Capitolo 2

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Mattia

Quel pomeriggio l'allenamento era stato piuttosto intenso, rispetto allo standard che avevo adottato ultimamente. Ero appena rientrato dalle vacanze con mia madre e mio fratello e, in quei giorni, mi ero lasciato andare alla pazza gioia, perdendo l'ultima parvenza di progressi che avevo fatto prima dell'estate.

Mi asciugai il volto con la camicia, che avevo tolto poco prima a causa del caldo, e la lanciai in un angolo, per poi afferrare una bottiglia d'acqua fresca per dissetarmi. La musica continuava ad uscire dalle casse poste ai lati della stanza, ma il mio corpo non riusciva più a trovare le energie necessarie per continuare.

-Matti muoviti! Dobbiamo ancora passare a prendere la torta!- mi urlò Barbara dal corridoio, senza curarsi di chi ancora si stava allenando nelle salette vicine. D'altronde la scuola era sua e poteva permettersi di fare quello che voleva.

Quella sera avremmo festeggiato l'arrivo di un nuovo componente nella scuola. Alcuni ballerini mi avevano detto che era un ragazzo più grande che veniva dal nord e si era trasferito per seguire Carlotta, una delle nostre istruttrici.

Non avevo voglia di andare alla festa, la testa mi stava scoppiando e le ossa mi dolevano terribilmente. Avrei preferito farmi una doccia gelata e tornare a dormire, ma Barbi era la proprietaria della scuola ed io, da veterano qual ero e siccome ero il suo allievo prediletto, ero costretto a presenziare a tutti gli eventi che organizzava.

Perciò uscii velocemente dalla sala, prendendo in mano il borsone che di solito mi portavo dietro, e scesi la scala a chiocciola fino al piano terra. Salutai con la mano Iole, la segretaria, che mi sorrise affettuosamente, ed uscii nel giardino. L'aria salata mi colpì le narici ed un piccolo sorriso mi spuntò sulle labbra. Il mare aveva un effetto calmante sui miei nervi ormai quasi sempre tesi.

-Dai Matti veloce! Siamo già in ritardo e non possiamo proprio rovinare la sorpresa di benvenuto.-

Sbuffai mentre proseguivo a passo svelto verso la macchina di Barbi. Aprii e chiusi la portiera velocemente, non volevo far arrabbiare ancora di più la mia insegnante, se voleva poteva diventare una vera e propria belva. E, mentalmente, maledissi anche il nuovo arrivato. Non avevamo mai organizzato una festa di benvenuto per un ballerino che arrivava nella scuola per seguire i corsi. Ero perplesso da tutto questo entusiasmo.

-Ma perché tutto questo fermento? È un ragazzo come un altro...-

Barbi scoppiò a ridere come se avessi detto chissà cosa. -Mattia tu non sai di chi stai parlando.-

-Ovvio!?- risposi piccato, mentre Barbi si immetteva nella strada. -Non avete detto a nessuno chi sta arrivando e, sinceramente, dubito che sia Riccardo Cocchi.-

Barbi scosse nuovamente la testa -Va beh, non è che esiste solo il latino americano eh. Quante volte ti ho detto che...-

-Tutti gli stili sono importanti. Sì, sì. Lo so già, risparmiami l'ennesima predica, Barbi.- lasciai cadere il discorso e guardai il mare scorrere di fianco a noi.

Agosto era quasi giunto a termine, ma il caldo continuava a farsi sentire; infatti, le spiagge erano ancora piene di turisti. Amavo l'estate, in quel periodo a casa c'ero quasi sempre solo io, ma comunque non vedevo l'ora che se ne andassero tutti i turisti.

Quell'estate era stata impegnativa, sia a livello personale, sia a livello sportivo.

Avevo fatto solo due settimane di vacanze, una con i miei amici per festeggiare la loro maturità e una con la mia famiglia.

Le altre settimane le avevo passate in un supermercato a lavorare. Avevo bisogno di soldi e lì mi pagavano a fine di ogni turno e, inoltre, il mio compito non era così sfiancante: dovevo mettere a posto i prodotti sugli scaffali. La parte peggiore era stata vedere i miei compagni entrare e comprare alcol per feste a cui ero stato invitato, ma a cui non avevo voluto partecipare. Ogni volta ero stato costretto ad inventarmi una scusa nuova: "Scusate mio fratello sta poco bene" oppure "Devo badare ai cani perché mia mamma lavora" e così via.

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