Sei come me

583 50 4
                                    

Margareth pov's

"Liam dovresti dire a mamma e a papà del coro. Se continui a mentirli dicendoli dei corsi extra vai nei casini, perche conoscendo i nostri genitori, e li conosco, andranno a verificare se quello che dici è la verità." Mio fratello si passò una mano tra i capelli accuratamente tirati su. Le nocche diventarono bianche a causa della forza con cui stringeva il volante nel pugno. Amavo mio fratello ed entrambi vivevamo per rendere orgogliosi i nostri genitori, ma a volte questo pesava.
"Pensi che non lo sappia. Ma ho paura di deludere le persone che mi hanno regalato la vita." Diedi una pacca sulla spalla di Liam e cercai di consolarlo. Arrivammo davanti alla scuola ed entrambi scendemmo avviandoci al muretto davanti all'entrata. Eravamo in anticipo più del solito, non ci piaceva rimanere a casa, sicchè ogni scusa era buona per evadere. Appoggiai la mia cartella e adagiai la testa su di essa stendendo le gambe sul muretto. Chiusi gli occhi, lasciando che il sole riscaldasse la mia pelle chiara. Amo quando il sole non scotta, ma accarezza il corpo donando una sensazione di tranquillità rilassando tutti i muscoli.
"Liam! Maggie!" La voce del mio amico biondo mi fece tornare seduta. Coprii il sole che mi dava fastidio illuminandomi gli occhi.
"Niall! Lo sai vero che hai una macchia di pomodoro sulla camicia?'" Chiese mio fratello guardandolo con una sopracciglia alzata.
"Era tardi, ma non potevo rinunciare ala pizza di mia madre, così ho deciso di mangiarla in macchina. Purtroppo non avevo considerato l'incapacità di mio fratello Greg a guidare. Ha sbandato e la pizza ha causato quello che vedi." Sempre il solito. Non cambierà mai. Ci conosciamo da un anno e siamo ormai diventati inseparabili. Facciamo i compiti insieme, i corsi extra di algebra e filosofia e insomma quando si tratta di studio siamo una coppia.
"Avete sentito della nuova arrivata?" Io spalanco gli occhi appena dalle sue labbra esce quella frase. Una nuova arrivata all'Elite college?
"Sei sicuro?" Chiede mio fratello preso dalla conversazione.
"Sì, me lo ha detto Calum e sapete che lui è peggio di una vecchia pettegola." Ha ragione, se l'ha detto Calum allora è sicuro. Non sbaglia mai niente, forse perché il figlio del preside. Non ha voglia di studiare e forse per questo i suoi voti sono abbastanza scarsi, ma suo padre lo obbliga a frequentare i corsi per diventare notaio. Insomma una merda. Appena mi giro lo vedo correre verso di noi con la custodia della chitarra sulle spalle.
"Hood, come va?" Chiede mio fratello. Calum era un ragazzo semplice e un po ribelle, non il solito tipo da film con pircing e tatuaggi, ma gli piace andare contro corrente. Aveva il capelli mori liberi sulla fronte e la pelle ambrata che risplendeva sotto i raggi del sole. Quella mattina aveva indossato, per così dire, la divisa scolastica. La camicia era sbottonata, con la cravatta lasciata larga intorno al collo. Le maniche erano state arrotolate fino ai gomiti. La giacca l'aveva legata alla vita e i pantaloni della divisa erano spariti e sostituiti con un paio di Jeans neri bucati sulle ginocchia.
"Sempre alternativo Calum?!" Dico riferendomi al suo abbigliamento.
"Cara Maggie, non sono io che sono alternativo sei te che sei noiosa." Colpita e affondata. Quel coglione sapeva sempre come fare per farmi incavolare.
"Ho interrotto qualcosa?" Il riccio tira una pacca sulla spalla di Niall che lo osserva dolorante. Ashton Irwin. Studente dell'ultimo anno. Voti brillanti, denti brillanti, sorriso brillante, carriera sportiva brillante, vita brillante, insomma era tutto BRILLANTE.
"No tranquillo niente di interessante." Disse Calum.
"Ho saputo della nuova arrivata. Rimarrà con noi solo un mese. Sembra una tipa un po ribelle visto che è qui per avere attaccato un professore alla sedia." Ashton si passò un mano tra i riccioli dorati dopo aver terminato.
"Già mi piace." Disse Calum rivolgendomi un sorrisino.
"A me sembra la solita signorina che crede che l'adolescenza durerà tutta la vita. Non capisce che il mondo fuori dal liceo continua." Liam, penso a causa del momento non perfetto che stava attraversando, era ancora più incavolato.
"Ehi! Calma amico non la conosci nemmeno." Calum cercò di difendere la nuova arrivata.
"Mi basta sapere il motivo per cui è finita in questo posto." Il rumore di una marmitta vecchia ci fece girare verso la strada. Una macchina verde si fermò poco lontana da noi. Non riuscii bene a vedere chi si nascondeva al suo interno, ma non avevo mai visto quel mezzo e per questo ero sicura che fosse la nuova.
"Dovremo presentarci. Per educazione." Mio fratello zittì subito Niall con un sussurro.
"Smettila di fare il buon samaritano. Se lei è qui non è colpa nostra." La portiera della macchina si aprì e una ragazza uscì dal suo interno. Indossava la camicia della divisa fuori dalla gonna, con la cravatta lasciata sciolta intorno al collo. Al posto della giacca indossava una felpa nera e alla parte inferiore aveva la gonna, come la mia più delle calze nere e degli scarponcini slegati. Non riuscivo bene a vedere la sua faccia a causa del cappuccio e degli occhiali. Potevo solo notare i capelli biondi che uscivano ribelli dal cappuccio.
"A me sembra carina." Disse Calum sbavando come un cane.
"Certo che ti piace è uguale a te. Non avete contegno e non seguite le regole. Che noia vi dà indossare la divisa come tutti? Se volete essere alternativi levatevi dal cazzo!!" Liam cominciava ad esagerare. Va bene il problema in famiglia, ma lui e Calum erano amici inseparabili.
"Te sei tutto suonato!! Calmati un pochino, solo perché sei il figlio perfetto non vuol dire che puoi offendere le persone che non la pensano come te." Mentre la litigata tra i due amici continuava io iniziai ad osservare la nuova arrivata. Si portò lo zaino sulle spalle e si avviò verso un piccolo giardinetto dietro la scuola. Cercando di non dare nell'occhio mi scansai dalla calca e seguii la ragazza. Con poca grazia gettò la cartella per terra e subito dopo anche lei si sedette sotto l'albero. Afferrò una sigaretta e se la portò alla bocca accendendola. Mi avvicinai con cautela, mentre lei cercava qualcosa all'interno della borsa. Mi schiarii la voce e cercai di trovare le parole.
"Piacere. Mi chiamo Margaret, ma puoi chiamarmi Maggie." Continuando la sua ricerca mi rispose.
"Io sono Jess e..." Appena alzò il viso verso di me tolse lentamente gli occhiali dal naso e mi fissò con la bocca aperta. NON È POSSIBILE...L-LEI È UGUALE A ME.

Two life •HarryStyles&LiamPayne•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora