Chapter one.
Osservai per l'ultima volta la casa che mi aveva ospitata per tutti questi anni e sospirando afferrai la valigia di fianco a me incamminandomi verso il taxi che mi aspettava in fondo alla via. Era tutto buio essendo notte e non c'era anima viva.
Aprii la portiera e mi sedetti sui sedili anteriori lasciando il tassista mettere la mia valigia nel bagagliaio per poi salire nel posto del guidatore. Era un uomo sulla sessantina basso e barbuto. Mi fissava dallo specchietto retrovisore, uno di quegli sguardi freddi che non ti dicono niente, un pò come i miei. <<dove la porto?>> chiese accendendo il motore di quella vecchia auto malandata.
<< aeroporto>> esclamai prima di girarmi verso il finestrino e fissare il vuoto.
Non so come ho fatto a trovare il coraggio di andarmene di casa e sparire dalla circolazione per molto tempo, se non per sempre. La mia vita era così noiosa e monotona e per di più avevo una madre severa che non dimostrava un minimo di affetto nei miei confronti e questo mi faceva molto male. Insomma, ho quasi 18 anni non sono una bambina.
Non so cosa mi aspettava di preciso a Los Angeles, ho fatto tutto senza pensare alle conseguenze ma sono determinata a crearmi una vita al massimo decente. Meglio di quella che avevo. È vero, dovrò lottare per guadagnare quel che voglio ma sono determinata e ce la farò. Voglio dimostrare a me stessa fino a che punto arrivo per arrivare a realizzare il mio sogno e voglio anche dimostrare a tutti quelli che non credono in me compresa mia mamma che io valgo.
<< siamo arrivati>> mormorò il tassista barbuto sbadigliando. Presi la mia borsa nera e scesi dalla macchina aspettando che il tassista mi prendesse la valigia. Presi dalla mia borsa il portafoglio e attesi che il vecchio mi dicesse la cifra di soldi che avrei dovuto consegnarli. << 20 $>> disse alzando le sopracciglia e rivolgendomi un lieve sorriso, tra l'altro falso. Estrassi i soldi e glieli porsi dopo aver accennato un saluto e senza attendere risposta afferrai le mie cose e mi incamminai verso l'entrata dell'aeroporto. Appeso alla parete c'era un grande orologio digitale che segnava le 24.40. ci avevo messo quaranta minuti esatti ad arrivare qui, Wow! Avevo esattamente venti minuti di tempo per prendere il mio volo.
C'erano parecchie persone e non mi stupivo dato che questo è un aeroporto e di voli ce ne sono ogni ora del giorno e della notte. C'era chi si abbracciava l'ultima volta e si salutava con le lacrime agli occhi. Chi si abbracciava per la prima volta dopo tanto tempo. E poi ci sono io che non avevo nessuno da salutare e nessuno da abbracciare fino a piangere. Bella merda eh?
Dopo aver fatto il Chek-in mi avviai verso l'aereo che avrei preso tra poco tempo. Il volo che avrei preso per lasciarmi il passato alle spalle e ricominciare di nuovo. Veci un sospiro profondo sentendo l'ansia farsi avanti e presi coraggio. Io sono coraggiosa.
Appena trovai il mio posto presi le mie cuffie, allacciai la cintura di sicurezza e aspettai che l'aereo prendesse il volo e portarmi via dal mio passato. Forse per sempre.
Addio Quebec.
Addio mamma.
