bisogno di altra gente rompicoglioni >> dissi facendo un falso sorriso.

La mia antipatia non fece altro che farli scoppiare a ridere tutti quanti
<< woh,  woh! La micetta ha tirato fuori gli artigli! >> esclamò il ragazzo dalla pelle scura tenendosi la pancia dal troppo ridere.
<< mi stai sul cazzo >> ringhiai con tutto il coraggio che avevo. Mi stava davvero sul cazzo. E fidatevi che per essere così stronza con una persona ce ne vuole.

Tutti si azzittirono appena parlai e spalancarono la bocca.
Li guardai interrogativa prima di vedere Semory spingermi all'indietro e prendermi un polso con forza.
Che cazzo ho combinato? 

JerkinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora