chapter four

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ASCOLTATE :
- ANOTHER LOVE
DI TOM ODELL

" Quando era solo una ragazza
   Si aspettava il mondo.
   Ma era fuori dalla sua portata,
   Così scappava via durante il sonno. "

- Coldplay

Appena mi accorsi che Semory o come si chiami mi avrebbe fatto del male mi allontanai dal gruppo di ragazzi.
Mi girai intorno spaesata non sapendo dove andare e, rendendomi conto che grazie alla mia stupidità potrei morire all'istante.
Sentivo urla e insulti nei quali gran parte erano indirizzati a me.
Iniziai a correre disperatamente sapendo che alcuni suoi amici stavano tenendo fermo il ragazzo infuriato.

Corsi tantissimo ma quel posto così rozzo e buio non sembrava darmi indizi di come uscire da qui.
Stanca della lunga corsa mi assicurai di essere abbastanza lontana da loro e mi appoggiai al muro quasi umido non so per quale ragione. I miei respiri erano così affannati che a momenti mi sarei potuta soffocare e così cercai di mantenerli il più calmi possibile.

Poi pensai,
Pensai a me.
Alla mia vita che con una semplice decisone presa da me era stata cambiata.
Pensavo  che la vita qui fosse così facile, e invece? Non siamo nelle favole dove tutto quanto è rose e fiori.
O come quando i problemi nelle favole vanno risolti con così tanta facilità che ti chiedi quale mente contorta ha inventato le favole.
Per far credere ai bambini che la vita è facile? Beh è sbagliato, sbagliatissimo.
Basta guardare me,  così convinta di ciò che facevo che non mi sono resa conto che non troverò mai un castello dove vivere o un marito che mi ama.
Sono sola e posso contare solo su di me, qui.
Perché non tornare? Farei lo sbaglio più grande della mia vita semplicemente perché voglio IO costruirmi il mio futuro e nessun altro lo può fare se non io.

<< Delaya? >> un sussurro mi fece  voltare di colpo e sentii che il mio cuore iniziava a battere sempre più forte.
<< c-chi sei? >> i miei occhi cercavano un ombra o qualcosa che potesse dirmi chi fosse quella persona che mi chiamava con il mio nome.
Camminai all'indietro con il cuore in gola non sapendo cosa fare se non darmela a gambe.
Tremavo e il mio cuore palpitava finchè di istinto non indietreggiai e cominciai a correre non sapendo dove stessi andando e poi, senza nemmeno accorgermene ero per terra con la faccia spiaccicata sul marciapiede sporco.

<< ma che cazzo fai! Sono Ben >> mi urlò facendomi sussultare.
Mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi e, senza pensarci iniziai a insultarlo nei peggiore dei modi.

<< mi hai fatto morire di infarto! E per non finire sono pure caduta oltre all'enorme spavento che mi hai fatto prendere disgraziato! >> lo sgridai.
<< scusa. Non vuoi nemmeno sapere perché sono venuto da te? >> inutile dire che avrei voluto toglierli quel sorrisetto che aveva.

<< l'unica cosa che voglio è andarmene a dormire >> esclamai con non-chalance. Senza aspettare una risposta mi girai e me ne andai lontano da lui. La sua compagnia non era ben gradita da una come me.
<< aspetta, ti porto a casa >> si affrettò a dirmi.

<< non ho una casa >> dissi mentre tenevo una mano sopra la bocca per coprire lo sbadiglio che ho appena fatto.
<< non ci credo >> disse scoppiando in una fragorosa risata. Lo guardai con la cosa dell'occhio e alzai gli ultimi al cielo non volendo raccontare i fatti miei.
<< non crederci >> esclamai alzando le spalle e osservando se il posto in cui mi stava portando era davvero l'uscita di questo miserabile luogo sudicio.

Non disse più niente e continuammo a camminare e a calciare dei piccoli sassolini che ci capitavano davanti.
Non era poi così male come persona però mi stava lo stesso antipatico.
È difficile che una persona mi stia simpatica a primo impatto, forse è per questo che non ho mai avuto amici o fidanzati.

<< dove devi andare? >> mi chiese guardandosi intorno.
<< Hotel Diamond >> risposi osservando il cielo in cerca di qualche stella che mi desse un po' di fortuna.
Mi guardo una secondo e mi rivolse un sorriso gentile capendo che cercavo di trovare qualche stella cadente.

<< qui non le vedrai mai delle stelle, è pieno di luci >> alzò le mani al cielo indicando i grandi edifici illuminati da grandi luci decoratrici e non solo.
Annuì non volendo parlare e appena riconobbi il mio Hotel lo indicai.

<< siamo arrivati, ci si vede in giro Ben. Grazie.. >> lo ringraziai per avermi salvato e dopo che mi rivolse un saluto entrai sapendo che finalmente ero al sicuro, finalmente.

JerkinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora