Mistiche Vibra.

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Atto primo: Radio.
Luca — a detta sua grandissimo intenditore musicale — aveva raccattato da un mesetto scarso un CD malmesso di Neffa, probabilmente pagato a pochi spicci in qualche negozietto dell'usato.
Da quando, felice come se avesse appena concluso l'affare della sua vita, aveva preso ad andare in giro vantandosi di questo disco, gli amici erano stati costretti a subire il calvario di sentirlo ogni qual volta che viaggiassero in macchina insieme a lui.
Quindi, quasi non bastasse il suo modo irresoluto e vacillante da neopatentato di guidare, avevano dovuto addossarsi anche un ulteriore fastidio.
Motivo per cui, non appena era stato necessario sgombrare quella catapecchia in cui avevano dormito la notte prima, per dirigersi nuovamente a casa, erano corsi tutti verso l'auto di Leonardo, sperando di accaparrarsi i posti accanto a lui.
Luigi, rapido e scaltro, aveva occupato nell'immediato il sedile vicino al guidatore e, con gli occhiali da sole già saldi sul ponte del naso, aveva rivolto agli altri un sorriso sghembo.
Cristiano poi, tranquillo, lo aveva seguito come se la propria permanenza fosse già stata prestabilita e gli spettasse di diritto.
A quel punto, rimasti fuori solo i tre compagni di stanza, si erano lanciati uno sguardo d'intesa e, lasciandosi andare a delle espressioni sconsolate, avevano marciato verso l'automobile di Luca, in un tacito accordo di sopportare quella pena insieme.

Senza smentirsi minimamente, poco dopo aver acceso il motore, le prime note di "La mia signorina" avevano riempito l'abitacolo, arrivando a danzare libere con l'aria del finestrino lasciato aperto da Cosmary.
Carola, spiaggiata su due dei sedili posteriori, godeva della frescura del venticello leggero ad occhi chiusi, tentando di ignorare quella nenia abitudinaria divenuta a tratti fastidiosa.
Scherzo del destino, sfoggiava anche lei un paio di lenti scure, sottili, vintage e marchiate Chanel, nonostante non fosse avvezza ad indossare quel tipo di accessori neanche d'estate.
Mattia non mancò di farglielo notare e, scalzando malamente una delle sue gambe per mettersi più comodo, le chiese:
« Meh, che fai, ti metti gli occhiali da sole abbinati a quelli del tuo fidanzato? »

Il commento, volutamente provocatorio e ironico, parve toccare un tasto ancora troppo dolente, poiché non solo l'amica si ritrovò a nascondere il capo contro il seggiolino, quasi volesse completamente sparire, ma persino la ragazza davanti si girò appositamente per scoccargli un'occhiata severa.
« Non mi sembra proprio il caso, Matti. »

« Dai, stavo scherzando, come siete pesanti! Se non si ironizza un poco, le delusioni mica si superano. » Così dicendo, afferrò saldamente le spalle sottili di Carola e cercò di strapparla via da quel rifugio abbozzato che si era appena creata.
« Su, vieni qua, non fare la scema! »

Probabilmente sollecitato da quell'improvvisa dinamica, il volto dell'autista assunse un cipiglio di pura confusione.
« Ragà, ma che delusione? » Domandò, in cerca di spiegazioni, sforzandosi di concentrarsi sulla strada mentre ancora rimirava i due passeggeri dallo specchietto.
« Ja, ditemi! Cos'è che non so? Da quanto in qua Luchino si tiene fuori dalle vostre cose?! » Rafforzò, facendo in modo che la sua perplessità iniziale sfumasse, sostituita da un tono offeso.
Poiché l'opzione di zittire o di direzionare la conversazione altrove pareva essere inattuabile, i tre amici fermarono momentaneamente le proprie gesta e si lasciarono cullare dal silenzio ancora un po', ponderando sul da farsi.
Mattia, che era particolarmente sensibile a quell'argomento, sentiva di fare un torto a parlare della vita sessuale di Luigi impropriamente.
Difatti, qualora Luca non ne fosse stato ancora al corrente, il rischio di sbandierare un segreto malamente taciuto, facendo trasparire qualche informazione di troppo, era discretamente alto.
D'altra canto, però, era pur vero che il compagno, seppur spalleggiato dall'ebrezza altrui e protetto dal buio della sala, era finito con il lasciarsi andare pubblicamente, banchetto di chiunque volesse nutrirsene con occhi famelici.

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